Roma, ora la punta

Andriy Shevchenko, Julio Ricar­do Cruz, Klaas Ian Huntelaar. Uno ha mandato segnali, l’altro rappresenta una opportunità, il terzo oggi somiglia solo a un so­gno. La Roma cerca l’attaccante e sfoglia la margherita. Tre nomi, tre piste, tre strade diverse che portano tutte alla scelta di una punta con il vizio del gol. Sheva Pallone d’Oro ne ha fatte 238 in carriera, Cruz 111 e il più giovane, Huntelaar, già 164. Ognuno di questi rappresenta una ga­ranzia: chi per la sua storia (anche se l’ultimo anno del­l’ucraino al Milan è stato più ombre che luci), chi per la re­golarità dimostrata in carriera ( l’argentino sia negli anni di Bologna sia a Milano nel­l’Inter ha dato prova di grande af­fidabilità andando spesso in dop­pia cifra), chi per la sue grandi po­tenzialità (è innegabile che l’olan­dese le abbia, anche se gli 8 gol di Madrid chiamano un pronto ri­scatto).

PALLONE D’ORO -  ­Shevchenko ha mandato segnali espliciti alla Roma. « Verrei di corsa » . E da lì si è scatenato il tam tam. L’arrivo a Trigoria di Silvano Cotti, il fisioterapi­sta del giro azzurro, ex Chelsea, ma soprattutto collaboratore fida­tissimo di Sheva, ha amplificato il tutto e la voce è diventata una no­tizia. Sheva fisicamente è integro e ha solo bisogno di ritrovare gli stimoli per fare un anno ai suoi li­velli. Quelli che lo hanno portato a consacrarsi Pallone d’Oro nel 2004? Sono passate cinque stagio­ni ma l’attaccante ucraino si sen­te in grande forma. E dentro di sè ha la voglia di dimostrare che quello visto a San Siro nell’ultima stagione ( complici anche le in­comprensioni con Ancelotti) non era il vero Sheva. Per la Roma si ridurrebbe l’ingaggio. Ha un solo altro di contratto con il Chelsea.

EL JARDINERO - Doveva andare al Panathinaikos, ma ieri per il club greco ha firmato un contratto qua­driennale Djibril Cissè, che do­vrebbe essere l’acquisto più costo­so della storia greca ( 8 milioni, stando alle prima indiscrezioni non firmate della stampa locale). Adesso Julio Cruz ricomincerà a guardare in Italia. Alla Roma è sti­matissimo da sempre: sia nel­l’operazione Chivu che in quella che portò al passaggio di Amanti­no Mancini in nerazzurro, i diri­genti giallorossi, su indicazione dello staff tecnico, provarono a portare a Roma l’ariete argentino. E’ stato accostato al Napoli, al Pa­lermo, al Parma. Il mancato tra­sferimento in Grecia era stato an­ticipato pochi giorni fa dal suo ma­nager, Jorge Cyterzspiler. « Cruz non andrà in Grecia a giocare. Questa è l'unica certezza. Si ria­prono le piste italiane e ci sono tre club di A molto interessati a Cruz. Verificheremo nei prossimi giorni». La Roma seguirà questi sviluppi con grande attenzione.

IL SOGNO - Klaas Jan Huntelaar in questo momento rappresenta un sogno. Ma è un gran bel sogno. Non resterà al Real che sei mesi fa lo aveva pagato 20 milioni dal­l’Ajax: Il suo nome rientra nella grande epurazione degli olandesi in atto con il ritorno di Perez. Si sa che i rapporti tra la Roma e Real sono ottimi, il consulente e amico del presidente madridista, Erne­sto Bronzetti, ha seguito da vicino le ultime operazioni sull’asse Ro­ma- Madrid (Cicinho e Baptista le più recenti). Insomma si può ben dire che andando avanti con il tempo, se tra un mese Huntelaar fosse ancora a Madrid, è ipotizza­bile che la Roma possa andarlo a chiedere in prestito. E potrebbero anche essere maturate, a quel punto, le condizioni per mettersi a parlarne. Come ancora più un sogno dovrebbe essere Roman Anatolevich Pavlyuchenko, che pure piace a Trigoria, ma per il quale il Tottenham chiede almeno 15 milioni.

Che Napoli!

L’onda verde che muove dal San Paolo è un concentrato di talento, fantasia, genio e sregolatezza che a ra­gione scatena curiosità e comprensibil­mente induce ad allarmarsi: la meglio gioventù vestita d’azzurro è la sintesi d’un progetto che guarda lontano e che opziona un decennio dal basso della sua invidiabile età. Il Napoli che si lancia nel futuro è una baby- band che pro­mette emozioni forti per palati fini e la voglia matta di consegnarsi a questi ra­gazzi della via Pal garantisce continui­tà almeno sino al 2015 o su di lì. Piac­cia o no, i numeri hanno un’anima e infilandosi tra le pieghe dei certificati di nascita si svela la strate­gia a lunga gittata scelta da De Laurentiis, Marino e Donadoni per dar sfogo all’Idea: Morgan De San­ctis, il portiere del penta­partito dei rinforzi, farà fatica a sentirsi vecchio, ma i suoi 32 anni faranno rabbrividire Luigi Vitale, ventiduenne, e per tre mesi - rispetto ad Hamsik - il più giovane di que­st’ancora ipotetico forma­zione. La beatà gioventù è indiscutibile e il Napoli si lustra gli occhi e dà profitto anche alle scelte del passato, appena appena roso­late dal finale dell’ultima stagione: Gargano, che già pare un veterano, ne ha appena 25; Lavezzi, ch’è una star ­seppur bizzosa - è appena approdato al­le ventiquattro primavere, che profu­mano assai. Undici uomini che messi assieme sommano 277 anni e media di 25,18 da strappare la viva ammirazio­ne: il Napoli ha scelto di seguire il suo corso, di strutturarsi assumendo quali­tà tecnica ma senza appesantirsi ana­graficamente e dentro allora Quaglia­rella con i suoi 26 anni i suoi 68 gol da professionista, e regia a Cigarini 23 an­ni da professore e leader dell’Under di Casiraghi, e fascia destra a Zuniga, 23 anni e spavalderia. L’eccezione per confermar la regola si chiama Campa­gnaro, 29 anni e muscoli d’acciaio, un mastino per scuotere Santacroce, un po’ di saggezza per gestire tanta sfrena­ta esuberanza. Largo ai giovani, però....

