Il Milan sfoglia la margherita: Kakà si, Kakà no!
Diciamocelo chiaramente: un’offerta così avrebbe fatto tentennare chiunque. Stiamo parlando di 230 milioni di euro ( 150 al Milan e 80 al giocatore ), non proprio briciole. E non ci affrettiamo a dire che ormai il Milan è una squadra ridimensionata solo perchè cede (?) il miglior giocatore della sua squadra:
di fronte alla potenza economica degli sceicchi di Manchester, qualsiasi squadra ne uscirebbe ridimensionata. Ricordiamoci che la scorsa estate anche il Real Madrid ha ceduto di fronte ad un’offerta di 40 milioni per Robinho, che non è proprio Kakà, ma di certo non è l’ultimo arrivato. Molti tireranno fuori la questione che la Juventus ha rifiutato un’offerta di 75 milioni per Buffon, è vero, ma stiamo parlando della metà della cifra offerta per Kakà. Al di là di questo, la cessione del calciatore brasiliano non sembra così scontata: Kakà non vede di buon grado un trasferimento a Manchester; la sua intenzione è quella di restare a Milano, ma, nel caso in cui i rossoneri decidessero di cederlo, allora la sua preferenza cadrebbe sul Real Madrid.
IL NUOVO MANCHESTER CITY - In Inghilterra danno l’affare già per concluso e il quotidiano Guardian si è divertito ad ipotizzare la possibile formazione dei Citizens con l’arrivo di Kakà: Hart; Zabaleta, Dunne, Richards, Bridge; Ireland, Kompany; Wright-Philips, Kakà, Robinho; Santa Cruz. Non proprio una squadra imbattibile! Kakà ci penserà bene prima di smettere di giocare con i vari Ronaldinho, Seedorf, Pirlo per andare a giocare con Santa Cruz, Zabaleta e Ireland.
Il Chelsea, Drogba e la crisi del quinto anno
L’apice di questa crisi si è avuta ieri, quando il tecnido dei Blues Scolari non ha convocato l’attaccante ivoriano per la partita di FA Cup contro il Southend ( poi vinta 4 a 1 ): “Tutti i giocatori hanno avuto le loro chance, ora ho bisogno di risposte concrete da parte di tutti”, queste le dichiarazioni del tecnico brasiliano. La mancata convocazione sa un pò di punizione verso l’attaccante, dopo l’opaca prestazione contro il Manchester United, sfida in cui il Chelsea è uscito sconfitto per 3 a 0. Dicevamo, quindi, di un rapporto oramai incrinato e difficilmente risolvibile, rapporto che ha avuto ulteriori problemi dopo l’arrivo di Scolari sulla panchina della squadra del patron Abramovich. L’ipotesi di una cessione non è molto remota e, ovviamente, l’Inter segue con grande interesse l’evolversi della situazione, cercando di sfruttare il momento no dell’attaccante per portarlo a Milano. Certo che una coppia d’attacco Drogba - Ibrahimovic stuzzicherebbe le voglie di molti…
Un’altra ipotesi per risolvere la situazione è quella di sollevare dall’incarico di manager, Scolari. Se questa possibilità dovesse concretizzarsi, sulla panchina del Chelsea si siederebbe Roberto Mancini, alla ricerca della riscossa personale dopo essere stato abbandonato dall’Inter. È facile intuire che, con l’arrivo di Mancini a Londra, il trasferimento di Drogba ai nerazzurri diventerebbe impossibile.
Il nuovo film bianconero: “Il dopo Nedved”
Giugno 2009: ci sarà la proiezione di un nuovo film, prodotto esclusivamente per i tifosi bianconeri. Il dopo Nedved, questo il titolo del film, vedrà come protagonista il biondo ceco della Juventus insieme ad almeno altri 3 personaggi candidati alla sua sostituzione, e come registi il duo Secco - Blanc (che non sono proprio come Stanley Kubrick e Steven Spielberg) coadiuvati da Claudio Ranieri.
Lasciando stare i paragoni e le pellicole cinematografiche, in casa bianconera si lavora sul mercato in cerca di un sostituto di Pavel Nedved che il prossimo anno dovrebbe chiudere col calcio giocato. Al momento, i nomi più gettonati sono 3: Diego del Werder Brema, Renato Augusto del Bayer Leverkusen (seguito anche dalla Roma) e Florent Malouda del Chelsea (prossimo avversario dei bianconeri). Il più vicino e anche il più propenso a trasferirsi a Torino è il brasiliano Diego che ha già manifestato ampiamente la sua disponibilità e la sua gratitudine ad un eventuale cambio di maglia: dall’arancioverde del Werder al bianconero della Vecchia Signora. Il meno convinto dell’operazione è Claudio Ranieri che, con l’arrivo di Diego, si troverebbe costretto a dover cambiare modulo, vista l’inadattabilità del fantasista al ruolo di esterno sinistro e vista la poca propensione dello stesso alla manovra difensiva.
ALTRE OPERAZIONI DI MERCATO - I bianconeri lavorano anche per l’acquisto di un giovane terzino da far crescere e maturare alle spalle dei vari Grygera e Zebina: si tratta di Lorenzo De Silvestri della Lazio, che quest’anno gioca poco, vittima dell’esplosione dello svizzero Lichtsteiner. Anche per questa operazione ci si muove in ottica estiva, e potrebbe concludersi positivamente soprattutto se il nazionale under 21 dovesse continuare a trovare poco spazio.
Le pagelle della diciottesima giornata
GENOA 8,5 - Reginetta della prima giornata del 2009, perché per la seconda gara consecutiva non prende gol e ne segna tre contro il Torino sempre con marcatori diversi, senza Milito. Ma soprattutto è l'unica squadra tra le prime sei che riesce a coniugare gioco e risultati. E allora complimenti doppi a Gasperini, anche perché non si lamenta delle assenze come Mourinho che sfiderà domani in Coppa Italia.
CAGLIARI 7,5 - Secondo posto ancora rossoblu, con un voto altissimo per come gioca e per come riesce a mettere in difficoltà l'Inter, riaprendo indirettamente il campionato. E il fatto che non avesse la coppia centrale di difensori titolari (Bianco e Lopez) è un ulteriore merito del bravissimo Allegri, che Cellino ha coraggiosamente confermato dopo le cinque sconfitte iniziali.
LECCE 7 - La più bella sorpresa della giornata. Non aveva mai vinto in trasferta e lo fa sul campo della Fiorentina che non aveva mai perso in casa. Si può discutere sulla regolarità del gol della vittoria di Castillo, ma non sul sorpasso al Torino e al Bologna che vale il quintultimo posto.
JUVENTUS 6,5 - Non brilla a livello di gioco, come riconosce con la consueta onestà Ranieri, ma la punizione di Del Piero è un gioiello che da solo vale i tre punti per la quinta gara consecutiva. E la capacità di soffrire nel finale è il marchio che distingue le grandi squadre, come insegnava Capello. In attesa dei ritorni di Buffon, Camoranesi e Trezeguet, la Juventus si conferma così l'unica alternativa all'Inter.
SIENA 6,5 - Non meriterebbe di perdere contro la Juventus, come non meritava di perdere contro l'Inter. Ma stavolta non deve prendersela né con l'arbitro, né con gli assistenti, perché l'unico (grave) limite di questo bel Siena è l'attacco che ha realizzato 13 gol, soltanto 3 più del Chievo che ha segnato meno di tutti.
LAZIO 6,5 - Va in svantaggio a Reggio Calabria, poi ribalta la partita e anche se incassa 2 gol alla fine ne fa uno di più, ritrovando il miglior Pandev, autore di una splendida tripletta. Quarta vittoria esterna e domenica proverà a fermare la Juve a Roma.
PALERMO 6,5 - Sembra in grado di stravincere dopo essersi portato sul 2-0 contro l'Atalanta. Poi si fa raggiungere, ma ha il merito di trovare il guizzo finale con un bel gol di Cavani, difeso dalle grandi parate di Amelia. Una dimostrazione di carattere, dopo l'uscita di Miccoli infortunato.
ATALANTA 6 - Regala un tempo al Palermo con un Vieri impresentabile, che toglie spazio al bravissimo Floccari. Poi dopo l'intervallo esce il fantasma dell'ex centravanti e con Cigarini si vede un'altra Atalanta, brava a portarsi sul 2-2 ma colpevolmente distratta sul gol di Cavani che la beffa nel finale.
CATANIA 6 - Ancora sconfitto in trasferta, ma a testa altissima. Frenato allo scadere del primo tempo quando la mancanza di buon senso dell'arbitro nega a Morimoto il gol dell'1-0, cede soltanto nel finale sconfitto da un tocco di Maggio.
CHIEVO 6 - Piccoli segnali di ripresa. A Bologna va in vantaggio con Pellissier, poi si fa subito raggiungere su rigore, ma se non altro riesce a difendere un pareggio da non disprezzare.
MILAN 6 - Il voto è la media tra ciò che promette con la splendida doppietta di Pato e ciò che non mantiene con la solita difesa ballerina, la peggiore (20 gol subiti) delle prime sei squadre. Anche se la colpa non è soltanto dei difensori, ma della mancanza di equilibrio tattico della squadra. La conferma che non bastano i grandi nomi, da Ronaldinho all'ultimo arrivato Beckham, per fare una grande squadra.
