Lazio, offerta a Nedved
Il contatto è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì al ristorante Giannino di Milano. Claudio Lotito ha incontrato Mino Raiola, procuratore di Pavel Nedved. E ha manifestato l’interesse della Lazio, che sul campione ceco per la verità si era mossa alla fine di maggio. Ci sono stati dei colloqui segretissimi, Lotito aveva già parlato con Nedved, due sere fa ha affrontato anche il suo procuratore e consigliere, pedina chiave per un’operazione di questo tipo. Perché Raiola, ancor più delle società che si sono fatte avanti, continua il suo pressing per spingere Nedved verso il campo. «È vero, ho visto Lotito. Bisognerà aspettare 10-15 giorni. Pavel è in ferie, si sta riposando. Decideremo tutto quando tornerà» .
GRADIMENTO - La Lazio ci crede, vuole Nedved a fine giugno. « Mai dire mai » era stata la prima apertura di Lotito nei confronti di Pavel. Lo considera un campione integro (44 presenze nell’ultima stagione con la Juve), una pedina importante per restituire personalità ed esperienza al centrocampo della Lazio, un modello da seguire per i più giovani all’interno dello spogliatoio. Risponderebbe, quindi, benissimo ai criteri a cui si ispira il presidente biancoceleste nella costruzione della squadra. Un rinforzo vero. Un colpo autentico, su cui anche Davide Ballardini, che si è appena insediato, ha dato parere positivo. Nedved sarebbe l’uomo giusto per completare una linea di centrocampo a quattro, ma potrebbe essere impiegato anche da interno o da mezz’ala. E la Lazio è andata all’assalto.
SCELTA - La partita, però, è ancora aperta. Il primo motivo è legato alla decisione di Pavel, non ancora ufficiale, di continuare. Il 31 maggio, all’ultima di campionato, aveva lasciato pochi spiragli: « Oggi ho smesso di correre » annunciò proprio alla fine della sfida tra Juventus e Lazio, conclusa in trionfo con la standing ovation del popolo bianconero e dello stadio Olimpico. L’ex Pallone d’Oro, però, ha scritto anche la storia della Lazio di Cragnotti, aveva già vinto tutto prima di trasferirsi in maglia bianconera, a Roma si trovava benissimo con la famiglia. Scoperto da Zeman nel ’96, avrebbe la possibilità di chiudere la carriera nella società che l’ha lanciato nel grande calcio. E potrebbe ancora dare tanto. Spinto dal suo amico Mino Raiola: « Ha dato l’addio alla Juve, non ancora al calcio. Io mi batterò sino al 31 agosto affinché continui nella prossima stagione. Abbiamo già tante offerte» raccontò proprio in occasione dell’ultima domenica di campionato.
Inter, addio Maicon
Roma-Fioranelli: è fatta
Da registrare, per dovere di cronaca, la risposta di Mediobanca: "Non abbiamo notizie in tal senso. Se avete notizie diverse dalla controparte, ovvero dal gruppo Fioranelli, virgolettatele tranquillamente. Noi non sappiamo nulla al momento"
Balotelli "eroe" d'Italia
E' forte, è travolgente. E ha voglia di stare in campo. C'è sempre una questione di voglie, di urgenze, in un carattere così. Balotelli impegna due uomini alla volta, come ha fatto contro la Serbia. E sul delicato assist con lo scavalco di Sebastian Giovinco - in giornata di grazia, ma nel suo educato stile travolto dall'impeto di Mario senza controllo - lui finta il tiro, rientra, salta l'uomo e a giro manda in vantaggio l'Italia. Non esulta, nella partita che segnerà la svolta del torneo, che apre la porta alle semifinali. Mario il nero allarga le mani come a San Siro fa Ibrahimovic, deve avergli passato fette di arroganza: "Eccomi, qua, non lo sapevate?".
I suoi gesti sbruffoni passano sopra i "buu", ormai lingua internazionale del tifo per colpire chi temi. Balotelli torna a centrocampo a piccoli passi: si divertirà un quarto d'ora ancora. Prende più spinte che colpi. E quando ne sente uno che lo fa cascare a terra, risponde come un mulo: scalcia a vuoto. Brutta cosa, a livello internazionale non te la perdonano. Fuori, espulso: il ct Casiraghi neppure lo saluta, Balotelli allontana da sé Dessena, che prova a consolarlo. Ora i "buu" dello stadio sono assordanti.