LE TENTAZIONI - La calma, avendo prov­veduto ad allestire l’organico, è virtù per diventare forti, e il Napoli se la prenderà con calma, per cercare il bomber. Aspettare Pandev è un’idea, potrebbe aiutare a freddare i bollenti spiriti di Lotito; intanto, a margine, sondaggi per Obinna con l’Inter e con Ghezzi, procuratore di Cruz. Poi, De Ceglie: che potrà decidere senza fretta, ma dovrà farlo pur senza troppi indugi.

I SALUTI -  Zalayeta è az­zurro tenebre: compro­prietà rinnovata con la Juventus, però con l’ac­cordo di favorirne la ces­sione e poi dividere la cassa. A Delgado, procu­ratore del panterone, hanno telefonato dalla Spagna, dalla Germania e dagli Emirati Arabi, i più seducenti - per ovvi moti­vi - della terna. Il rinno­vamento a tutto campo non risparmia nessuno, manco German Denis, che a un anno dall’arrivo a Napoli ha già avuto sentore dell’aria che tira: per lui, offerte olandesi e, so­prattutto, quella dei russi del Rubin Kazan.

IL RE - L’orgoglio di Castellammare è in quelle quattro righe incise sulla tar­ga, che alle 18,30 di oggi, a palazzo di città, il sindaco Salvatore Vozza conse­gnerà al suo bomber: «A Fabio Quaglia­rella, esempio di dedizione e impegno per quei giovani che si avvicinano alla pratica sportiva, atleta stabiese ai ver­tici del calcio italiano, che saprà rega­lare ancora numerose soddisfazioni ai tantissimi tifosi e ai suoi concittadini» . Per il principe del gol, un’accoglienza da re.

Mandate Lippi

Il 21 giugno è sempre un giorno nero per il calcio italiano. Nel 1970, il Brasile ha travolto per 4-1 gli azzurri nella finale del campionato del mondo . Nel 2008, la Spagna ci ha eliminato ai calci di rigore nei quarti di finale del campionato europeo. Nel 2009, ancora il Brasile ci ha umiliato nella Confederations Cup. Ma se, in Messico, l'Italia era andata in campo stremata dopo il 4-3 alla Germania e se, l'anno scorso, gli iberici si sono imposti soltanto dagli undici metri, in Sudafrica la batosta è stata terrificante. Porta in calce la firma di Marcello Lippi, che per la terza volta consecutiva ha sbagliato squadra, ha sbagliato tutto; a latere brillano gli autografi di Fabio Cannavaro, Giorgio Chiellini, Mauro German Camoranesi, Luca Toni, i peggiori in campo di una formazione senza capo né coda, alla quale non è bastata nemmeno la clamorosa vittoria degli Stati Uniti sull'Egitto per entrare in semifinale.
Grazie a Dio, almeno un nuovo strazio ci è stato risparmiato perché la Spagna ci avrebbe fatto a pezzi come ci ha fatto a pezzi il Brasile. E pensare che, un anno fa, Abete ha cacciato Donadoni per riprendere Lippi che dal Brasile è stato sconfitto per due volte in quattro mesi prendendo cinque gol, che è diventato il primo ct ad essere battuto da una squadra africana, che in Sudafrica ha schierato una squadra vecchia, bolsa e demotivata, spazzata via con tutte le sue contraddizioni: 1 vittoria, 2 sconfitte consecutive, 3 gol segnati, 5 subiti.
Punto n.1: è auspicabile, per la Juve, che non sia stato Lippi a consigliarle il reingaggio di Cannavaro: lui e Chiellini insieme al centro della difesa sono una garanzia. Per gli avversari. E Cannavaro ha pure sciaguratamente eguagliato il record di presenze in Nazionale di Paolo Maldini: ha raggiunto quota 126, speriamo non arrivi a 127.
Punto n.2: Camoranesi non sta in piedi, eppure Lippi l'ha tenuto in campo per tutta la partita, manco fosse Kakà.
Punto n.3: Toni è scomparso da un anno, lo cercano anche in Germania, non segna e non corre manco se lo spingono: eppure Lippi l'ha ripresentato anche contro il Brasile, salvo toglierlo nella ripresa per manifesta disperazione.
Punto n.4: quest'Italia parte sempre male, va naturalmente subito sotto e ci mette sempre un tempo per capire che bisogna cambiare. Senza riuscirci (Egitto e Brasile docent: e vogliamo parlare dei 3 gol presi dalla Nuova Zelanda, dicasi Nuova Zelanda?). Punto n.4: dopo l'Egitto, Lippi aveva nervosamente fatto notare di avere portato dodici nomi nuovi in Sudafrica. E perché caspita non li ha fatti giocare i nuovi? Perché li ha usati con il contagocce? Perché ha tenuto Santon sempre in panchina? Perché ha insistito con gli Eroi di Berlino che sono cotti?
Punto n.5: a questa Nazionale serve come il pane uno come Cassano, perché Lippi non lo chiama mai?
Punto n.6: perché Rossi, l'attaccante più in forma, non ha il diritto di essere titolare? Ma lo sa Lippi che nessuna delle punte da lui schierate all'inizio nella Confederations Cup non ha segnato lo straccio di un gol in tre partite?
Punto n.7: dopo l'indecente prova con l'Egitto, il ct e gli azzurri si sono offesi perché l'Italia è stata chiamata una squadra di mummie. Avevano ragione: contro il Brasile le mummie sono sparite. Abbiamo visto in azione i dinosauri che almeno si sono estinti. I campioni del mondo no. Il conservatorismo e la supponenza di chi li guida li ha esposti a una resa ingloriosa.
Punto n.8: adesso Lippi è un tecnico in un vicolo cieco. L'Italia non batte il Brasile da ventisette anni, ma, con questo tecnico potrebbe rigiocare altre 40 volte contro i sudamericani e le perderebbe tutte e quaranta. Bisognerebbe cambiarlo subito questo ct che dopo l'obbrobrio con il Brasile non ha nemmeno chiesto scusa per il disastro, ha detto che bisogna stare calmi, che bisogna piantarla di chiedere spazio per i giovani ed è stato pure indisponente con il malcapitato cronista Rai che l'intervistava. Purtroppo, Ancelotti, il sostituto ideale di Lippi, è andato al Chelsea. Un anno fa, Donadoni era stato scaricato come un pacco postale. Oggi, qualcuno dovrebbe chiedergli scusa. Si chiama Giancarlo Abete.