NAPOLI 6 - Sufficiente soltanto per la rabbia con cui insegue e ottiene una vittoria importantissima contro il Catania, che gli consente di scavalcare la Fiorentina, tornando al quarto posto. E stavolta l'uomo gol non è Lavezzi, ma il preziosissimo Maggio.
ROMA 6 - Come per il Milan, il voto è una media tra ciò che crea e ciò che spreca. Perché la Roma ha il merito di andare in vantaggio con Vucinic, ma poi spalanca la porta a un grande Pato riacciuffando soltanto nel finale il pareggio che la lascia a meno 9 dal quarto posto.
BOLOGNA 5,5 - Ottava gara senza sconfitte per Mihajlovic, ma continuando a pareggiare non ci si salva. E così l'1-1 casalingo contro la cenerentola Chievo è un risultato negativo. Unica consolazione il trono di capocannoniere di Di Vaio che trasforma il rigore e sale da solo a quota 13.
FIORENTINA 5 - Sconfitta per la prima volta in casa, contro il piccolo Lecce, viene scavalcata dal Napoli e raggiunta dal Genoa, ma soprattutto perde Mutu. E' vero che il gol dell'1-2 è in sospetto fuorigioco, ma è anche vero che poi Semioli sbaglia la conclusione del 2-2.
INTER 5 - Non perde, ma esce moralmente sconfitta dall'1-1 casalingo contro il Cagliari. Le assenze di Maicon e Stankovic non bastano per giustificare la mancanza di gioco di una squadra squilibrata nel finale, graziata dai clamorosi errori di Biondini, Acquafresca e Cossu. E siccome aveva deluso anche a Siena, è il caso di preoccuparsi, perché la Juventus si è avvicinata a meno 4.
SAMPDORIA 5 - Altra gara anonima di un campionato anonimo. Delvecchio segna il gol del vantaggio, ma poi si fa raggiungere dall'Udinese. L'ennesima conferma che Cassano da solo non basta.
UDINESE 5 - Un punticino casalingo contro la Sampdoria con tanti fischi di un pubblico giustamente deluso. E con questa sono 9 le gare senza vittorie, con appena 3 pareggi. Una retromarcia che porta alla lotta per salvarsi, non a quella per un posto in Europa.
REGGINA 4,5 - Ha il merito di andare in vantaggio, con il rigore trasformato da Corradi, poi però incassa tre reti che riportano la media a 2 gol esatti incassati a partita: 36 in 18 gare. E con una difesa simile si va dritti in B, a prescindere dal nome dell'allenatore.
TORINO 4 - Maglia nerissima, non granata, e la colpa non può essere di Novellino, tornato a guidare una squadra sopravvalutata che sul campo del Genoa incassa tre gol di testa, due su calcio d'angolo. Settima sconfitta in trasferta, dove ha ottenuto soltanto due pareggi. Cifre da retrocessione. O quasi.
Fonte: Alberto Cerruti per la Gazzetta dello Sport
Il Milan ha preso Pennant... e cede Thiago Silva
Un’operazione condotta in maniera certosina che ha portato all’acquisto di un ottimo cursore di fascia, che quest’anno però sta trovando poco spazio nei Reds proprio per i problemi avuti con il rinnovo del contratto. Pennant è un esterno destro molto veloce e bravo nei dribbling, pecca un pò nella fase difensiva ma risulta essere micidiale nei contropiedi. In passato ha avuto qualche problema con la giustizia inglese passando diversi giorni in cella per esser stato trovato alla guida della sua auto completamente ubriaco. Un’altra operazione importante il Milan la sta chiudendo con il Genoa di Preziosi. Il club di via Turati potrebbe cedere in prestito fino a giugno il neoacquisto Thiago Silva, dandogli così la possibilità di ambientarsi con il campionato italiano e soprattutto di maturare esperienza in termini di presenze effettive sul campo. Un’operazione, questa, che potrebbe anche aprire scenari importanti per il possibile arrivo di Milito a Milano, sponda rossonera.
Clamorosa Inter: che offerta per Milito!
Non conosce soste la corte dell’Inter a Diego Milito. Dopo il netto rifiuto di Preziosi ad una prima offerta presentata, i nerazzurri si sono rifatti sotto offrendo ben 25 milioni di euro più la cessione a titolo definitivo di Obinna e il prestito di Adriano fino a giugno.
Si sapeva che l’Inter fosse fortemente interessata al giocatore, ma nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a tali cifre e a proporre in cambio questi uomini. Tutto ciò deriva dal fatto che Mourinho vuole una spalla ben definita per Ibrahimovic ed è ormai stufo e deluso dai vari Balotelli, Adriano e Crespo. L’offerta farebbe tentennare qualsiasi club e, siamo sicuri, che Preziosi, prima di un altro eventuale rifiuto, ci penserà non una ma cento volte. Il giocatore, dal canto suo, è ovviamente attratto dalla prospettiva di poter giocare, finalmente, alla soglia dei 30 anni, per un grande club che può dargli la possibilità di vincere qualcosa e di poter entrare in maniera definitiva nel giro della nazionale albiceleste.
Football clan: gli sporchi giri del calcio
Chi viene da fuori coglie solo il folklore. Gli striscioni che inneggiano ai boss come a Cosenza e a Crotone dove i tifosi scrivono ´Bentornato Franchino´ o ´Mario, la curva è con te´ per celebrare l´uscita da sei anni di carcere duro di un capobastone, Franchino Perna, o per protestare contro l´arresto di un amico, Mario Cimino, finito in manette per le armi trovate nel suo appartamento e in un casolare.
Chi sta dentro, chi di calcio ci vive, invece vede il resto e ha paura. Perché la mafia è nel pallone. E non è più solo una questione di ultras dall´incidente facile. Di curve che, come a Catania, secondo la polizia, sono in mano alla famiglia mafiosa dei Piacenti, o di gruppi di tifosi napoletani come le Teste Matte e i Niss - Niente incontri solo scontri - infiltrati dalla camorra.
Oggi le cosche guardano di nuovo in alto: vogliono controllare il mondo delle scommesse (clandestine e non); tentano di condizionare i risultati delle partite, le decisioni dei giudici sportivi e il valore dei calciatori; puntano agli appalti dei servizi allo stadio; usano il calcio per cementare legami con la politica; sognano il grande colpo sulla scia del clan dei casalesi che con la complicità, secondo l´accusa, di Giorgio Chinaglia nel 2004 voleva rilevare la Lazio per 24 milioni di euro. Mafia, camorra e ´ndrangheta, insomma, pretendono di comandare perché, lo si legge in una lettera tra due mafiosi calabresi sequestrata a Castrovillari, il football ha "un ritorno di immagine incredibile e fatto a livello aziendale porta posti di lavoro e guadagni insperati".
Tra i presidenti c´è chi dice no, come quello del Palermo, Maurizio Zamparini, che prima del blitz del 26 settembre in cui sono finiti in carcere un procuratore di giocatori e un allenatore in affari con la famiglia mafiosa dei Lo Piccolo, ha allontano tecnici e manager troppo chiacchierati. C´è chi pare indifferente come Lillo Foti, il big boss della Reggina che ha ancora al suo fianco, in qualità di vice, Gianni Remo, un imprenditore sotto inchiesta per estorsione, a cui la magistratura in maggio ha sequestrato l´azienda. Remo è cognato del latitante Michele Labate, considerato uno dei capi della cosca ´padrona´ proprio della zona dove sorge lo stadio. E c´è infine chi finisce in manette e viene condannato (in primo grado), come Raffaele Vrenna, ex vicepresidente della Confindustria calabrese, presidente del Crotone calcio (allora serie B ora C1), e legato a molti degli uomini della ´ndrina più importante della sua città, quella dei Vrenna-Corigliano-Bonaventura.
Se tra gli imprenditori, come fa la Confindustria siciliana, si arriva a espellere chi paga il pizzo, nel mondo del calcio si procede in ordine sparso. E i casi di Zamparini e Vrenna stanno lì a dimostrarlo. Quando, a Natale 2007, il cane di Rino Foschi, il direttore sportivo del Palermo, si mette ad annusare ossessivamente uno dei regali che il dirigente aveva messo sotto l´albero e dal pacco salta fuori una testa d´agnello mozzata, Zamparini non ci pensa su due volte e porta Foschi dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Poi avvia una sorta d´indagine interna e capisce che Cosa Nostra ha messo le mani sul settore giovanile dei rosa-nero. Scopre che "cinque ragazzi erano diventati professionisti su iniziativa di Foschi senza che ne avessero le capacità". A quel punto la manovra è chiara: far diventare professionista un calciatore, magari facendogli giocare qualche scampolo di partita in prima squadra, vuol dire aumentarne il valore. Per la gioia del loro procuratore, un avvocato che assisteva tutti i Lo Piccolo, e della famiglia mafiosa Palermo centro, che attraverso un suo uomo gestiva una scuola calcio attivissima in città.