Si parla sempre di lui, anche se Giovinco fa un secondo assist che salva gli azzurri e Acquafresca si riprende da uno stato di stanchezza cronico sistemando quell'assist, di testa, nell'angolo. Si parla sempre di lui, che mostra un disperato bisogno di essere al centro dell'attenzione, ultimo a uscire, ultimo nel pullman mentre digita con il pollice numeri sul telefonino. Solo, solitario. Ha già trovato l'ultima via di uscita per l'espulsione e le sue responsabilità. "E' stata una scivolata, un contrasto, non volevo fare male. L'arbitro era già arrabbiato con me per una gamba alta di alcuni minuti prima, ma anche lì ero scivolato. Giusta e non giusta l'espulsione, i compagni hanno fatto una partita super. Bravi loro, meno Mario".
Si allontana, torna negli spogliatoi, esce di nuovo, si piazza all'ingresso dello stadio dove risponde a due telefonate e avvista un volto amico. I ragazzini italiani, alcuni turisti, alcuni emigrati, gli urlano: "Noi ti vogliamo bene". I cuori degli adolescenti d'istinto stanno dalla parte di chi è solo, forte e accerchiato. Mario Balotelli, che quei cuori capisce perché è un bambino di 19 anni, chiede alla security di poter uscire dallo stadio, gli allargano un varco tra le transenne, si butta in mezzo alla folla. Ha avvistato un ragazzo con tratti dell'Est: "Ma tu eri seduto vicino a mio fratello?", gli chiede. Suo fratello Corrado, lo segue spesso. L'altro fratello, Giovanni, è in Abruzzo, volontario. La sorella Cristina in redazione, a Radio 24. Mario il centravanti espulso ora che è per strada e passeggia e parla in un inglese essenziale vede un bambino nero alto come le sue gambe. Gli mette il suo berretto in testa e scatena la gazzarra: in tre si rotolano per strappar selo di mano. Rientra verso il pullman, riconosce Labinot Harbuzi, giocatore svedese amico di Ibrahimovic. Si ferma a parlare, si danno un appuntamento: "Stasera giù in città". Torna nel pullman, senza parlare con i compagni.
Pierluigi Casiraghi, commissario tecnico che non l'ha degnato di uno sguardo quando l'attaccante ha lasciato la squadra in dieci, non sa più che fare: "E' difficile anche spiegargli le cose, se continua così non diventerà un campione". Già. Mario Balotelli è un fuoriclasse che, appena maggiorenne, deve stare dentro un mondo troppo grande - l'abbandono dei genitori naturali, lo stipendio dell'Inter da un milione e 300 mila euro a stagione, le banane tirate addosso, un continuo stato di tensione attorno - . Deve stare dentro un carattere senza difese, quotidianamente sanguinante. Sembra un ragazzo che non può fare a meno di essere al centro dell'attenzione. Sembra chiedere con urgenza, ad ogni partita, ad ogni intervista, di essere amato.
Juve, D'Agostino è tuo
L'ATTESA - «Non so se la settimana prossima potrà essere quella decisiva- dice a Radio Kiss Kiss- ma francamente spero di sì perchè conosco le intenzioni dell'Udinese. Il presidente Pozzo, con il quale ho un bellissimo rapporto, mi ha sempre trattato come un figlio. E sia io che lui abbiamo un progetto che riguarda il mio salto di qualità, approfittando di due stagioni ben disputate credendo nel progetto Udinese. È arrivato il momento di fare questo salto, la proprietà lo sa ed il presidente è d'accordo. E penso che alla fine si farà, quando arrivano le notizie che riguardano l'interesse da parte delle grandi vuol dire che i grandi club credono in te e mentalmente inizi a prepararti. Nel rispetto di tutti, cerco sempre di dire le cose come stanno, senza offendere nessuno. All'Udinese devo la mia carriera, ma se si è prospettato qualcosa di più importante, ben venga. Il Napoli non l'ho mai scartato, anzi, per rispetto dei napoletani ho sempre detto che è una grande piazza. Poi, si è presentata la Juve, che farà la Champions e quindi per me è un'opportunità importante. La Juve? Non so ancora nulla, ogni giorno esce qualcosa di nuovo. Io ho espresso il desiderio di non sentire più niente, voglio solo ricevere una telefonata dal mio procuratore per andare a firmare. Tutte queste chiacchiere e questi movimenti stressano un pò, ogni volta che squilla il telefono spero sempre che sia la chiamata decisiva».
