Mandate Lippi

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 14:07

Il 21 giugno è sempre un giorno nero per il calcio italiano. Nel 1970, il Brasile ha travolto per 4-1 gli azzurri nella finale del campionato del mondo . Nel 2008, la Spagna ci ha eliminato ai calci di rigore nei quarti di finale del campionato europeo. Nel 2009, ancora il Brasile ci ha umiliato nella Confederations Cup. Ma se, in Messico, l'Italia era andata in campo stremata dopo il 4-3 alla Germania e se, l'anno scorso, gli iberici si sono imposti soltanto dagli undici metri, in Sudafrica la batosta è stata terrificante. Porta in calce la firma di Marcello Lippi, che per la terza volta consecutiva ha sbagliato squadra, ha sbagliato tutto; a latere brillano gli autografi di Fabio Cannavaro, Giorgio Chiellini, Mauro German Camoranesi, Luca Toni, i peggiori in campo di una formazione senza capo né coda, alla quale non è bastata nemmeno la clamorosa vittoria degli Stati Uniti sull'Egitto per entrare in semifinale.
Grazie a Dio, almeno un nuovo strazio ci è stato risparmiato perché la Spagna ci avrebbe fatto a pezzi come ci ha fatto a pezzi il Brasile. E pensare che, un anno fa, Abete ha cacciato Donadoni per riprendere Lippi che dal Brasile è stato sconfitto per due volte in quattro mesi prendendo cinque gol, che è diventato il primo ct ad essere battuto da una squadra africana, che in Sudafrica ha schierato una squadra vecchia, bolsa e demotivata, spazzata via con tutte le sue contraddizioni: 1 vittoria, 2 sconfitte consecutive, 3 gol segnati, 5 subiti.
Punto n.1: è auspicabile, per la Juve, che non sia stato Lippi a consigliarle il reingaggio di Cannavaro: lui e Chiellini insieme al centro della difesa sono una garanzia. Per gli avversari. E Cannavaro ha pure sciaguratamente eguagliato il record di presenze in Nazionale di Paolo Maldini: ha raggiunto quota 126, speriamo non arrivi a 127.
Punto n.2: Camoranesi non sta in piedi, eppure Lippi l'ha tenuto in campo per tutta la partita, manco fosse Kakà.
Punto n.3: Toni è scomparso da un anno, lo cercano anche in Germania, non segna e non corre manco se lo spingono: eppure Lippi l'ha ripresentato anche contro il Brasile, salvo toglierlo nella ripresa per manifesta disperazione.
Punto n.4: quest'Italia parte sempre male, va naturalmente subito sotto e ci mette sempre un tempo per capire che bisogna cambiare. Senza riuscirci (Egitto e Brasile docent: e vogliamo parlare dei 3 gol presi dalla Nuova Zelanda, dicasi Nuova Zelanda?). Punto n.4: dopo l'Egitto, Lippi aveva nervosamente fatto notare di avere portato dodici nomi nuovi in Sudafrica. E perché caspita non li ha fatti giocare i nuovi? Perché li ha usati con il contagocce? Perché ha tenuto Santon sempre in panchina? Perché ha insistito con gli Eroi di Berlino che sono cotti?
Punto n.5: a questa Nazionale serve come il pane uno come Cassano, perché Lippi non lo chiama mai?
Punto n.6: perché Rossi, l'attaccante più in forma, non ha il diritto di essere titolare? Ma lo sa Lippi che nessuna delle punte da lui schierate all'inizio nella Confederations Cup non ha segnato lo straccio di un gol in tre partite?
Punto n.7: dopo l'indecente prova con l'Egitto, il ct e gli azzurri si sono offesi perché l'Italia è stata chiamata una squadra di mummie. Avevano ragione: contro il Brasile le mummie sono sparite. Abbiamo visto in azione i dinosauri che almeno si sono estinti. I campioni del mondo no. Il conservatorismo e la supponenza di chi li guida li ha esposti a una resa ingloriosa.
Punto n.8: adesso Lippi è un tecnico in un vicolo cieco. L'Italia non batte il Brasile da ventisette anni, ma, con questo tecnico potrebbe rigiocare altre 40 volte contro i sudamericani e le perderebbe tutte e quaranta. Bisognerebbe cambiarlo subito questo ct che dopo l'obbrobrio con il Brasile non ha nemmeno chiesto scusa per il disastro, ha detto che bisogna stare calmi, che bisogna piantarla di chiedere spazio per i giovani ed è stato pure indisponente con il malcapitato cronista Rai che l'intervistava. Purtroppo, Ancelotti, il sostituto ideale di Lippi, è andato al Chelsea. Un anno fa, Donadoni era stato scaricato come un pacco postale. Oggi, qualcuno dovrebbe chiedergli scusa. Si chiama Giancarlo Abete.