Se il navigato Zamparini si rivolge al procuratore Grasso per tentare di arginare Cosa Nostra, in tutt´altro modo si comporta a Crotone il suo collega Vrenna. Anche lui ha buoni rapporti con la magistratura e i potenti, solo che delle cosche non è una vittima, ma un presunto complice. Così le sue relazioni le usa per chiedere favori. Da un assessore regionale si fa sponsorizzare per 100 mila euro e in cambio gli garantisce pacchetti di voti; poi si muove per ottenere la riduzione della penalizzazione di tre punti inflitta alla sua squadra nel 2005 per un petardo fatto esplodere dai tifosi durante una partita di B, con il Venezia. Il ricorso è approdato davanti alla Caf (Commissione d´appello federale), ma la segretaria di Giuseppe Chiaravalloti - ex procuratore generale di Reggio Calabria, ex presidente della Regione e in quel momento appena diventato vice-presidente dell´Authority per la privacy - lo rassicura. Chiaravalloti, sostiene la signora, si è già mosso. E per telefono, il 4 aprile, prima della riunione della Caf chiede se Vrenna vuole che "il presidente faccia un´altra chiamata" ai giudici sportivi. Il ricorso per il Crotone va però male. La penalizzazione è confermata: alle sette di sera la segretaria appare incredula. In mattinata, spiega, "il presidente aveva parlato personalmente con due giudici su tre delle commissioni e gli avevano detto (...) di stare tranquillo".
Ma c´è poco da stare tranquilli. Perché le infiltrazioni criminali, a lungo andare, corrono il rischio di far saltare tutto il sistema.
Ne sanno qualcosa a Cosenza, dove ormai da cinque anni si va avanti tra minacce ai vari proprietari (al terzultimo, quattro uomini armati hanno intimato di vendere la squadra), retrocessioni causa fallimento e tante auto bruciate. Finché i rossoblù giocavano in B, alla loro testa c´era un grossista d´arredamento per bar, Paolo Fabiano Pagliuso, buon amico del direttore generale della Juventus ´Lucky´ Luciano Moggi. Nel periodo della sua gestione guardiani e servizio ristoro erano in mano alle cosche. Per l´accusa, che lo ha fatto arrestare nel 2003, Pagliuso era un loro complice e utilizzava la malavita per minacciare soci e giornalisti sportivi. Per il tribunale invece era solo una vittima "passiva e omertosa" e per questo, nonostante le ore e ore d´intercettazioni ambientali che lo riguardavano, lui e tutti gli altri imputati sono stati assolti. In attesa dell´appello resta il fatto che attorno alla sua ex squadra continua ad accadere di tutto. E lo striscione che nel maggio scorso celebrava il ritorno tra i detenuti comuni, dopo sei anni di regime speciale del 41 bis, del boss Franchino Perna (zio di Pierino Perna, il gestore dei servizi allo stadio all´epoca di Pagliuso), testimonia come la partita per il controllo del team sia in pieno svolgimento.
Ma sentite che cosa ha raccontato al pm Eugenio Facciolla, il 23 aprile 2005, un cugino del presidente Pagliuso, il pentito calabrese, Maurizio Giordano: "Nel 2003 ero in carcere a Vibo Valentia assieme ad Alberigo Granata (un pregiudicato, arrestato sia per traffico di cocaina che per l´indagine su Pagliuso) mentre mio cugino stava nella cella di fronte. Tra i due scoppiò una discussione su alcuni assegni. Granata voleva sapere dove Pagliuso li avesse depositati. Fu così che Granata mi spiegò di essere stato solito pagare giocatori e arbitri per scommettere sulle partite. Mi disse che non si aggiustavano solo gli incontri del Cosenza, lo si faceva anche con altre squadre di C1,C2, B, promozione, e qualcuna di A, non di primo piano. I contatti con i giocatori, in genere ex calciatori di grido che scesi di categoria avevano subito una riduzione di stipendio, li teneva lui. Era Granata che aveva il compito di avvicinarli, di organizzare dei festini, anche a base di cocaina, nel corso dei quali li si convinceva a partecipare alla truffa".
Nello stesso interrogatorio il pentito svela inoltre a Facciolla che, per fermare le indagini, era stata posta sulla testa del magistrato una taglia da 100 mila euro. C´è poco da stupirsi. Secondo Sos Impresa, il mercato delle puntate clandestine vale in Italia 2 miliardi e mezzo di euro l´anno. E che sia in mano alla criminalità organizzata è cosa nota. Proprio Sandro Lo Piccolo, il boss palermitano che con i suoi famigliari stava infiltrando il Palermo, al momento dell´arresto aveva con sé una valigetta in cui era contenuta la contabilità del toto nero gestito dalla sua famiglia: fino a 200 mila euro alla settimana solo in città. A Villabate gli uomini della cosca, che per anni ha curato la latitanza di Bernardo Provenzano, gestivano poi una serie di punti Snai. Nelle loro sale, però, accanto alle scommesse legali si raccoglievano pure le puntate fuori legge. È quasi fisiologico, dunque, che i clan tentino la combine. Il terreno del resto è fertile.
"Da noi molti presidenti di squadre sono mafiosi o mettono i loro uomini di fiducia a dirigerle", denuncia, parlando del calcio minore, don Pino De Masi, parroco di Polistena e responsabile dell´associazione Libera nella Piana di Gioia Tauro. Don Pino si chiede se i futuri campioni, spesso più che a scuola di calcio, non vadano a scuola di ´ndrangheta. Per chi viene dal Nord può sembrare una provocazione. Per chi vive qui e ha visto l´11 dell´Isola Capo Rizzuto (promozione) osservare un minuto di silenzio prepartita, dopo l´omicidio a colpi di bazooka del boss Carmelino Arena, è solo un´ovvia constatazione.
Fonte: Lirio Abbate e Peter Gomez per L'Espresso
Mancini sulla panca del Real?
La notizia è di quelle clamorose e, se fosse vera, se ne parlerebbe fino all'anno prossimo almeno. Si parla infatti, di Roberto Mancini come prossimo allenatore del Real Madrid. Si si, avete capito bene!
L'ultimatum del Real Madrid a Schuster ha dato adito ad una ridda di voci sul nome del possibile sostituto del tecnico tedesco. Qualora non dovesse prendere corpo l'ipotesi di una soluzione interna, anche Roberto Mancini potrebbe entrare in corsa per succedere all'ex allenatore del Getafe, risultando quindi tra i papabili per la successione del tecnico tedesco.
Il punto sulla decima giornata di serie A
Maggio 2004: il Milan si laurea campione d´Italia. Novembre 2008: il Milan raggiunge nuovamente la vetta dell´Everest della Serie A. Dopo quasi 4 anni e mezzo di distanza rigustare la "cucina italiana" avrà sortito indubbiamente un piacevole effetto nei palati rossoneri, forse stanchi delle bacchette e del sushi giapponese che, Mondiale per club a parte, avevano probabilmente lasciato uno sgradevole retrogusto. E allora via bacchette di legno e spazio alle tanto amate forchette, o se preferite ai forconi, strumenti inseparabili, secondo l´iconografia classica, per l´operato di Lucifero.
L’ultima vittima sacrificale infilzata ieri dai tridenti dei diavoli di Ancelotti risponde al nome di Napoli; proprio così: la storia riscritta dai partenopei, primi in classifica la settimana scorsa dopo ben 22 anni di astinenza, è stata cancellata da una “diavoleria” che non ti aspetti, frutto della mente malsana del miglior “Belzebù” che, per una manciata di secondi, (probabilmente irritato dai riflessi felini di Gennaro Iezzo su Kakà in occasione del rigore) si è impossessato delle membra di Denis, ancora incredulo per la violentissima zuccata che ha beffato l’estremo difensore azzurro, dopo la punizione dal limite dell’area di un ispirato Ronaldinho, con tanto di coscia in mostra –per inciso va bene che Milano sia rinomata nel mondo per essere la capitale della moda ma, alle gambe del “dentone”, preferiamo indubbiamente quelle delle modelle che sfilano in passerella– Questo è il bello o il brutto del calcio, dipende ovviamente dai punti di vista (chiedere a Galliani che ieri dopo il fischio finale mostrò col suo sorriso una dentatura infinita, degna del miglior squalo bianco).