Juve, salta D'Agostino?

Il presidente Cobolli Gigli in mattinata aveva espresso fiducia assoluta sulla conclusione della trattativa con l'Udinese per portare alla Juventus Gaetano D'Agostino. Invece la situazione si complica: l'incontro tra gli emissari delle due società, che avrebbe dovuto accelerare il passaggio, si è chiuso con un nulla di fatto. I club ne parleranno, ma altre squadre - Milan su tutte - possano farsi sotto.
Troppo grande la distanza tra la domanda dell'Udinese, 20 milioni di euro scesi poi a 18, e l'offerta della Juve, 14 milioni, più Paolucci o De Ceglie. La Juve a questo punto potrebbe scegliere altre piste per il centrocampo: una porta a Diarra del Real Madrid, ma c'è anche chi parla di un interessamento per il laziale Ledesma.

D'AGOSTINO SPERA ANCORA - "Venerdì il mio procuratore sarà a Milano - fa sapere il giocatore dai microfoni di Sky -. Onestamente non ho voluto sapere se la frenata sulla trattativa è stato un problema di soldi o contropartite, non mi interessa. Ho un accordo con Pozzo e quindi so che alla fine rispetteremo gli accordi. Sacrifici economico? Se dovessi andare alla Juve poi parlerò con loro, non è il momento. C'è stato un altro piccolo stand by nella trattativa ma valuteremo tutto nei prossimi giorni. Pozzo è una persona eccezionale, pochi imprenditori sono come lui, uomo di grande spessore. Il nostro accordo è che mi ha detto e consigliato che arrivato a questo livello è giusto che vada in una grande squadra e mi ha promesso che andrò in un grande club. Si metteranno d'accordo le società, ho voglia di esprimermi a grandi livelli e credo che sia arrivato il momento. L'attesa più si prolunga più la vivo con ansia ma aspetto il momento decisivo. Sono in vacanza con la mia famiglia, si tratta della mia carriera, un salto importante, un po' di fermento c'è, un'ansia normale per noi calciatori. Milan? Da piccolo sono sempre stato tifoso della Juve, è il club che mi cerca fortemente e sono felicissimo. Se arriva il Milan come si fa a dire di no? Ma sono una persona onesta e un professionista ed è ovvio che preferirei la Juve".

Fiorentina su Taddei

«Ai viola piace, ma anche la Roma lo considera un giocatore importante. Di certo con la situazione che vive la società giallorossa, non è una trattativa che si possa sbloccare adesso». Alessandro Lucci, agente di Rodrigo Taddei, svela alcune indiscrezioni di mercato che riguardano il centrocampista della Roma ma anche Andrea Esposito, difensore del Lecce, entrambi nel mirino della Fiorentina. «Su Esposito c'è anche la Roma, ma al momento non c'è niente di definitivo - dice Lucci a Radio Blu - Il Lecce vorrebbe 7 milioni ma è una cifra su cui si può lavorare, quel che conta è che ci sia però un interesse concreto. In comproprietà? Perchè no, non dev'essere per forza una cessione definitiva».

De Sancits: Genoa

«Mi risulta che il Napoli abbia proposto una comproprietà di due milioni di euro». Vincenzo Rispoli, uno degli agenti di Rubinho, parlando a Radio Kiss Kiss fa il punto sul futuro del portiere, che non ha trovato un accordo col Genoa sul prolungamento del contratto e ora deve guardare altrove. «Rubinho voleva rimanere al Genoa, ci siamo attivati e adesso deve decidere- dice- Purtroppo la trattativa che ha portato avanti direttamente lui non ha dato buoni frutti. È più orientato a giocare all'estero piuttosto che rimanere in Italia. Tuttavia, ci sono due società italiane interessate a lui: il Napoli e un altro club. Rubinho ha un contratto che scade nel 2010 ed il Genoa non potrà fare una richiesta esagerata».

