Effetti del volo sul mercato del calcio. Alessio Secco, d.s. bianconero, atterra a Torino, riaccende il telefonino e scopre che da Udine lo stanno cercando. Il dirigente bianconero è appena tornato dalla Spagna, dove ha parlato con i dirigenti del Real Madrid. Ha chiesto il prestito del maliano Diarra. Prestito di un anno con diritto di riscatto. I “galattici” hanno ribadito che Diarra è in vendita e hanno fatto il prezzo: 20 milioni, soldi cash, niente scambi. Così si è aperta ufficialmente la trattativa tra i due club, se n’è parlato a lungo, si è deciso di aggiornare il tutto alla prossima settimana. La Juventus, visto che c’era, ha chiesto notizie anche su un altro centrocampista. Si tratta di Gago, argentino di talento e di passaporto italiano. Niente prestito, neppure qui. E operazione ancora più in salita. Perché a differenza di Diarra, tra Gago e la Juventus non c’è nessuna intesa sull’ingaggio. Insomma, Secco sembrava destinato a tornare a casa con una sola notizia soddisfacente. La conferma che il ginocchio destro di Diarra è guarito. Un problema di calcificazione al menisco, ma nessuna rottura ai legamenti. L’intervento di pulizia al ginocchio è “riuscito perfettamente” e il giocatore è pronto per tornare ad allenarsi.
L’ALTERNATIVA — Tutto qui? No, c’è dell’altro. Vista l’alternativa Diarra, qualcosa si muoveva sul fronte D’Agostino. L’Udinese è disposta a rincontrare al più presto i dirigenti juventini. Meglio oggi, per chiarire subito un paio di questioni. Un rendez-vous condizionato allo stato di salute del direttore sportivo bianconero, tornato dalla missione spagnola con la febbre a 40°. Secco, giovane temprato, oggi dovrebbe tornare al lavoro. Incontrando così anche i dirigenti friulani. Che, vista la valida alternativa Diarra, potrebbero scendere (almeno un po’) da quota 25 milioni. Per capirci: a 20 la Juventus avrebbe già chiuso l’affare Diarra, un giocatore con altre caratteristiche, qualche anno in più, ma anche con maggiore esperienza internazionale. Un giocatore, il maliano, gradito pure dal tecnico Ferrara, che si fida (ciecamente) dei giudizi espressi dall’ex compagno Cannavaro. Eccoli, dunque, i primi effetti del volo sul mercato della Juventus.
OPERAZIONE MACEDONIA — C’è dell’altro. Nel blitz spagnolo Secco ha cercato pure di risolvere un altro problema, un’altra priorità: cedere Trezeguet e incassare almeno 10 milioni. Ci sta pensando l’Atletico Madrid, a condizione che prima venda Forlan, al Real. Ah, la Juve ha cercato di inserire l’amato Treze-gol pure nell’operazione Diarra, ma il Real Madrid ha risposto picche. Analoga risposta sull’ipotesi di uno scambio con Van Nistelrooy. Poi, visto che ormai era in Spagna, Secco ha provato a cedere il francese anche al Villarreal. Sapendo già che un giocatore con un’età e un ingaggio così, non rientra nei parametri di questo club. Sapevano già, alla Juve, che Giuseppe Rossi costava almeno 25 milioni. Cifra fuori budget per i bianconeri, che inoltre non hanno nessuna priorità d’acquisto in attacco. Però la notizia è circolata e la Juve ha confermato (ufficialmente) l’interessamento. Singolare: confermare l’interesse per un obiettivo che non si può raggiungere. Ma probabilmente questo, più di altri, resterà un effetto collaterale del volo in Spagna. Un messaggio alla Lazio. Perché, una volta ceduto Trezeguet, i bianconeri vogliono chiudere subito l’operazione Pandev. Con l’attaccante macedone c’è già un'intesa: contratto quadriennale. Per chiudere basterà volare nell’ufficio di Lotito, il presidente delle Aquile.
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