La settimana scorsa si sprecavano i paragoni tra il celebre trio Ma-Gi-Ca, (Maradona, Giordano e Careca) sempre più accostato al contemporaneo terzetto Lavezzi-Hamsik-Denis che per carità, benissimo ha fatto e sicuramente continuerà a fare di qui al termine della massima serie ma attualmente, i confronti col passato, lasciano il tempo che trovano visto che Ma-Gi-Ca più che un trio era un vero e proprio triumvirato l’unico, a cavallo degli anni 80’-90’ del secolo scorso, in grado di spodestare il governo olandese di Gullit, Rijkaard e Van Basten. Ad onor del vero, prendendo spunto dalle pagine dei più autorevoli quotidiani sportivi nostrani, una cosa è certa: la squadra di Reja più che sconfitta, esce ferita dalla “Scala del calcio” (probabilmente pochi giornalisti conosco il teatro “Massimo” di Palermo: sarà forse per questo che paragonano San Siro al noto teatro milanese? Ma questa è un’altra storia), dove gli azzurri giocano con diligenza e tengono alta la testa non lasciandosi intimorire dalle urla di “ringhio” Gattuso - forse l’unico un po’ impaurito dalla veemenza dialettica del calabrese è stato Hamsik, redarguito a suon di vaffa dal metronomo rossonero Gennaro. – Parolacce e sguardi da “Esorcista” a parte decisiva, nell’economia del match, è stata l’espulsione maturata per doppia ammonizione dell’esterno partenopeo Maggio. Sino ad allora, infatti, la supremazia nella zona nevralgica del campo era in mano ai napoletani che, grazie al tanto amato 3-5-2 “rejaniano”, non lasciavano spazio alle folate offensive del Milan. La vetta per il Napoli è sfumata, è vero, ma non è il caso di fare drammi alla Nino D’Angelo, visto che la prima piazza della classifica dista soltanto 2 punti. Ergo il somarello azzurro non dovrà far altro che caricarsi di duro lavoro e buoni propositi per tentare di riacciuffarla il prima possibile. Ma si sa il ciuchino partenopeo è abituato a soffrire e portare sulle spalle macigni, ma dopo le aule di tribunale e gli inferi della C2 questa sconfitta, più che amara, ha un sapore agrodolce (chiedere al patron De Laurentis comunque soddisfatto ieri a fine gara).
Dando un rapido sguardo alla classifica, dominata in solitudine dal Milan con 22 punti, un gradino nonché un punticino più in basso, troviamo l’Inter che, stanca del monolocale chiamato quarto posto, ha chiesto all’Udinese di dividersi l’affitto dell’attico che da al secondo. Detto fatto: i bianconeri friulani con lo spettacolare 2-2 contro il Genoa, accontentano i capricci di Mourinho che, con affanno e grazie al siluro di Cordoba al 91.mo, gelano una grande Reggina in grado di rimontare il momentaneo 2-0 nerazzurro. Un super Cagliari si sveglia dal tepore iniziale causato dal gol firmato Di Vaio, timido affondo degli emiliani preludio di batoste orbe sarde che affondano l’orgoglio rossoblù con un 5-1 tennistico. Forse la proverbiale pazienza della presidentessa del Bologna Menarini, nei confronti del suo tecnico Arrigoni, potrebbe essere giunta al capolinea. Un’altra sorpresa che non ti aspetti, regalata della 10.ma giornata, è l’impresa targata Giampaolo che da sapiente stratega ha guidato il suo Siena alla vittoria (di misura) nel sentitissimo derby toscano contro la più titolata Fiorentina di Prandelli. Continua il buio pesto per il Toro sconfitto dalla Sampdoria grazie all’euro-gol di Bellucci. La domanda sorge spontanea come mi suggerisce il maestro Lubrano: ma bisogna portare in dote un cognome straniero (non so Ibrahimovic ad esempio), per essere definito “genio” del calcio? Beh consoliamo il povero blucerchiato Claudio plaudendo al suo magnifico gesto e rinfrancando il suo spirito ricordandogli che, realizzazioni così belle, sono degne della miglior Monica che, guarda caso, anche lei si chiama Bellucci…
L’unico match terminato a reti inviolate è stato quello di Bergamo tra Atalanta e Lecce.
Chiudiamo il nostro quadro sulla Serie A parlando del doppio responso avuto da una singola sfida, vale a dire Juventus-Roma, anticipo serale di sabato. La "ex classica" del nostro calcio, vista la balbuziente classifica dei giallorossi (adesso terzultimi), ha infatti decretato la definitiva fine della crisi della “Vecchia Signora” che, testuali parole di Ranieri “adesso vede l’aurora” (ed anche il ritorno in Champions League al Bernabeu contro un infuriato Real Madrid ieri bloccato dal modesto Almeria) e il baratro della retrocessione per gli uomini di Spalletti, che potrebbe dimettersi qualora mercoledì all’Olimpico contro il Chelsea, la fanteria romana dovesse schiantarsi sulle solide palizzate inglesi. Staremo a vedere.
Fonte Simone Alibani per mediagol
Rocchi e l'arte sottile di indirizzare le partite senza che nessuno se ne accorga...
Maledetta sudditanza, ci risiamo. Niente da fare. E’ più forte di loro, cioè degli arbitri. Evidentemente non è proprio possibile fischiare senza avere uno se non due occhi di riguardo per Milan (stavolta in primis) ma anche per Inter e Juve. Le strisce di sempre, insomma.
Ognuno può rinfacciarsi all’infinito questo o l’altro torto subito così da lavarsi la coscienza, ma la realtà è lampante: con le grandi non si può, non si deve, non sta bene. Onore il potente, regola numero uno. Ed il bello è che stavolta non ci sono episodi così clamorosi, o se ci sono si può obiettare per ore, ma è la GESTIONE delle partite che è tornata saldamente in mano alle big ben aldilà delle capacità dei rispettivi campioni di far gol e vincere le partite. La “gestione” degli arbitri è cosa nota e arcinota: consiste nello spezzettare il gioco dei più deboli, distribuire qualche ammonizione al momento giusto, ignorarne altre. E ancora lasciar correre o invertire perfino la rimessa laterale sempre al momento più opportuno. Per le moviole è impossibile documentare tutte queste micro ingiustizie che però alla fine della partita sommate insieme fanno la differenza.
Illuminante è stato il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a SKY nel dopopartita di San Siro: “Inutile tirare in ballo la sudditanza, andrebbe tirato in ballo tutto il calcio italiano.” ha detto in pratica il patron azzurro. Un’accusa gravissima che dimostra come il potere nel calcio abbia adesso vecchi-nuovi padroni rispetto al … passato. E non basta neanche Collina a spodestare quella straordinaria inimitabile virtù di cui si dota ogni italiano armato quando imbraccia un briciolo di potere: correre in soccorso al vincitore.
Gli arbitri, per non correre rischi e allo scopo di avvantaggiarsi sul lavoro, iniziano subito dallo 0-0 cioè dal primo minuto così che sconfiggere Milan, Inter o Juve è tornata l’impresa di sempre, ovvero dei tempi di Calciopoli.
Fonte calciomercato.com
La strega nel cuore: Benevento - Real Marcianise
Delude il derby campano della decima giornata, valevole per il campionato di Lega Pro. Non si fanno male Benevento e Marcianise e si dividono un punto molto più utile ai casertani che ai beneventani.
Entrambi gli allenatori riservano qualche sorpresa negli undici iniziali.
Papagni presenta una squadra spregiudicata lasciando fuori Cejas e schierando Clemente come esterno di centrocampo.
Fusi, dal suo canto, lascia in panchina l'ottimo Russo per schierare Ciano, giocatore più attento alla fase difensiva.
Le prime occasioni della partita sono del Benevento, con Palermo che per due volte non riesce a centrare la porta. Al 37esimo i sanniti passano in vantaggio con un gran gol di Clemente, abile a finalizzare di testa un cross pennellato di Bueno.
La gioia però dura poco: due minuti dopo, infatti, il Real agguanta il pareggio con Innocenti che ribadisce in rete una palla che danzava pericolosamente nell'area giallorossa.
Ad inizio ripresa il Marcianise ha subito la possibilità di portarsi in vantaggio, con Innocenti che, solo davanti a Gori, spara il pallone nel cielo beneventano.
Papagni, viste le scelte infelici del primo tempo, rivoluziona la squadra con gli ingressi di Cejas per Cinelli e di Tesser per Palermo. Grazie alle geometrie del centrocampista argentino, il Benevento riesce ad avere nelle mani il pallino del gioco, anche se non crea grossi pericoli alla difesa marcianisana.
Al 23esimo viene espulso Ciano, per un fallo da ultimo uomo su Bueno, apparso molto dubbio dalla tribuna. Il Benevento ne approfitta per cercare a tutti i costi la vittoria ma, vuoi per la scarsa vena degli attaccanti vuoi per i cambi di Fusi che mette dentro altri due difensori, il risultato non si sblocca, rimanendo impantanato sull'1 a 1.