LA CANDIDATURA - «Con il Napoli ci sono stati dei contatti, particolarmente in questi ultimi giorni, ma non è corretto parlare di trattativa già fatta». Lo ha affermato Federico Pastorello, agente di Morgan De Sanctis. «Si sta lavorando- dice a Radio Kiss Kiss Napoli- ma non c'è nessun tipo di offerta scritta sul tavolo. La volontà di Morgan di rientrare in Italia esiste e lui considera Napoli una piazza di primo livello. Ma bisognerà vedere se il club partenopeo considererà effettivamente Morgan la sua prima scelta, ed è una cosa che scopriremo a breve».

Scoppia il caso Pato

Problema: Pato chiede garanzie per restare al Milan.
Attenti, c'è il Chelsea dietro ai dubbi del Papero. Ancelotti lo vuole portare a Londra.
Lui pretende una maglia da titolare, chiede un ingaggio da campione dopo l'investitura a erede di Kakà e punta ad inserire nel contratto una clausola di rescissione.

Pirlo prepara l'addio: "Devo parlare con la società. Ho sentito Ancelotti, non ho preclusioni per l'estero".
Dzeko: "Tutti sanno che voglio andare al Milan". Il centravanti bosniaco parlerà sabato con i dirigenti del Wolfsburg, spera di essere a Milanello già al raduno del 6 luglio.
Intanto si offre il bomber brasiliano Luis Fabiano: "Il Milan ha bisogno di uno come me". Anche il connazionale André Santos chiama Leonardo. E Fabregas: "Mi piacciono i rossoneri".
(Gazzetta dello Sport)

Manovre juventine

Patto per Giuseppe Rossi.

La Juve lo vuole subito (se parte Trezeguet) oppure tra un anno nel 2010. Si va verso questa intesa con l'attaccante e con il Villarreal.
Tramonta l'ipotesi Acquafresca.
Il Napoli fissa il prezzo per Santacroce: 6 milioni di euro.
Criscito resta al Genoa per 5,5 milioni.
Sampdoria e Fiorentina (arriva Drenthe e spunta Pozzi dell'Empoli) si sfidano per Marchionni.
Grosso chiama i bianconeri, ma può arrivare solo a costo zero.
Follie turche per Poulsen: il Fenerbahce gli offre 4 milioni d'ingaggio.
Comproprietà: Cuneaz rimane a Mantova, Rizza e Volpe a Livorno.
(Tuttosport)
In attesa del vertice decisivo di venerdì, il regista dell'Udinese esce allo scoperto.
D'Agostino: "Juve sbrigati!".
"Si parla tanto del mio trasferimento... Io ho detto tutto, adesso tocca a loro. Diarra e Ledesma? Scusate, ma non li temo".
"Pozzo sa cosa voglio e mi ha promesso una grande squadra, mi fido di lui e gli sono grato".
Il giocatore vorrebbe sapere il suo futuro entro le prossime 48 ore.
(Corriere dello Sport)

Il Chelsea fa spesa

Carlo Ancelotti è rimasto talmente attaccato a Milano, che se ne vuole portare un pezzo a Londra. Pronto un mega shopping secondo la stampa inglese. Oltre a Pirlo, il tecnico emiliano punta forte per il Chelsea su Pato e Maicon. Secondo il Daily Star, Abramovich è pronto a presentare un'offerta di 30 milioni di sterline (circa 35 milioni di euro), più il cartellino di Didier Drogba (sul quale c'è anche l'Inter), per avere Pato. L'altra notizia la riporta il quotidiano The Sun: secondo la fonte, Chelsea pronto ad offrire 25 milioni di sterline (circa 30 milioni di euro) per Maicon, per il quale si apre un duello con il Real Madrid. Ma vicende Maicon, Pato e Pirlo a parte, ci sono altre trattative che in queste ore stanno appassionando il mercato. Nonostante i soldi da spendere in Italia non siano molti, si cerca di sostituire l'assenza di denaro con la fantasia.

LUIS FABIANO ALTERNATIVO A DZEKO - Al Milan si continua a cercare l'attaccante. Dzeko rimane l'obiettivo principale (il giocatore a breve incontrerà i suoi dirigenti del Wolfsburg), Adebayor non può che essere qualcosa in più di un' alternativa, mentre l'ultimo nome uscito è quello di Luis Fabiano, giustiziere dell' Italia in Confederations Cup: "Sarebbe bellissimo giocare con una squadra come il Milan - ha confessato il brasiliano - il calcio italiano è sempre attraente, ma non so nulla. L' unica cosa certa è che ho un contratto con il Siviglia fino al 2011". Mentre la sua valutazione è arrivata a 20 milioni di euro. Il Milan, inoltre, continua a trattare con il Porto Aly Cissokho. Dopo un congelamento dell' operazione, le parti sono ora più vicine: accantonati i 15 milioni di euro iniziali, l' accordo sarà molto probabilmente sulla base di 3 milioni di euro per il prestito più un impegno a pagare nelle stagioni successive i restanti 12 milioni. Ma solo se il calciatore giocherà almeno il 50% delle partite.

JUVE, COLPO... GROSSO? - Juventus ancora alla ricerca di un terzino sinistro. Pasqual rimane sempre una possibilità, Dossena si sta lentamente defilando, mentre Fabio Grosso si dichiara molto felice di un possibile trasferimento in bianconero. Appena atterrato a Fiumicino, il giocatore ha detto ai microfoni di Sky: "La Juve è una grande squadra" e parlando del suo interessamento risponde che "fa piacere a tutti". Intanto nei prossimi giorni ci saranno novità per il trasferimento a Torino di D'Agostino. Mentre Olof Mellberg è ufficialmente un giocatore dell' Olympiacos. La Juventus lo ha ceduto ai greci per 2,5 milioni pagabili in due rate.