Il Real non vuole De Rossi
«Ma quando mai, ma quale interessamento...». Il Real Madrid non ha chiesto De Rossi alla Roma. È categorico Ernesto Bronzetti, mediatore internazionale esperto di mercato spagnolo. «Il Real sta per ufficializzare l'acquisto di Xabi Alonso dal Liverpool - ha detto a ForzaRoma.info - e non ha alcuna intenzione di prendere De Rossi, né ha fatto sondaggi con la dirigenza della Roma in questo senso, primo perché la famiglia Sensi non vuole cederlo e, come ho già detto in passato, Florentino Perez non farebbe mai uno sgarbo avendo con loro uno splendido rapporto, secondo perché De Rossi ama Roma e non vuole lasciare la città e la squadra in cui è cresciuto e di cui è tifoso».
DE ROSSI RESTA - Eppure i giornali...: «Ripeto che De Rossi non si muove da Roma né tantomeno il Real ha chiesto il giocatore, Florentino Perez è consapevole del fatto che la proprietà non lo cederebbe per nessun motivo a nessuna cifra...».
Nuovi talenti brasiliani
La Seleçao brasiliana under 20 sta svolgendo uno stage di allenamento in preparazione del mondiale di categoria che si disputerà in Egitto nel prossimo mese di settembre. Tra i convocati per questa sessione di lavoro ci sono tre nomi poco conosciuti dai non addetti ai lavori ma che stanno impressionando gli osservatori internazionali.
Si tratta dei centrocampistti Wellington Aparecido Martins del San Paolo, Mário Sérgio Santos Costa 'Marinho' dell'Internacional di Porto Alegre e del difensore Mario Fernandes, del Gremio.
Il primo è già sui taccuini di molti operatori di mercato e osservatori ed è conisderato uno dei più promettenti gioielli calcistici brasiliani in ottica futura. Manchester United, Arsenal, Real Madrid e Valencia hanno già sondato il terreno per l'acquisto del giocatore il cui costo sta cominciando a salire.
Diverso il discorso per Marinho. Scoperto nel Sport Club Penedense la sua crescita è stata fulminea fino ad approdare lo scorso gennaio all'Internacional di Porto Alegre, passando per il Corinthians Alagoano e il Fluminense. Considerato giocatore di gran talento Marinho ha molti estimatori in Europa. Il suo contratto con l'Internacional è di cinque anni. In passato il primo approccio di un club europeo è stato fatto dallo Sporting Braga ma ora i pretendenti per lui sembrano crescere ogni giorno.
Infine Mario Fernandes, difensore del Gremio che dopo un periodo difficile a causa di un problema di stress è tornato alla grande riscuotendo la fiducia del tecnico della nazionale U20 Rogerio Lourenço che lo ha convocato e che sembra intenzionato a dargli una maglia da titolare nei prossimi mondiali. Un difensore che è già stato paragonato a Lucio e che sta riscontrando tanti consensi per le sue ottime doti aeree, per la facilità di gioco e per i suoi puntuali anticipi sugli attaccanti avversari.
Tra i presenti al raduno della Sub 20 verdeoro c'è anche Maylson, centrocampista del Gremio che è stato tra i protagonisti assoluti del sudamericano Sub 20 vinto qualche mese in venezuela dalla formazione brasiliana.
Juve, ecco Gago e Diarra
Effetti del volo sul mercato del calcio. Alessio Secco, d.s. bianconero, atterra a Torino, riaccende il telefonino e scopre che da Udine lo stanno cercando. Il dirigente bianconero è appena tornato dalla Spagna, dove ha parlato con i dirigenti del Real Madrid. Ha chiesto il prestito del maliano Diarra. Prestito di un anno con diritto di riscatto. I “galattici” hanno ribadito che Diarra è in vendita e hanno fatto il prezzo: 20 milioni, soldi cash, niente scambi. Così si è aperta ufficialmente la trattativa tra i due club, se n’è parlato a lungo, si è deciso di aggiornare il tutto alla prossima settimana. La Juventus, visto che c’era, ha chiesto notizie anche su un altro centrocampista. Si tratta di Gago, argentino di talento e di passaporto italiano. Niente prestito, neppure qui. E operazione ancora più in salita. Perché a differenza di Diarra, tra Gago e la Juventus non c’è nessuna intesa sull’ingaggio. Insomma, Secco sembrava destinato a tornare a casa con una sola notizia soddisfacente. La conferma che il ginocchio destro di Diarra è guarito. Un problema di calcificazione al menisco, ma nessuna rottura ai legamenti. L’intervento di pulizia al ginocchio è “riuscito perfettamente” e il giocatore è pronto per tornare ad allenarsi.