PAGELLE
GORI: poco impegnato questa sera, ma quando viene chiamato in causa è sempre pronto e attento. 6
AQUILANTI: non molto positiva la sua prova. Appare timido e intimorito da non si sa cosa. Sbagli anche i passaggi più elementari ed è inesistente nella spinta offensiva e nelle sovrapposizioni. 5,5
COLOMBINI: il buon Francesco fornisce una prova finalmente degna delle sue quotazioni. Perfetto in fase difensiva, dà il giusto apporto alla manovra offensiva della squadra, arrivando al cross più volte. 6,5
FERRARO: un passo indietro rispetto alla prova di Pistoia, ma comunque la sufficienza la raggiunge, anche perché difronte ha un avversario di tutto rispetto. Guida bene la difesa, diventandone sempre più leader. 6,5
IGNOFFO: Romano e Innocenti sono due brutti clienti e mettono spesso in difficoltà il roccioso difensore già del Napoli. Non riesce a prendere le misure alle punte marcianisane, sembrando molto impacciato e impreciso. 5,5
DE LIGUORI: solita partita cuore e polmoni. Recupera una quantità industriale di palloni e fa un pressing asfissiante sui portatori di palla gialloverdi. Dovrebbe essere meno frettoloso e ragionare un pò in più quando ha la palla tra i piedi, ma va bene così6,5
CINELLI: come il suo compagno di reparto. Quando si tratta di recuperare palla, il rosso centrocampista è sempre puntuale. Ma nella costruzione del gioco è praticamente inesistente e ne risente tutta la squadra. 6
PALERMO: cerca di riscattarsi dalle prove opache delle ultime giornate, mettendoci tanto impegno. Non ci riesce anche perchè gioca completamente fuori ruolo, risultando spesso spaesato. 5
CLEMENTE: è in buon momento di forma e il gol realizzato è lì a dimostrarlo. Non si capisce perchè Papagni lo schieri esterno di centrocampo tenendolo di fatto lontano dall'area di rigore, avendo anche compiti di ripiegamento difensivo. 6,5
BUENO: arriva da un infortunio muscolare e questo può essere un alibi per la sua grigia prestazione. A parte l'assist per Clemente, non fa nient'altro risultando perfino superflueo nei movimenti offensivi. Da rivedere. 5
CASTALDO: anche la sua prestazione non è delle più rosee. Ma, a differenza di Bueno, cerca di inventarsi qualcosa e, a dir il vero, una rete la realizza pure, ingiustamente annullata dall'arbitro. 6
CEJAS: quando entra dimostra che di lui, proprio non si può fare a meno. Le sue geometrie sono fondamentali per una squadra che altrimenti è quasi abulica. Fondamentale 6,5
Milan - Napoli: l'eterno ritorno
Domenica il big match tra i rossoneri in salsa brasiliana e il giovane Napoli degli argentini Denis e Lavezzi. Un ritorno al passato e a quegli anni Ottanta dove da una parte Maradona e dall'altra Van Basten si contendevano il primato del pallone.
Milan-Napoli l’eterno ritorno. Dopo tante traversie, i partenopei sono tornati stabilmente in serie A e soprattutto in vetta alla classifica. Il Milan insegue, a un punto di distanza. Milan-Napoli di domenica sera rimanda inevitabilmente ai tempi che furono, gli anni Ottanta, quelli delle magie di Maradona e della scalata al potere (allora calcistico) di Berlusconi.
Partiamo però dal presente, o dal prossimo futuro. Domenica sarà Milan contro Napoli, ma anche Brasile contro Argentina. Da una parte il terzetto carioca con almeno due dei tre (Kakà e Ronaldinho, al momento imprescindibili) sicuri di scendere in campo: alle magie dei due brasiliani, ormai da tempo noti nel panorama del grande calcio, si affida Ancelotti.
Gli argentini del Napoli sono invece Lavezzi e Denis. Giovani e affamati, come giovane è il Napoli. Arrivati in Italia a cercare gloria , soprattutto Denis vola sulle ali della tripletta rifilata alla Reggina. Accanto a loro il terzo asso, si chiama Hamsik, freddo portento di centrocampo dell’Europa mitteleuropea (è slovacco).
C’è stato un tempo in cui Milan-Napoli valeva scudetti e soprattutto feroci rivalità. Da una parte la Milano industriale, dall’altra la Napoli arretrata: era l’inizio della fine della Prima Repubblica e l’ascesa della Lega Nord, il che aggiungeva alla sfida una bella dose di pepe. Maradona e i brasiliani Careca e Alemao da una parte, il terzetto di olandesi Van Basten, Gullit e Rijkaard dall’altra.
La passionalità sudamericana a Napoli, la freddezza nordeuropea a Milano. Per almeno un paio di anni sono state partite da mondovisione. Nel 1988 il Napoli arrivava dal suo primo scudetto, trascinato da Maradona. Il Milan berlusconiano allora stava solo sorgendo. Ma fu un 4-1 a San Siro dei ragazzi di Sacchi ad arrestare la corsa partenopea. Nella gara di ritorno al San Paolo, a due giornate dalla fine, 3-2 per gli ospiti: scudetto a Milano, Napoli ko.
L’anno dopo lo scudetto sarebbe andato all’Inter, con il Milan impegnato a vincere la Coppa dei Campioni. La sfida tra Milan e Napoli però si riaccende nel 1990. I rossoneri umiliano Maradona e compagni nello scontro diretto, ma quella è la stagione del caso Alemao: sgoccioli di campionato, a Bergamo una monetina colpisce il brasiliano, vittoria a tavolino che permette al Napoli di agganciare il Milan capolista.
Polemiche a non finire e soprattutto l’accusa ad Alemao di aver simulato. Il Milan poi cade a Verona, il Napoli accende la freccia di sorpasso e va a vincere il suo secondo scudetto. Ma è l’inizio della fine, perché l’astro di Maradona inizia a oscurarsi. Negli anni successivi il Milan volerà con Capello, il Napoli inizierà a perdersi in un decennio orribile, tra retrocessioni e fallimenti.
Roma: crisi De Rossi - Spalletti?
La Roma ai tempi della Juve è una polveriera. Uova lanciate contro il centro tecnico d'allenamento di Trigoria; contestazione allo stadio da parte della curva con fischi ai giocatori fatti salvi Totti e De Rossi; situazione societaria in bilico con il maggior creditore (Unicredit) che bussa alle porte della Sensi per il rientro dal debito del gruppo Italpetroli e che controlla di fatto la società giallorossa.
Ma non basta. Il clima pesantissimo che si è creato a Trigoria dove la squadra è in ritiro quasi permamente dalla sconfitta di Udine, sta sfaldando il gruppo che sfiorò l'impresa scudetto l'anno scorso. L'ultimo senatore a voltare le spalle al tecnico è De Rossi. A "Capitan Futuro", come lo chiamano a Roma, non sono andate giù diverse cose della gestione Spalletti. Convinto anche dal tecnico toscano a rinnovare il contratto in nome di un "progetto" nonostante le offerte indecenti del Real Madrid, il mediano si è sentito tradito dal flirt che Spalletti intrattenne con Abramovich ad inizio stagione. Da lì gli attriti, acuiti dalla convocazione per l'amichevole di Londra contro il Tottenham del 10 agosto, durante le ricerche del suocero scomparso, poi ritrovato assassinato il 13. Il giocatore chiese di poter restare accanto alla moglie in quel momento drammatico ma fu costretto a partire.
Spalletti, l’uomo che riportò la "normalità" a Roma, che prese una squadra con una media di cinque chili sovrappeso per portarla ai quarti di Champions League, è chiaramente un allenatore in bilico. Dalla sua parte sembra rimasto l'acciaccato capitan Totti, che pure ha avuto degli screzi col tecnico ma solo per la smania di voler rientrare troppo presto da un infortunio che richiedeva cautela. A fianco del capitano ci sono gli altri fedelissimi del tecnico (Pizarro, Perrotta, Tonetto e Cassetti), il resto dello spogliatoio non ha mostrato altrettanta coesione. Soprattutto gli otto brasiliani formano un gruppo difficilmente governabile, che ha già avuto modo di discutere col tecnico. Il portiere Doni gioca con infiltrazioni da mesi, Cicinho è in rotta di collisione dopo l'esclusione (e la lite) che ebbe con Spalletti prima della gara in Supercoppa.
In tutto questo, la società ha appena rinnovato la fiducia all’allenatore, con l'invito a mettere fuori rosa chi rema contro. Ma la mossa rivelerebbe più incapacità di agire che un effettivo tentativo di risolvere i problemi. Il punto è questo: Spalletti sa benissimo di non potersi privare di un giocatore come De Rossi perché avrebbe l'intera città contro. La Sensi si sta cautelando, chiedendo consigli (e disponibilità?) al vecchio Carletto Mazzone che potrebbe arrivare in qualità di traghettatore in qualsiasi momento.
Intanto i giocatori, per nulla abituati ai ritiri, sono nervosi. Molti non hanno gradito i fischi di giovedì sera alla lettura delle formazioni, prima che la partita venisse rinviata per il nubifragio, e quando il pulmann della squadra è stato bloccato da un centinaio dai tifosi che contestavano lo scarso impegno, appena fuori l'Olimpico, sono stati Totti e De Rossi ad uscire, a mostrare la faccia, ad invitare la gente ad avere pazienza. Non a caso gli unici a essere stati risparmiati dalla contestazione.
La situazione è critica, il tecnico domani sera si affiderà alla vecchia guardia e non schiererà nessun nuovo acquisto. La sua avventura potrebbe fermarsi a Torino, dove - mormorano a Roma - ne inizierebbe un'altra il prossimo anno. Ma questa è un’altra storia.
Fonte La Stampa
Inter, ritorno alle armi
"Bisogna ingranare". E' il chiaro invito di Moratti a fare meglio. Un richiamo alla squadra, che, per ora, viene addolcito dalle sucessive parole: "Non è stata certamente la miglior partita disputata dall'Inter in questo avvio di stagione - continua Moratti -, ma siamo solo all'inizio del campionato e abbiamo un nuovo allenatore, nuovi schemi e nuove idee".