INTER ALLA PORTOGHESE - L' Inter, oltre a Deco, continua a lavorare su Carvalho e sogna Drogba, in caso di cessione di Ibrahimovic. Jimenez sempre più vicino al West Ham. La Fiorentina avrebbe rifiutato un'offerta del Siviglia di 8,5 milioni di euro per prendere Zdravko Kuzmanovic (22). Lo rivela il periodico "Estadio Deportivo", secondo cui il club viola sarebbe disposto a cedere Kuzmanovic, ma solo per almeno 15 milioni.

PANDEV, E' DIFFICILE - Del mercato del Napoli parla il dg Marino, che spera sempre di arrivare allo juventino De Ceglie: "Pandev? Credo che l' operazione sia difficile, se non impossibile. Conoscendo il presidente De Laurentiis, per come si è espresso, Pandev è un affare complicato". Su Cassano: "Le parole del presidente dicono tutto, lui dice sempre la verità, ne ha elencato pregi e difetti, io dico che anche per Cassano non c'è la possibilità che venga a Napoli".

PEPE NON PARLA TEDESCO - L' attaccante dell'Udinese e della Nazionale, Simone Pepe, chiude le porte al Wolfsburg, ma non a un suo eventuale trasferimento in un altro club italiano. "Preferirei restare in Italia - risponde Pepe - La Roma? Ho sentito qualcosa ma non c'è ancora nulla di concreto".
Domani intanto sarà il giorno di Robert Acquafresca. L'attaccante renderà nota la squadra nella quale giocherà il prossimo anno. La conferma arriva direttamente dall' agente del giocatore, Paolo Fabbri: "Ho chiesto al giocatore di sciogliere le proprie riserve entro domani, perché ritengo giusto non tenere ancora bloccate le pretendenti, il cui cerchio si è ristretto ad Atalanta e Parma".

NAKAMURA E MALOUDA - L' ex reggino Nakamura ha firmato un biennale con l'Espanyol, mentre Florent Malouda, accostato più volte a squadre italiane, tra cui il Milan, ha rinnovato con il Chelsea: "Ho trovato un accordo con il club per prolungare il mio contratto di altri due anni, fino al 2013. Quindi resto al Chelsea, dove adesso mi restano altri quattro anni di contratto".

Napoli, le prossime mosse

Il mercato entra nel vivo e prima di intrufolarsi nella disfida della comproprietà, s’annunciano novità. Pierpaolo Marino è a Milano e ed ha fatto chiarezza su quelli che sono gli sviluppi delle varie trattative, concedendosi ai microfoni di Radio Marte. Mercato a trecentosessanta gradi, parlando di chi c’è e di chi non c’è.
 
QUAGLIARELLA - Punto primo, la napoletanità e un elogio di Quagliarella: «Criscito, Palladino ed altri giocatori napoletani dicono di amare il Napoli, ma devo dire che solo Fabio Quagliarella è stato davvero determinato nel venire a Napoli. Ha rifiutato grandi squadre tra cui la Juventus ed è venuto a Napoli scegliando di rientrare con il suo ingaggio nei nostri canoni societari».

GRATITUDINE - Punto secondo: la gratitudine, la riconoscenza, sfila in secondo piano: «So che i tifosi sono legati ai giocatori che ci hanno portato in Europa dalla serie C ma adesso bisogna pensare al futuro, già siamo stati abbastanza riconoscenti con loro».

NILMAR - Punto terzo: Nilmar. «Lo abbiamo trattato lo scorso anno ma il suo prezzo era inaccessibile. Oggi non rientra nei nostri piani».

PORTIERE - Punto quarto: il portiere. «Rubinho non credo sia sul mercato. Noi prenderemo un portiere subito e poi facendo spazio con una cessione ne prenderemo un altro in seguito, abbiamo a disposizione ancora due mesi di calciomercato. Per adesso il nostro unico acquisto ufficiale è Quagliarella, Campagnaro è ancora in argentina e Cigarini sta giocando l'Europeo. De Ceglie è ancora un giocatore della Juve, abbiamo solo un accordo sulla parola con i bianconeri, che nel caso di cessione lo daranno a noi».

COMPROPRIETÀ - Punto cinque: le comproprietà: «Con Siena e Juve non ci saranno problemi per le comproprietà, saranno risolte senza ricorrere alle buste».

CESSIONI - Punto sei: le cessioni: «Mi preoccupano gli elementi in esubero: con i loro procuratori bisogna cercare sistemazioni adeguate».

CAMPAGNARO - Punto sette: Campagnaro. «La trattativa tra Mannini e la Samp è a buon punto: Mannini non esce del tutto dal Napoli».

ZUNIGA - Punto otto: Zuniga: «Maggio non ci dà garanzie fisiche perchè viene da un brutto infortunio e Zuniga è un'ottima alternativa».

DENIS - Punto nove: Denis: «Se si chiedono nuovi attaccanti, potrebbe partire».

DATOLO - Punto dieci: Datolo. «Lui invece resta con noi».

Bari, Conte lascia

L'As Bari e il sig. Antonio Conte hanno deciso consensualmente, in data odierna, di non proseguire il reciproco rapporto che avrà pertanto scadenza il 30/06/2009. Una notizia clamorosa, visto che la situazione sembrava essere chiarita da tempo, con il tecnico assolutamente confermato dalla società pugliese. A questo punto resta da capire chi finirà sulla panchina del Bari.