L’ALTERNATIVA — Tutto qui? No, c’è dell’altro. Vista l’alternativa Diarra, qualcosa si muoveva sul fronte D’Agostino. L’Udinese è disposta a rincontrare al più presto i dirigenti juventini. Meglio oggi, per chiarire subito un paio di questioni. Un rendez-vous condizionato allo stato di salute del direttore sportivo bianconero, tornato dalla missione spagnola con la febbre a 40°. Secco, giovane temprato, oggi dovrebbe tornare al lavoro. Incontrando così anche i dirigenti friulani. Che, vista la valida alternativa Diarra, potrebbero scendere (almeno un po’) da quota 25 milioni. Per capirci: a 20 la Juventus avrebbe già chiuso l’affare Diarra, un giocatore con altre caratteristiche, qualche anno in più, ma anche con maggiore esperienza internazionale. Un giocatore, il maliano, gradito pure dal tecnico Ferrara, che si fida (ciecamente) dei giudizi espressi dall’ex compagno Cannavaro. Eccoli, dunque, i primi effetti del volo sul mercato della Juventus.
OPERAZIONE MACEDONIA — C’è dell’altro. Nel blitz spagnolo Secco ha cercato pure di risolvere un altro problema, un’altra priorità: cedere Trezeguet e incassare almeno 10 milioni. Ci sta pensando l’Atletico Madrid, a condizione che prima venda Forlan, al Real. Ah, la Juve ha cercato di inserire l’amato Treze-gol pure nell’operazione Diarra, ma il Real Madrid ha risposto picche. Analoga risposta sull’ipotesi di uno scambio con Van Nistelrooy. Poi, visto che ormai era in Spagna, Secco ha provato a cedere il francese anche al Villarreal. Sapendo già che un giocatore con un’età e un ingaggio così, non rientra nei parametri di questo club. Sapevano già, alla Juve, che Giuseppe Rossi costava almeno 25 milioni. Cifra fuori budget per i bianconeri, che inoltre non hanno nessuna priorità d’acquisto in attacco. Però la notizia è circolata e la Juve ha confermato (ufficialmente) l’interessamento. Singolare: confermare l’interesse per un obiettivo che non si può raggiungere. Ma probabilmente questo, più di altri, resterà un effetto collaterale del volo in Spagna. Un messaggio alla Lazio. Perché, una volta ceduto Trezeguet, i bianconeri vogliono chiudere subito l’operazione Pandev. Con l’attaccante macedone c’è già un'intesa: contratto quadriennale. Per chiudere basterà volare nell’ufficio di Lotito, il presidente delle Aquile.
Il punto sul mercato
Ad oggi è la Juventus la Signora del Mercato. I bianconeri sembrano avere in testa piani ben chiari di rafforzamento. L'arrivo del brasiliano Diego è un colpo costoso – quasi 25 milioni – ma davvero importante. Ha 24 anni, si è adattato alla perfezione al calcio tedesco, quindi non dovrebbe avere problemi nel passaggio alla Serie A, abbinando classe e potenza. L'unico punto interrogativo resta l'impiego tattico nel modulo bianconero. In difesa è rientrato un pezzo per così dire di "usato sicuro" come Cannavaro. Un centrocampista arriverà. D'Agostino sarebbe un ottimo investimento. Dopo la partenza di De Ceglie, serve con ancor maggior urgenza un laterale. E le ultime voci fanno capire che se ci dovessero essere spiragli di trattativa, si tenterà anche il colpo italoamericano Giuseppe Rossi.
Il giudizio sull'Inter è al momento condizionato da Ibrahimovic e Maicon. Se non partiranno i due pezzi pregiati, allora la squadra nerazzurra potrà dirsi rafforzata dal Principe Milito e da Thiago Motta. Altrimenti bisognerà vedere con chi verranno rimpiazzate le eventuali partenze. Carvalho è in arrivo. Non c'è stato il grande colpo mediatico che avrebbe rilanciato decisamente le ambizioni europee. Le big di Liga e Premier sembrano insomma ancora un passo avanti.