La serenità che esce da queste frasi è verosimile. Infatti, il mezzo passo falso dell'Inter non è stato ben digerito. Perchè il pari ha fatto scivolare l'Inter al quarto posto dietro a Napoli, Udinese e Milan. Ed era dall'ultima giornata del campionato 2006 che non accadeva. Erano tre anni che il Milan stava dietro all'Inter. Allo scivolone dal primo al quarto posto si aggiunge il fatto che rispetto alla scorsa stagione l'Inter ha 3 punti meno. E, il risultato di tutto ciò è il confronto con l'Inter di Mancini. Impossibile non farlo. Moratti è restio ai paragoni, ma i dati parlano chiaro.
"Al massimo deve incentivare Mourinho a fare meglio - dice Moratti -, ma ogni campionato ha la sua storia: questo è certamente difficile e noi abbiamo cambiato delle cose. Per questo non posso pretendere di vedere la stessa esperienza di chi la squadra ce l'aveva in mano da tempo". Poi la stoccata finale: "Il potenziale dell'Inter è tale da risolvere ogni cosa positivamente. Però bisogna anche saperlo dimostrare e siamo in attesa che lo dimostrino".
Fonte calciomercato.com
Le probabili formazioni della nona giornata
Le probabili formazioni della nona giornata di campionato.
Partiamo con Torino - Atalanta
Torino (4-3-2-1): Calderoni; Diana, Pratali, Natali, Rubin; Barone, Dzemaili Samuel; Abate, Amoruso; Stellone. A disposizione: Fontana, Pisano, Di Loreto, Zanetti, Rosina, Abbruscato, Bianchi
Atalanta (4-4-1-1): Coppola; Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini; Ferreira Pinto, De Ascentis, Guarente, Padoin; Doni; Floccari. A disposizione: Consigli, Capelli, Rivalta, Marconi, Valdes, Bonaventura, Cerci
Roma - Sampdoria
Roma (4-1-4-1): Doni; Cicinho, Juan, Panucci, Tonetto; De Rossi; Pizarro Brighi, Perrotta, Menez; Totti. A disposizione: Artur, Riise, Loria, Filipe, Taddei, Okaka, Montella
Sampdoria (3-5-2): Castellazzi; Lucchini, Accardi, Gastaldello; Stankevicius, Sammarco, Delvecchio, Franceschini, Pieri; Cassano; Bonazzoli. A disposizione: Fiorillo, Bottinelli, Padalino, Ziegler, Dessena, Bonazzoli, Fornaroli
Napoli - Reggina
Napoli (3-5-2): Navarro; Santacroce, Cannavaro, Contini; Maggio, Pazienza, Gargano, Hamsik, Mannini; Denis, Lavezzi. A disposizione: Giannello, Rinaudo, Aronica, Montervino, Vitale, Zalayta, Pià
Reggina (3-5-1-1): Campagnolo; Lanzaro, Valdez, Costa; Vigiani, Barreto, Carmona, Hallfredson, Ceravolo; Di Gennaro; Corradi. A disposizione: Puggioni, Cosenza, Tognozzi, Alvarez, Sestu, Barillà, Rakic
Milan - Siena
Milan (4-3-1-2): Abbiati; Antonini, Bonera, Maldini, Zambrotta; Gattuso, Seedorf, Ambrosini; Kakà; Pato, Inzaghi. A disposizione: Dida, Favalli, Darmian, Emerson, Cardacio, Shevchenko, Borriello
Siena (4-3-1-2): Manitta; Rossettini, Moti, Portanova, Del Grosso; Vergassola, Codrea, Galloppa; Kharja; Ghezzal, Maccarone. A disposizione: Ivanov, Rossi, Jarolim, Zuniga, Jaakkola, Calaiò, Frick
Genoa - Cagliari
Genoa (3-4-3): Rubinho; Papasthopoulos, Ferrari, Bocchetti; Rossi, Vanden Borre, Mesto, Thiago Motta; Sculli, Milito, Gasbarroni. A disposizione: Scarpi, Biava, Brivio, Potenza, Criscito, Roman, Jankovic
Cagliari (4-3-1-2): Marchetti; Pisano, Astori, Bianco, Agostini; Fini, Conti, Parola; Lazzari; Jeda, Acquafresca. A disposizione: Lupatelli, Matheu, Lopez, Burrai, Biondini, Matri, Larrivey
Fiorentina - Inter
Fiorentina (4-3-1-2): Frey; Zauri, Kroldrup, Gamberini, Vargas; Kuzmanovic, Felipe Melo, Montolivo; Santana, Pazzini, Osvaldo. A disposizione: Storari, Comotto, Da Costa,Almiron, Donadel, Jovetic
Inter (4-3-3): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Chivu, Maxwell; Stankovic, Dacourt, Zanetti; Quaresma, Ibrahimovic, Mancini. A disposizione: Toldo, Materazzi, Burdisso, Vieira, Balotelli, Crespo, Obinna
Chievo-Lazio
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Mandelli, Yepes, Mantovani; Luciano, Patrascu, Bentivoglio; Marcolini; Pellissier, Esposito. A disposizione: Squizzi, Malagò, Scardina, Pinzi, D´Anna, Bogdani, Iunco
Lazio (4-3-3): Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov; Brocchi, Ledesma, Dabo; Pandev, Zarate, Rocchi. A disposizione: Muslera, Radu, Diakité, De Silvestri, Cinelli, Makinwa, S. Inzaghi
Catania - Udinese
Catania (4-3-1-2): Bizzarri; Sardo, Stovini, Silvestre, Alvarez; Izco, Ledesma, Biagianti; Mascara; Paolucci, Morimoto. A disposizione: Kosicky, Terlizzi, Silvestri, Baiocco, Tedesco, Plasmati, Martinez
Udinese (4-3-3): Handanovic; Motta, Coda, Domizzi, Lukovic; Inler, D´Agostino, Isla; Pepe, Quagliarella, Floro Flores. A disposizione: Koprivec, Sala, Ferronetti, Nef, Pasquale, Obodo, Sanchez
Bologna - Juventus
Bologna (3-5-2): Antonioli; Moras, Castellini, Bombardini; Lavecchia, Mingazzini, Mudingayi, Marchini, Valiani; Di Vaio, Marazzina. A disposizione: Colombo, Zenoni, Terzi, Lanna, Rodriguez, Adailton, Bernacci
Juventus (4-4-2): Manninger; Mellberg, Knezevic, Chiellini, Molinaro; Marchionni, Sissoko, Ekdal, Nedved; Amauri, Iaquinta. A disposizione: Chimenti, Ariaudo, Castiglia, Tiago, F.Rossi, Camoranesi, Giovinco
Quanto è brutta la serie A italiana!
Si gioca male quasi ovunque. E l'Inter, il Milan, la Juve, la Roma sono le prime bandiere di questa regressione evidente. Si segna poco, 16% meno di un anno fa, che non fu un anno particolare. Lo sfizio tecnico è tenere dieci giocatori dietro la linea del pallone. E questo restare molto chiusi, questo correre e ingegnarsi a coprire qualunque spazio, lo si scambia per gioco moderno.
All'atto pratico non c'è mai stato in Italia niente di più vicino al catenaccio.
Siamo vecchi. L'Arsenal che ha giocato mercoledì scorso in Champions aveva 22 anni e mezzo di età media. In Italia molte squadre non hanno nemmeno un under 23 tra i 14 che vanno in campo. Siamo lenti perché ci vogliamo molto esperti. Vediamo la gioventù e la qualità come effetti destabilizzanti. A inizio stagione avevano giocato con piccola regolarità 5 ragazzi tra i 18 e i 19 anni: Pato, Okaka, Jovetic, Sanchez, Balotelli. Oggi nessuno è più titolare, spesso molti vanno in tribuna. La modernità del calcio sta portando alla fine dell'istinto. La preparazione atletica oggi è assolutamente prioritaria. Poi c'è l'evoluzione tattica pignola. Nessun giocatore, nemmeno Kaká, può muoversi secondo piacere. Ha compiti precisi che lo tengono bloccato in una zona di campo e chiuso dentro solo pochi movimenti. Lo 0-0 sta sempre più diventando il risultato esatto.
Il gol è un errore, non più un'impresa. Stiamo cercando dal calcio le conseguenze precise di una macchina. Ma non può essere così. Mourinho ha ragione quando pretende obbedienza e ordine dai suoi giocatori, ma Balotelli-Adriano- Obinna-Cruz non hanno niente in comune, gente così diversa avrà sempre difficoltà a fare la stessa cosa.
Il calcio è gioco di squadra almeno quanto è individualità. D'altra parte, se proviamo a fare il percorso inverso, il risultato diventa semplice: perché dovremmo giocare bene? Non ci sono fuoriclasse, ci sono alcuni grandi giocatori (Ibrahimovic, Kaká, Del Piero, De Rossi e poco altro), sono pochissimi in genere i giocatori che hanno qualità. Inter e Juventus hanno solo mediani dove comincia il gioco. Il Milan è costretto ad averne perché deve coprire l'attacco più anarchico (e di qualità) del campionato. Gioca infatti bene a San Siro quando le squadre aspettano i fantasisti in area. Soffre moltissimo in trasferta (a Genova, a Cagliari, ieri a Bergamo) perché la squadra diventa lunga e sempre in inferiorità numerica quando la palla è agli altri.