Chelsea: Pirlo e Maicon

Andrea Pirlo è sul mercato. Almeno, ufficiosamente. A dirlo è stato lo stesso proprietario del Milan, Silvio Berlusconi, che ieri ha ammesso che se arriveranno offerte per il 30enne centrocampista, il club rossonero le ascolterà, visto che il suo ingaggio è di quelli che pesano sul bilancio. Una notizia che ha fatto la felicità del Chelsea e, soprattutto, di Carlo Ancelotti, che ora non deve più fare carte false per avere Pirlo a Stamford Bridge ma solo convincere Roman Abramovich a mettere sul tavolo i soldi necessari, come scrive il “Sun”. Ma questo non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile, visto che fin dall’insediamento del nuovo tecnico, il magnate russo ha fatto capire di essere pronto a spendere quanto necessario per allestire una formazione in grado di vincere tutto.
CHELSEA IN ALLERTA SU MAICON — Da qui, l’interesse espresso non solo per Pirlo (senza dimenticare gli altri milanisti come Pato e Gattuso, anche se per loro le porte sembrano definitivamente chiuse) ma anche per l’interista Maicon, a maggior ragione dopo che il brasiliano ha rivelato che potrebbe anche lasciare i nerazzurri se non li riterrà all’altezza della Champions League. Stando ancora al tabloid londinese (sempre informatissimo quando si tratta dei Blues), Maicon sarebbe l’ideale sostituto di Jose Bosingwa, che piace tantissimo al Bayern Monaco.
DESAILLY SPONSOR DI RIBERY ALLO UNITED — E a proposito del Bayern, da registrare il consiglio a mezzo stampa che Marcel Desailly, fra l’altro ex Chelsea, ha spedito ai rivali del Manchester United a proposito di Franck Ribery: ovvero, prenderlo a qualunque costo, anche per 70 milioni di euro (che è la cifra che pretenderebbero i tedeschi), perché il francese vale ogni centesimo di quei soldi e perchè è il solo in grado di rimpiazzare Cristiano Ronaldo.
SIR ALEX VUOLE BENZEMA — Per ora, però, la ricostruzione dei Red Devils passerebbe per i piedi di un altro francese, il fenomeno del Lione, Karim Benzema, per il quale, dice il “Daily Mirror”, Sir Alex Ferguson sarebbe pronto ad investire almeno 35 dei 94 milioni di euro incassati per Ronaldo. L’allenatore, che rientra oggi dalle vacanze, ha sempre ritenuto Benzema il primo obiettivo, soprattutto dopo che Carlos Tevez ha ufficializzato il suo addio dall’Old Trafford, rifiutando un contratto di cinque anni.
TEVEZ: ACCORDO CON IL CITY DUE SETTIMANE FA — E il motivo lo spiega oggi ancora il “Daily Mirror”, rivelando che l’argentino aveva raggiunto l’accordo con il Manchester City già due settimane fa e che il trasferimento da oltre 56 milioni di euro verrà concluso nel giro di pochi giorni. Più complicato, invece, sembrerebbe essere l’eventuale passaggio di Samuel Eto’o dal Barcellona alla squadra degli sceicchi, almeno a dar retta al “Sun” , che parla di un presidente Laporta più che mai deciso a tenere il camerunense a vita, facendogli firmare il rinnovo del contratto in scadenza il prossimo anno.
SOLDI FRESCHI PER IL LIVERPOOL — Buone notizie, questa volta societarie, per il Liverpool: secondo quanto riportano “Times” e “Sun”, infatti, il co-proprietario dei Reds, George Gillett, avrebbe accettato di vendere l’80,1% delle azioni della squadra di hockey dei Montreal Canadiens per quasi 400 milioni di euro (ovvero, il doppio di quanto spese per prenderli nel 2001) e l’accordo dovrebbe essere finalizzato prima del 24 luglio, che è la deadline fissata dalle banche (la Royal Bank of Scotland e la Wachovia) per il pagamento dei 415 milioni di debito del Liverpool. In questo modo, il club di Rafa Benitez potrà sistemare la sua traballante situazione economica e dare la possibilità al tecnico spagnolo di pianificare una campagna acquisti decente, anche se le ipotesi di cessioni illustri (due nomi su tutti: Javier Mascherano e Xabi Alonso) sembrano destinate a diventare presto realtà.

Bufera Ibra

Mino Raiola, il procuratore di molti calciatori di spicco tra cui Ibrahimovic, Maxwell e Nedved, si scatena a Radio Radio tv intervenendo sulle parole di Moratti e sulla situazione dell'Inter: parole pesanti nei confronti del presidente del club nerazzurro, che l'agente invita a farsi sentire se davvero vuole privarsi dell'attaccante svedese: «Io non ci credo per niente, mai visto un direttore sportivo andare in un posto per vendere qualcosa. Dovevano venire quelli del Real… Lo devo vedere. Se Branca è andato a Madrid per vendere qualcuno è da licenziarlo per vendere Maicon o qualcun altro. Da licenziare in tronco, non sei fatto per questo lavoro… Per questo non ci credo: conosco Branca e non è andato lì per vendere Maicon o il mio giocatore, non ha bisogno Ibra di essere venduto. Per Ibra non c’è bisogno di viaggiare: se lo vogliono vendere, ci penso io. Gliela trovo io la sistemazione: a me finora non me l’hano detto e allora io non mi muovo. Quando sei dal barbiere e ti fai la barba, ti devi stare fermo… Sarà l’Inter a decidere, ma a me – a parte Paolillo e le sue frasi, nessuno incedibile, c’è un prezzo pure per Monna Lisa… - ma a me non mi ha detto nulla e a Zlatan hanno detto che lui è incedibile. Se ha cambiato idea, non mandi Branca in giro per il mondo: bastava un colpo di telefono».