Delude finora, invece, il mercato del Milan. La partenza di Kakà lascia un vuoto difficilmente colmabile. I nomi di Cissokho e Dzeko non scaldano i tifosi, ma i 26 gol segnati in Bundelsiga dal bosniaco possono essere un biglietto da visita quantomeno interessante. Non va dimenticato però Thiago Silva, acquistato sei mesi fa e di cui si dice un gran bene. Preoccupano le voci sulle partenze di Pirlo e Gattuso. Se dovessero essere tramutate in reali addii, sarà una vera e propria rivoluzione. Il problema è che non si capisce ancora quale Milan si vuole costruire.
Milan, rispunta Eto'o
Rispunta il nome di Samuel Eto'o per l'attacco del Milan. Il quotidiano catalano 'Sport' riferisce oggi che il club rossonero manderà nella città spagnola il suo abituale emissario, Ernesto Bronzetti, per parlare di un eventuale trasferimento a Milano dll'attaccante camerunense. La soluzione Eto'o sarebbe stata ripresa in considerazione a causa delle difficoltà che il club di via Turati sta incontrando per l'acqusto di Dzeko dal Wolfsburg. Ma la missione catalana dei rossoneri non si fermerebbe all'attaccante balugrana ma prevederebbe anche un primo approccio per il portiere Valdes, che sta avendo problema per il rinnovo del contratto. I rossoneri però dovranno guardarsi dal Manchester United che sembra intenzionato a sondare il terreno per entrambi i giocatori.
Genoa, colpo Drenthe
Inter, ancora tre acquisti
Il mercato dell'Inter nelle ultime ore è a dir poco incandescente e sono diversi i nomi sul taccuino degli uomini che si muovono per conto di Massimo Moratti. In difesa il nome nuovo è quello di Ebouè, esterno destro dell'Arsenal in scadenza di contratto. L'ivoriano ha dichiarato di voler lasciare l'Inghilterra e in caso di partenza di Maicon l'Inter sarebbe in pole position. Proprio di Maicon ha parlato Caliendo, il suo procuratore. Per ora lui non si muove dall'Inter, ma l'agente ha fatto intendere che sono quanto mai vive le ipotesi Manchester United e Real Madrid. Le offerte non sarebbero solo invenzioni giornalistiche, al contrario di quelle per Zlatan Ibrahimovic, sempre meno o forse mai stato corteggiato dalle grandi d'Europa. A centrocampo si pensa a Ederson, centrocampista brasiliano in forza al Lione. Al tecnico dei francesi piacciono e molto Vieira e Mancini indicati come eventuali contropartite tecniche per arrivare al giocatore. Posto che le trattative per Deco e Carvalho come ammesso dallo stesso Moratti sono in fase avanzata, i nerazzurri possono pensare anche ad un altro difensore centrale. Nicolas Otamendi del Velez, giovane promettente, pronto a rinfoltire la colonia argentina dell'Inter.
Europei under 21: i talenti
Ci sono già gli osservatori italiani negli alberghi con le camere strette e le finestre che guardano l'Oresund, nei ristoranti sotto il livello stradale che nella Svezia del Sud cucinano alla romana. A Helsingborg, centomila abitanti compresi i paesi che fanno corona, città che ospita la fase d'avvio degli Europei dell'Italia Under 21, in queste ore sono saliti Gianfranco Bedin e Franco Fontana, osservatori dell'Inter, e Valentino Angeloni, sfortunato centrocampista che oggi batte la Scandinavia per segnalare all'Udinese calciatori economici. E' stato avvistato Mauro Sandreani, lavora per conto della Juventus, e gli "scout" di Catania, Chievo, Lecce, Parma.