Ma almeno il Milan ci prova, è una squadra «normale», cerca il calcio attraverso il calcio. L'Inter in casa ha sempre grandi difficoltà. Non ha spazio, dovrebbe avere qualità. Ha forza, giocatori importanti, di sicuro anche qualità, ma non quella che serve, non quella che noi crediamo abbia. L'abitudine alla diretta televisiva ha abbassato i nostri riferimenti tecnici e alzato quelli del nostro tifo. Diventa spesso molto bello quello che semplicemente è utile alla nostra squadra. Un tiro, uno stop, un passaggio. Ma le grandi cose sono poche. Fateci caso, un dribbling è diventato un evento. Eppure è l'anima del gioco, ma la modernità prevede che il dribbling non esista, si deve andare oltre l'avversario triangolando. Il dribbling è arte, naturalezza, cose impreviste. Sto esagerando, ma non troppo. Chi si diverte alzi la mano. Il «male» è così diffuso che sta diventando parte del calcio, non si distingue più. Come la classifica attuale. Quattro anni fa con 17 punti si sarebbe stati quarti. Meglio l'equilibrio, sa sempre di aria fresca. Ma dietro la mischia raramente c'è qualità.
Fonte Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Il fair play di facciata: il caso Gilardino
E’ una questione di cultura (anche se in casi come questo occorrerebbe parlare di non cultura e lasciare che la cultura mantenga solo un’accezione di significato positiva). Noi italiani siamo fatti così: ci sarebbe molto da fare, da lavorarci sopra per cambiare l’ordine delle cose. Ma si finisce sempre col non fare nulla. Gli episodi cambiano i protagonisti ma nella sostanza sono sempre gli stessi. Come uguale a se stesso è il dibattito più o meno mediatico che gira intorno ad essi. Favorevoli e contrari: perché se da un lato si accusa dall’altro si deve per forza giustificare. Siamo cerchiobottisti nati.
Quante volte l’avrà detto l’Arrigo, rimarcando la differenza con la cultura (quella sì positiva) di altre nazioni in materia di sport e di calcio in particolare? Oggi, al netto del suo Rolex d’oro e della sua Porsche (così come lo vuole la caricatura satirica cucitagli intorno dal buon Crozza), non possiamo non dargli ragione. Ma con enfasi meno predicatoria e espressione meno bonaria, lo stesso concetto lo aveva espresso Mourinho al termine di Inter - Catania. Solo che lì qualcuno, di cui ora mi sfugge il nome ma che sono certo avesse a che fare con i monasteri del Tibet, aveva subito brandito l’ascia di guerra da spaccare sonoramente sulle gengive del mal capitato tecnico lusitano. Tutto in pieno stile Italians.
Certo che con l’episodio di Gilardino non abbiamo fatto un gran figurone all’estero: specie se per estero si intendono i paesi d’Oltremanica dove il termine Fair Play in verità è stato coniato; terre dove l’aria è così salubre che persino il Paolo Di Canio di turno (senza nulla togliere all’ex calciatore laziale, qui preso semplicemente a prototipo del calciatore professionista italiano) può fermare la palla con le mani in piena area di rigore avversaria se si accorge che il portiere degli altri è a terra fuori dai pali. Lì gesti del genere vengono applauditi e glorificati e l’onda lunga di tale gloria finisce con l’arrivare anche qui, sulla Penisola. Ma già quando ne riparlano i nostri giornali e le nostre tv si ha l’impressione che il fatto abbia perso la purezza iniziale, la verginità britannica, per acquisire già un non so che di strano, originale, bizzarro: ‘Ma guarda un po’ quello che cosa ha fatto!’.
Rimane la lode, ma di fianco le si apre il dibattito: ‘E’ giusto?’. ‘Lo avreste fatto pure voi?’. Ed è qui che l’italiano si perde: perché se dai spazio al dibattito significa che dai avvio alla speculazione filosofica…’Ah sì, ma, però…’. La filosofia costruisce tesi e teorie, alcune pro e altre contro. Siccome siamo amanti del dibattito e il dibattito non si fa se non con il contraddittorio, allora tutte le opinioni hanno diritto ad essere accolte. Ecco, pertanto, che insieme a coloro che tessono le lodi dell’eroe iniziano a comparire, con eguale dignità e diritto di parola, coloro che alimentano la tesi del ‘babbeo colossale’. Lì tutto ritorna di nuovo in discussione e ciò che inizialmente pareva essere un punto fermo, un dato di fatto, si dilegua nell’incertezza e nell’assenza di una soluzione finale, perché a quel punto ciascuno si fa una propria opinione e tutti rimangono delle proprie idee. Finita la magia del Fair Play.
E questo per un episodio avvenuto fuori dal campionato italiano. Non parliamo di episodi del campionato italiano! Palermo – Reggina, il gesto di Brienza. Apriti cielo! Dibattiti, contro-dibattiti, l’associazione degli allenatori che prende posizione, i tifosi della Reggina passati dal nero all’amaranto, quelli del Palermo che difendono ma che sotto sotto magari pensano: ‘Fortuna che non giocava più per noi’ (nessuna vergogna nell’ammetterlo, signori: siamo in Italia e questi sono pensieri legittimi).
E’ vero: il calcio ormai è luogo degli interessi di business più sfrenati e molto dell’aurea purezza dello sport s’è persa con gli anni. Ma qui siamo di fronte a una forma mentis che è più radicata e profonda del senso degli affari. Il silenzio omertoso di Gilardino è l’autodifesa contro il pubblico dileggio, perché il giocatore sa che se metà degli Italiani lo avrebbero applaudito per la confessione, l’altra metà lo avrebbe crocifisso. E se guarda caso in quest’ultima metà ci fosse stata anche la parte di fede viola? Allora so’ problemi.
I media, in tutto questo, aggiungono il loro condimento: il dibattito, come detto. E questo non ha nulla a che vedere col business…almeno con quello strettamente calcistico. Riguarda semmai il business televisivo ed editoriale: l’audience e la vendita dei giornali. A parte i ‘Porta a Porta’ speciali delle sera stessa del posticipo con i pro e i contrari al gesto dell’attaccante biellese, pure ieri, di fronte ad un insindacabile verdetto del giudice sportivo (squalifica di due turni al giocatore per manifesta condotta antisportiva: cosa che in altri paesi spingerebbe a fare una conferenza stampa ad hoc per manifestare pubblicamente le proprie scuse) la testata di turno apriva, in concomitanza alla news, il forum: ‘Siete d’accordo col giudice?’. Capite bene che così non si mette mai il punto alle questioni e non si consente di andare a capo.
Ha detto Prandelli che anche lui come tutti sogna un mondo in cui certe ammissioni di colpa siano la regola e non l’eccezione spesso mancata. Speriamo che il sogno cominci ad avverarsi sin da oggi, magari con la rinuncia della Fiorentina a presentare ricorso per la squalifica di Gilardino.
Fonte Fabio Giacalone per mediagol.it
Il punto sull'ottava giornata di campionato
Una giornata caratterizzata da sorprese, piacevoli conferme e qualche delusione di troppo. Negli anticipi del sabato il Siena impatta sul Catania: risultato 1 a 1 ma gli etnei devono ringraziare "San Bizzarri" autore di parate straordinarie.
Nella serata di sabato va di scena il derby della Mole tra i più brutti di sempre.
Ne esce vincitrice la Juventus grazie ad Amauri ma soprattutto grazie a Calderoni colpevole sul gol del bomber brasiliano. Un derby privo di spettacolo e azioni degne di nota ma animato dai molti falli e dalle continue interruzioni del gioco.
Il Milan riesce a superare un' Atalanta che non ha siguramente sfigurato ma che anzi avrebbe meritato almeno il pareggio.
Continua la rinascita del Cagliari; stavolta a farne le spese è il Chievo di Iachini che deve piegarsi di fronte ad un gran gol di Acquafresca ( tornato sui livelli dello scorso anno ) e al raddoppio di Fini.
Il Genoa riesce a bloccare sullo 0 a 0 un'Inter apparsa piuttosto contratta e forse anche affaticata. I nerazzuri hanno subito per larghi tratti del match l'iniziativa genoana che si è allentata solo in seguito all'espulsione di Juric.
Continua a stupire il Napoli che riesce a superare fuori casa anche la Lazio. Lo fa soprattutto grazie ad un Lavezzi apparso imprendibile e che ha nettamente vinto il confronto a distanza con l'altro argentino Zarate.
La Reggina supera di rigore il Lecce. Entrambi i tiri dagli undici metri portano la firma di Bernardo Corradi.
Ritorna alla vittoria la Sampdoria che supera il Bologna grazie ad i gol di Delvecchio e Bellucci, tornato titolare dopo l'infortunio patito nello scorso finale di stagione.
La Roma non riesce ad uscire dal periodo nero che sta attanagliando la squadra in quest'utlimo periodo. I giallorossi sono stati letteralmente surclassati da un'Udinese capace di raggiungere la vetta della classifica in coabitizione con Inter e Napoli.