SE C'È UN'OFFERTA DICANO QUAL È - «Se queste sono le dichiarazioni di Moratti, per me vuol dire che c’è l’offerta, poi deve vedere se io sono d’accordo - prosegue Raiola - Ribassare l’ingaggio per venire incontro al Real? No, prima fatemi vedere chi compra, fatemici mettere a tavolo. Non c’è solo il Barcellona: ci sono tre-quattro squadre al mondo che possono prendere Ibra. Se lo possono permettere Chelsea, Real, Marchester, Barcellona e… Inter, sono cinque. Chi fa movimento, ora, è l’Inter: se Branca ha preso un aereo ha sprecato i soldi dell’aereo, bastava una telefonata a me. Forse oggi mi dicono che vogliono vendere Ibrahimovic, ma me lo devono dire».

MOURINHO? PARLA DI PROSTITUZIONE INTELLETTUALE - Finale al veleno su Mourinho, che secondo Raiola predica bene e razzola male: «Se Mou ha detto a Drogba che sogna una coppia con Didier e Eto’o, non è corretto. Mourinho è un grande artista, parla lui di prostituzione intellettuale… Magari porta all’Inter Drogba, Eto’o e Ibrahimovic. Moratti mercoledì incontra Perez? Ah, bene… Apprezzo quando qualcuno vuole fare il mio lavoro, loro facciano il loro lavoro che all’accordo di Ibra ci penso solo io. A me mi può tagliare fuori da questa trattativa solo Zlatan».

Confederation-scap

Scappa via un'altra Coppa, finisce male per l'Italia. L'Italia di Berlino, fa le valige, ma stavolta le fa, per un triste ritorno in patria. Quella squadra Mundial, che ci ha fatto gioire all'ultimo Mondiale, è cotta. Nel torneo delle Nazionali vincenti, colleziona ancora una brutta figura. Andando a ritroso, il 3-0 di ieri sera con il Brasile, è figlio delle due prestazioni precedenti, con Egitto e con gli stessi Usa. Perché anche la vittoria contro gli States aveva lasciato dei dubbi. Quegli Americano che dicono sempre yes, we can e che ieri con lo stesso 3-0 ai Faraoni, hanno attraversato indenni il Mar Rosso, per dirigersi verso la semifinale, contro quelle Furie Rosse, dai ricordi nefasti per gli Italiani. Gli azzurri stanchi e ormai Leoni feriti che scelgono il Sud Africa, per andare a morire. Una Nazionale priva di gioco e priva di domani, e se doveva essere, una prova per il prossimo Mondiale, ci fa tremare le gambe. Lippi non convince nemmeno nel dopo partita, quando dichiara che non bisogna andare di corsa e che l'Italia nei giovani non ha futuro. Quel futuro che il nostro C.T. non rischia, nemmeno in queste partite, e ti fa pensare che peggio di così, tanto non poteva andare. La formazione, la fotocopia di quella di quelle notte magiche e ci poteva stare per timore di prenderne troppe, ma a quel punto, allora sarebbe stato utile anche Totti e ancor di più quel Cassano modello Samp. Scelte particolari, quelle delle ultime convocazioni e quelle delle ultime ore, dove a Maicon devastante anche ieri, gli si oppone il Dossena fallimentare di Liverpool. L'Italia si lecca le ferite e deve salvare il salvabile, difficile rivedendo la partita della disfatta. Un portiere Buffon, timoroso e incerto. Una difesa da rifondare in toto. Un centrocampo che può ripartire da Pirlo e De Rossi, basta che si fermino, ormai guerrieri stanchi e logori. Un attacco che deve osare di più e che con Rossi, Pazzini e Cassano può far male, basta crederci. L'Italia in questa Confederations Cup, non è desta, ma canta che ti passa e il prossimo Mondale potrebbe essere di nuovo, Azzurro come notti magiche.