Ecco i soldi del Real
Due banche spagnole hanno concesso un prestito per circa 150 milioni di euro al Real Madrid di Florentino Perez per l'acquisto di 'attivi immateriali', cioè di giocatori: lo scrive oggi il quotidiano El Mundo. La somma prestata dal Banco Santander e da Caja Madrid, la cassa di risparmio regionale della capitale spagnola, corrisponde a quanto speso finora dal presidente del Real per i trasferimenti di Kakà dal Milan e di Cristiano Ronaldo dal Manchester United. Il Real ha dato come garanzia i diritti Tv che prevede di ottenere dal gruppo Mediapro. Le due banche, secondo El Mundo, considerano redditizia e senza rischi l'operazione. Il Real ha comunicato alle due banche che l'acquisto dei nuovi giocatori moltiplicherà gli introiti della società. Lo stesso Perez ha più volte citato l'esempio di Zinedine Zidane, pagato 73 milioni di euro nel 2001, il cui acquisto 'moltiplicò per quattro' le entrate del club.
La concessione del prestito 'non scandalizza' ma 'sorprende' Elena Salgado, ministro spagnolo
dell'Economia. 'Il Real Madrid è un'impresa privata e prende le decisioni che reputa opportune, così come fanno le banche', dice in un'intervista alla tv pubblica spagnola TVE. L'operazione in questione 'non ha nulla di illegale. Se la banca dispone di questa liquidità, la metta a disposizione anche di piccole e media imprese. Chiederei di fare uno sforzo anche per loro'.
(ansa)
Il Real non vuole Ibra
Kakà, Cristiano Ronaldo e nada otro, nessun altro. Jorge Valdano chiude le porte del Real Madrid a Zlatan Ibrahimovic e riconsegna, se così si può dire, lo svedese a Mourinho. "Hanno accostato ai blancos Forlan e Ibra, ma non arriverà né l'uno né l'altro. Nel ruolo abbiamo due o tre alternative, ma tra queste non ci sono né l'interista né l'attaccante dell'Atletico". Stesso discorso per Ribery, di cui "Zidane dice meraviglie, ma costa troppo".
Una scelta che il Real non ha gradito per nulla. L'affare era chiuso, poi è saltato. Dietrofront, per buona pace di Florentino: "Se il Barcellona offre 50 milioni, Bojan e Caceres - è l'idea di Valdano - e io fossi un dirigente del Valenciam, lo lascerei partire perché noi non arriveremo mai a cifre del genere. In questi giorni abbiamo lavorato su questa pista, la trattativa sembrava a buon punto, poi abbiamo incontrato qualcuno nel nostro cammino e il prezzo è salito troppo".
Meno uno, perciò, nel senso che a queste condizioni Villa non si tratta nemmeno. Come non si tratta, alle condizioni di Moratti (50 milioni più uno o due giocatori), nemmeno Ibra. "Abbiamo due o tre obiettivi in attacco, ma tra questi non ci sono né l'interista né Forlan", spiega Valdano. Che, in realtà, fa il suo gioco e chiarisce ai diretti interessati, Inter e Atletico, che la luna non si può pretendere nemmeno da un club di marziani come la "casa blanca". Lo stesso dicasi per Ribery e Xabi Alonso: "Zidane dice meraviglie di Ribery (ha lo stesso procuratore, ndr), lo abbiamo seguito, ma il Bayern vuole cifre astronomiche, ritengo che non vogliano cederlo. Per Xabi Alonso c'è una nota ufficiale del Liverpool - spiega Valdano -, credo che difficilmente potrà arrivare al Real. Silva? Penso che per il Valencia sia incedibile".
Resta il tempo per chiarire un altro paio di concetti in pieno stile-Valdano. Il che, tradotto, significa senza peli sulla lingua. Quindi sotto con Laporta ("Imperialismo è una parola molto grande, c'è molta demagogia di cattivo gusto in alcune cose che ho sentito Questi acquisti tra l'altro sono un bene per tutta la Liga, abbiamo impoverito il calcio italiano e quello inglese") e con il capitolo Raul: "Avrà le stesse chance di tutti, ma nella lotta tra l'uomo e il tempo vince sempre quest'ultimo altrimenti giocherebbe ancora Di Stefano. E' il capitano ed un uomo intelligente, la maturità lo aiuterà ad affrontare la stagione". Ultima battuta su Cristiano Ronaldo e sulle sue abitudini da viveur: "Abbiamo bisogno di grande disciplina, ne è consapevole e ci aiuterà, noi, da parte nostro, lo proteggeremo".