Grandi polemiche nel posticipo serale: i palermitani sono furiosi per il gol di mano di Gilardino che ha dato il là alla vittoria della Fiorentina. In effetti la rete è apparsa nettamente irregolare e il Palermo non meritava assolutamente la sconfitta.
Archivio del blog
-
▼
2009
(360)
- ► 07/19 - 07/26 (2)
- ► 07/05 - 07/12 (5)
- ► 06/28 - 07/05 (19)
- ► 06/21 - 06/28 (16)
- ► 06/14 - 06/21 (19)
- ► 06/07 - 06/14 (25)
- ► 05/31 - 06/07 (20)
- ► 05/24 - 05/31 (17)
- ► 05/17 - 05/24 (11)
- ► 05/10 - 05/17 (10)
- ► 05/03 - 05/10 (9)
- ► 04/26 - 05/03 (4)
- ► 04/19 - 04/26 (8)
- ► 04/12 - 04/19 (6)
- ► 04/05 - 04/12 (6)
- ► 03/29 - 04/05 (11)
- ► 03/22 - 03/29 (10)
- ► 03/15 - 03/22 (15)
- ► 03/08 - 03/15 (42)
- ► 03/01 - 03/08 (24)
- ► 02/22 - 03/01 (20)
- ► 02/15 - 02/22 (17)
- ► 02/08 - 02/15 (14)
- ► 02/01 - 02/08 (6)
- ► 01/25 - 02/01 (6)
- ► 01/18 - 01/25 (8)
- ► 01/11 - 01/18 (4)
- ► 01/04 - 01/11 (2)
-
►
2008
(84)
- ► 11/16 - 11/23 (1)
- ► 11/09 - 11/16 (3)
- ► 11/02 - 11/09 (3)
- ► 10/26 - 11/02 (7)
- ► 10/19 - 10/26 (4)
- ► 09/21 - 09/28 (2)
- ► 09/14 - 09/21 (1)
- ► 09/07 - 09/14 (1)
- ► 08/31 - 09/07 (2)
- ► 08/24 - 08/31 (5)
- ► 08/17 - 08/24 (5)
- ► 08/10 - 08/17 (5)
- ► 08/03 - 08/10 (1)
- ► 07/27 - 08/03 (6)
- ► 07/20 - 07/27 (7)
- ► 07/13 - 07/20 (11)
- ► 07/06 - 07/13 (10)
- ► 06/29 - 07/06 (10)
Tags
- Juventus (96)
- Inter (85)
- Milan (62)
- Napoli (42)
- Roma (38)
- Calciomercato (29)
- Mourinho (25)
- Real Madrid (25)
- Serie A (25)
- Chelsea (22)
- Il punto su... (21)
- Fiorentina (18)
- Ibrahimovic (18)
- Ancelotti (16)
- Champions League (16)
- Genoa (16)
- Torino (16)
- Kakà (14)
- Barcellona (13)
- Lazio (13)
- Ranieri (12)
- Diego (11)
- Pagelle (11)
- Rassegna stampa (11)
- Italia (10)
- La strega nel cuore (9)
- Manchester United (9)
- Marino (9)
- Moratti (9)
- Sampdoria (9)
- Udinese (9)
- Calcio (8)
- Lippi (8)
- Liverpool (8)
- Maicon (8)
- Spalletti (8)
- Trezeguet (8)
- Bologna (7)
- Cassano (7)
- Conte (7)
- Maldini (7)
- Nedved (7)
- Palermo (7)
- Benevento (6)
- D'Agostino (6)
- De Laurentis (6)
- Galliani (6)
- Serie B (6)
- Xabi Alonso (6)
- Arsenal (5)
- Bari (5)
- Berlusconi (5)
- Del Piero (5)
- Eto'o (5)
- Gasperini (5)
- Lavezzi (5)
- Parma (5)
- Prandelli (5)
- Ronaldinho (5)
- Amauri (4)
- Buffon (4)
- Cairo (4)
- Cannavaro (4)
- Donadoni (4)
- Drogba (4)
- Manchester City (4)
- Mancini (4)
- Mutu (4)
- Pirlo (4)
- Reja (4)
- Silva (4)
- Adriano (3)
- Allegri (3)
- Ballardini (3)
- Bayern Monaco (3)
- Benzema (3)
- Cagliari (3)
- Calendario (3)
- Cristiano Ronaldo (3)
- Ferrara (3)
- Giampaolo (3)
- Giovani (3)
- Huntelaar (3)
- Irlanda (3)
- Lampard (3)
- Milito (3)
- Nazionale (3)
- Pandev (3)
- Poulsen (3)
- Reggina (3)
- Santon (3)
- Siena (3)
- Tifosi (3)
- Vucinic (3)
- Zapata (3)
- Acquafresca (2)
- Adebayor (2)
- Aguero (2)
- Aquilani (2)
- Arbitri (2)
- Atalanta (2)
- Balotelli (2)
- Barreto (2)
- Beckham (2)
- Cobolli Gigli (2)
- Confederations cup (2)
- Coppa Italia (2)
- Coppa Uefa (2)
- Crespo (2)
- De Rossi (2)
- Di Natale (2)
- Empoli (2)
- Felipe Melo (2)
- Floccari (2)
- Florentino Perez (2)
- Galloppa (2)
- Giovinco (2)
- Hamsik (2)
- Lega (2)
- Leonardo (2)
- Lione (2)
- Messi (2)
- Mexes (2)
- Novellino (2)
- Pato (2)
- Quagliarella (2)
- Quaresma (2)
- Ribery (2)
- Rocchi (2)
- Shevchenko (2)
- Taddei (2)
- Tevez (2)
- Thiago Motta (2)
- Totti (2)
- Trapattoni (2)
- Uefa (2)
- Under 21 (2)
- Valencia (2)
- Villa (2)
- Zenga (2)
- Allenatori (1)
- Ambrosini (1)
- Appiah (1)
- Berbatov (1)
- Beretta (1)
- Bergomi (1)
- Blanc (1)
- Bordeaux (1)
- Borriello (1)
- Brasile (1)
- Cambiasso (1)
- Camolese (1)
- Camoranesi (1)
- Candido Cannavò (1)
- Carrizo (1)
- Cartellini (1)
- Casiraghi (1)
- Catania (1)
- Chievo (1)
- Chivu (1)
- Cigarini (1)
- Collina (1)
- Colonia (1)
- Comotto (1)
- Conti (1)
- Coppa Campioni (1)
- Corinthias (1)
- Corvino (1)
- Criscito (1)
- Crotone (1)
- Cruz (1)
- Curci (1)
- De Sanctis (1)
- Diarra (1)
- Donadel (1)
- Doni (1)
- Doping (1)
- Dossena (1)
- Douglas Costa (1)
- Drenthe (1)
- Dzemaili (1)
- Fabregas (1)
- Felice Natalino (1)
- Ferguson (1)
- Figueroa (1)
- Fiorillo (1)
- Flop (1)
- Foschi (1)
- Frey (1)
- G. Rossi (1)
- Gago (1)
- Gourcuff (1)
- Guardiola (1)
- Guberti (1)
- Iaquinta (1)
- Inghilterra (1)
- Intervista (1)
- Jimenez (1)
- Julio Cesar (1)
- L. Blanc (1)
- Lahm (1)
- Lanese (1)
- Lecce (1)
- Liga (1)
- Livorno (1)
- Mafia (1)
- Malouda (1)
- Mancini A. (1)
- Maradona (1)
- Marilungo (1)
- Mascherano (1)
- Matarrese (1)
- Matuzalem (1)
- Mihajlovic (1)
- Mister X (1)
- Moggi (1)
- Molinaro (1)
- Moretti (1)
- Moviola (1)
- Nakamura (1)
- Napoà (1)
- Nazionale olimpica (1)
- Pallone (1)
- Pancalli (1)
- Papadopulo (1)
- Pechino 2008 (1)
- Pennant (1)
- Pizarro (1)
- Platini (1)
- Podolski (1)
- Polizia (1)
- Porto (1)
- Pozzi (1)
- Premiership (1)
- Preziosi (1)
- Probabili formazioni (1)
- Prova TV (1)
- Rafa Benitez (1)
- Raiola (1)
- Razzismo (1)
- Reina (1)
- Repubblica (1)
- Robinho (1)
- Roma. Il Romanista (1)
- Roma. Milan (1)
- Ronaldo (1)
- Rosetti (1)
- Rosina (1)
- Rossi (1)
- Rubinho (1)
- Salernitana (1)
- Sandri (1)
- Savoia (1)
- Scudetto (1)
- Seedorf (1)
- Spaccarotella (1)
- Sporting Lisbona (1)
- Squalificati (1)
- Stadio (1)
- Stankovic (1)
- Stefano Borgonovo (1)
- Strega (1)
- Superlega (1)
- Tavano (1)
- Thiago Silva (1)
- Tiago (1)
- Toni (1)
- Top (1)
- Tuttomercatoweb.com (1)
- Ulivieri (1)
- Vargas (1)
- Video (1)
- Villareal (1)
- Werder Brema (1)
- Zamparini (1)
- Zarate (1)
- Zenit (1)
- Zhirkov (1)
- giallorossi (1)