Flash di mercato

E' proprio vero che anche dalle situazioni più negative si trova sempre un lato positivo. Prendete il Napoli, che per un intero girone di ritorno ha smesso di giocare. Campionato finito a metà febbraio, esonero di Reja, contestazioni dei tifosi ma almeno la società ha avuto la bravura di muoversi con largo anticipo sul mercato estivo. Ingaggiati Quagliarella e Cigarini a tempo di record. Se Marino e De Laurentiis, adesso, riusciranno a raggiungere gli obiettivi prefissi allora il Napoli del prossimo anno potrà farci divertire. Concedeteci una parentesi: qualche riserva persiste sulla conduzione tecnica. Per Mario Cassano, portiere del Piacenza, c'è stato un raffreddamento negli ultimi giorni. Questa sera sarà ospite di SportItalia, in Speciale Calciomercato, la promessa è che proveremo a capirne di più. La trattativa con la Sampdoria procede, anche se rischia di saltare lo scambio Campagnaro-Mannini, il difensore per trasferirsi a Napoli sarà comunque accontentato; Beppe Marotta è uno che non ritratta la parola data. E', però, l'attacco il reparto che ci incuriosisce maggiormente per il Napoli che sta crescendo. Quagliarella più Lavezzi, forse Denis e tanti saluti a Zalayeta che andrà in Spagna. Goran Pandev resta l'ipotesi più plausibile ma qualche riga la merita la trattativa Pellissier. Pierpaolo Marino ha incontrato l'agente del capitano del Chievo Verona, Oscar Damiani, trovando la piena volontà a trattare da parte di Pellissier che a Napoli si trasferirebbe anche in pedalò. Il problema non è lui ma semplicemente il suo Presidente, Luca Campedelli. Faccia da angelo, qualcuno lo paragona ad Harry Potter: anche lui fa le magìe. Giovedì nella sede del Chievo ha incontrato Pellissier, neanche il tempo di sedersi che Campedelli ha esordito in maniera dura nei confronti di colui che lo ha riportato in Serie A, gli ha evitato la retrocessione in B e non mantiene le parole date. Vi riportiamo la sostanza del discorso, perché Pellissier di questo argomento preferisce non parlarne. Il Presidente gli ha detto che non gli darà un solo centesimo in più degli attuali 800 mila stagionali, fino al 2013. Il Napoli offre 1,2. Se gli va bene, altrimenti "ti metto a giocare nel giardino di casa mia". Complimenti! Discorso da galantuomo. Eppure due anni fa quando Campedelli andò a "piangere" da Pellissier, in scadenza di contratto, trovò tutte le porte aperte. C'era la promessa di una cessione futura, qualora fossero arrivate proposte concrete. Lo scorso anno il Genoa offrì, per il capitano, 6 milioni di euro più Marco Di Vaio. Non andò in porto. Oggi il Napoli offre 7 con contropartita tecnica. Campedelli vuole 10 senza contropartita. I signori del calcio. Non chiedete a Sergio Pellissier perché non verrà a Napoli. E' prigioniero fino al 2013.
Il Milan resta alla finestra. Cissokho, alla fine, potrebbe arrivare comunque perché il triangolo è forte. Calciatore, Milan e Porto vogliono che l'affare si concluda; seppur a cifre nettamente inferiori ai 15 milioni pattuiti precedentemente. I rinnovi iniziano a diventare un bel problema. Ad Antonini è andata male. Voleva 1,2, rispetto agli attuali 800. Galliani lo ha gelato. "Come puoi pretendere più soldi se hai fatto solo 4 partite di campionato e qualche apparizione in Coppa Uefa e Coppa Italia?". Il summit è avvenuto martedì scorso in Via Turati, alla presenza dell'agente del calciatore, Andrea D'Amico. La verità è che Oddo, se non trova sistemazione, sarà costretto a restare e Leonardo non vede Antonini neanche come alternativa al titolare. Massimo Ambrosini resterà. Dovranno cambiare le condizioni del rinnovo: 4,5 milioni a stagione da Via Turati non usciranno mai. E' la settimana di Dzeko ma sembra paradossale a cosa si sia ridotto questo Milan.
Un po' di pillole di mercato. La Sampdoria ha prolungato fino al 2014 con il giovane attaccante Guido Marilungo. Manfredini potrebbe restare all'Atalanta ma a Bergamo sono arrivate due offerte allettanti. Una dalla Sampdoria, del vecchio tecnico Del Neri, e l'altra dalla Lazio, dove Ballardini insiste per avere Manfredini. Fino al 30 giugno sarà del Catania poi dovrà cercarsi una squadra: già lo sta facendo. Lorenzo Stovini ha rifiutato Palermo, nonostante il forte pressing di Zenga, e sembra orientato ad accettare la proposta dell'Atalanta di Gregucci. Bergamaschi interessati anche al centrocampista del Sassuolo, Magnanelli. Domizzi lascia Udine per Parma, ma attenzione ancora al Bologna. D'Agostino-Juve si farà: già sapete tutte le modalità. Il giovane talento del Chievo Verona, Sbaffo, del '90, ha rinnovato per altre 5 stagioni. La Roma porta a Trigoria il senegalese Luis Gerome, classe 1992: tesseramento in settimana.

Pirlo è cedibile

"Kakà non ha inventato il gioco del calcio", ha risposto a un bimbo milanese che gli chiedeva lumi sulla cessione del brasiliano. Silvio Berlusconi, ha parlato a 360 gradi del Milan, regalando però notizie poco rassicuranti sul futuro della squadra. Ceduto Kakà, il patron rossonero non ha escluso infatti altre dolorose partenze. Come quella di Pirlo, per esempio. "Vedremo cosa farà" ha esordito. Per poi aggiungere: "Io sono stato il primo a dire che deve rimanere, ma poi mi hanno fatto vedere i conti". Insomma: anche il regista sembra destinato a lasciare la Milano rossonera.

pato come kaka' — Così, mentre si apre la campagna abbonamenti, mentre Cissokho è un caso archiviato e Dzeko appare sempre molto lontano, i tifosi potrebbero dover ingoiare altri bocconi amari. Ma Berlusconi, sorridente, si è detto ottimista e ha messo sul banco le sue carte preferite. "Ronaldinho farà un grande anno" ha esclamato ed è convinto che Pato "potrà sostituire Kakà anche in quel ruolo". Il premier non ha rinunciato comunque battere il ferro finché è caldo. A cominciare dai prezzi dei calciatori. "Ci sono delle cifre nel calcio che sono follia pura, cifre che non hanno più nessun rapporto con l'economia normale, sono fuori da ogni senso pratico e dalla decenza, non si possono spendere quelle cifre lì e io ho intenzione di fare qualcosa al riguardo, è diventata una cosa inammissibile" sostiene Berlusconi che, comunque, ha rassicurato i tifosi rossoneri. "Quest'anno abbiamo una grande squadra, potevamo vincere già l'anno scorso ma non è successo perché negli ultimi minuti abbiamo perso tutti i punti e abbiamo sbagliato perché negli ultimi minuti bisogna tenere palla".
ambrosini — Berlusconi è tornato poi a parlare del ringiovanimento della squadra obiettando: "Nel Milan ci sono giocatori che hanno 32 anni. Io quando avevo 32 anni non dormivo nemmeno". E a proposito di Ambrosini ha spiegato: "Non c'è nessun problema con massimo. È con noi e vuole prolungare di un anno, vedremo".