Juve, Dossena è tuo
Napoli: rifondazione
Il fine settimana del Napoli è stato perlopiù caratterizzato da questo botta e risposta e distanza tra De Laurentiis e Donadoni, che ha dato il là alle solite polemiche che da sempre gravitano attorno al mondo calcistico partenopeo. Ospite al Golden Goal di Sorrento, organizzato da Valter De Maggio, il presidente azzurro ha esternato a tutto campo, tirando simpaticamente le orecchie al mister per alcune sue presunte ingerenze durante l'impostazione delle trattative di mercato stilate dalla società. Il mister bergamasco ha a sua volta provveduto a stemperare i toni, evitando di cavalcare l'onda.
Conoscendo bene i due protagonisti, (dal 2004 De Laurentiis, dal 96 Donadoni) posso provare ad interpretare le schermaglie: il presidente si è certamente lasciato andare, sbagliando nel modo e nel tempo, ed andando certamente oltre a quelli che sono i suoi stessi pensieri.
In primis non credo che Donadoni si sia effettivamente intromesso, sono portato a pensare che abbia piuttosto segnalato le sue preferenze alla dirigenza. Da qui a parlare di intromissioni ce ne corre. Non ho prove per affermare ciò, a parte la conoscenza pluriennale che ho dell'uomo Donadoni, e quand'anche ciò fosse accaduto, sarebbe stato certamente meglio non gridarlo ai 4 venti. Essere lessicalmente più disciplinati può evitare di foraggiare i nemici del Napoli per queste sterili polemiche.
Sorvolando su questa buccia di banana, continuo a reputarmi piuttosto ottimista per la campagna acquisti che il Napoli sta conducendo. Sentire vivo l'interesse azzurro per elementi di valore come Pandev, Di Vaio e Marchetti è certamente confortante. Si può tranquillamente affermare che, dietro le 3 grandi, è il Napoli che sta facendo mercato in Italia. Sono certo che vi saranno altri 3 o 4 innesti, e non nego che mi ha fatto piacere e mi ha gratificato molto, il fatto che proprio a Sorrento il presidente abbia annunciato il cambiamento di rotta: stop con i sudamericani, più giocatori "indigeni".
Il sottoscritto, piaccia o meno, con 22 anni di esperienza alle spalle, lo consigliava da tempo. Chi conosce le dinamiche di Napoli e del Napoli, sa alla perfezione che assumere giocatori dal carattere difficile non è mai un affare. Il caso Lavezzi faccia scuola, con le abitudini notturne del Pocho criticate dal massimo dirigente azzurro.
A questo proposito, si è giunti ad un bivio. Lavezzi è bello ed impossibile, prendere o lasciare. Così come da anni non si vedeva un talento di queste dimensioni, allo stesso modo è veramente dura tenerne a bada le bizze fuori dal rettangolo verde. Non escludo però, che togliendogli i fiancheggiatori di uscite notturne anche lo stesso Pocho possa trarne giovamento.
Ultime di mercato
In Svezia ne sono più che sicuri: Zlatan Ibrahimovic rimarrà anche il prossimo anno all' Inter. Per motivi familiari, secondo quanto scrive il quotidiano svedese "Portbladet". La moglie di Ibra, Helena, e i due figli della coppia sono ben integrati nello stile di vita italiano e non sarebbero disposti per ora a trasferirsi a Barcellona o a Madrid, dove Barça e Real stanno seguendo con particolare attenzione Ibra. I coniugi Ibrahimovic - precisa "Aftonbladet" - avrebbero infatti già deciso di iscrivere i figli alla scuola italiana per il prossimo anno scolastico ed avrebbero inoltre acquistato una nuova residenza fuori Milano. Sono attesi sviluppi. Anche perché i due club spagnoli non hanno alcuna intenzione di mollare la presa sul giocatore.
Del Piero non rinnova?
Il suo contratto scade il 30 giugno 2010 ma già si incomincia a parlarne, almeno sulla Gazzetta oggi in edicola. Perché da una parte la Juve non ha fretta di sottoscrivere il rinnovo, forse confidando nella fedeltà della bandiera bianconera (21 reti nella stagione appena conclusa, 24 nella precedente), dall'altra Ale sta alla finestra, ma senza l'intenzione di attendere ad oltranza. Anche perché, forte della buona stagione da poco conclusa, può al momento congelare le offerte ricevute dalla Cina, dagli Stati Uniti (dove ora si trova in vacanza) e dall'Inghilterra. Deciderà lui insomma se chiudere la carriera a casa sua, o magari in Liga, che pure al momento resta solo una tentazione.