Il Milan dopo Ancelotti


Chelsea-Ancelotti: c'è l'accordo. La notizia, pubblicata dal "Daily Star", trova con il passare delle ore sempre più credito. Roman Abramovich avrebbe finalmente convinto il tecnico rossonero a lasciare il Milan dopo otto anni. Ora la palla passa alla società rossonera. Blindare il tecnico o lasciarlo andare? Questo è il problema. Adriano Galliani, al termine dell'assemblea dei soci, si è mantenuto sul vago, ma ormai è chiaro che solo la volontà della società può evitare che il tecnico prenda la strada di Londra. A conferma dell'indiscrezione, i bookie d'oltremanica, solitamente molto abili nella formulazione delle quote, che bancano Ancelotti sulla panchina dei blues a 1,67. A 2,40 la sua conferma al Milan, mentre qualsiasi altra destinazione pagherebbe 8 contro 1.

IL BILANCIO SENZA CHAMPIONS - Intanto il bilancio fa i conti con la mancata partecipazione in Champions League. L'assemblea dei soci del Milan ha infatti approvato il bilancio del 2008 chiuso con un fatturato di 237.9 milioni di euro e una perdita di 66.8 milioni di euro. Il disavanzo, causato prevalentemente dalla mancata partecipazione al prestigioso torneo europeo. L'amministratore delegato e vice presidente vicario della società rossonera, Adriano Galliani, ha spiegato che "mantenere un organico da Champions League senza farla ha fatto lievitare le perdite" e ha aggiunto che "questa proprietà non ha intenzione di avere perdite di decine di milioni di euro all'anno" come avvenuto nelle ultime due stagioni.

IL MALUMORE DEGLI AZIONISTI - Di fronte a qualche malumore di alcuni piccoli azionisti presenti in assemblea, Galliani ha spiegato che "tutti i tifosi di quasi tutte le squadre in Italia sono scontenti ma non giochiamo così male, altrimenti non saremmo secondi in classifica. C'è una correlazione totale tra fatturati e risultati sportivi e infatti il Milan è secondo in campionato con il secondo budget tra le squadre italiane".

Ancelotti in Nazionale


Crisi o no, mai come in quest'estate potrebbero cambiare gli allenatori in serie A. Soprattutto tra le grandi. Partiamo da una certezza. Al momento l'unica panchina che non avrà sussulti è quella dell'Inter, dove Mourinho è confermato. Cambi, dunque. A cominciare da Juventus e Milan. Il futuro bianconero di Ranieri, nonostante le dichiarazioni di Blanc, è appeso ad un filo. Dopo lasconfitta in Coppa Italia con la Lazio i divorzio sembra certo con Spalletti favorito. Passiamo al Milan. Il secondo posto finale e l'arrivo di due giocatori di primissimo livello potrebbero far continuare il rapporto tra Ancelotti ed i rossoneri, senza dimenticare però che il tecnico ha già una parola presa con il Chelsea. Se verrà mantenuta, Galliani cercherà di portare uno tra Rijkaard, Spalletti, in caso di divorzio dalla Roma, oppure Allegri. Con quest'ultimo nome che appare comunque come una bella scommessa. Altrimenti per Ancelotti sarà ancora Milan. Considerando che proprio nelle ultime ore il tecnico ha dichiarato che rimarrà ancora a Milano. E allora lo scenario che potrebbe aprirsi è un altro. Fare un altro anno con i rossoneri per poi prendere il posto di Marcello Lippi sulla panchina dell'Italia dopo i Mondiali 2010, quando appunto l'attuale ct potrebbe lasciare gli azzurri. La Roma. Quella che sembrava una certezza potrebbe vacillare se verranno confermate le notizie che vogliono Spalletti favorito per la panmchina della Juventus. Ma in questo momento per i giallorossi ci sono altri problemi ben più importanti, come le nuove voci riguardanti un passaggio di società.
La Fiorentina e Prandelli quasi sicuramente rimarranno ancora insieme. Diciamo al 99 per cento. Non c'è però la certezza matematica. Le possibilità di un divorzio sono davvero ridotte al minimo, ma a seconda di come verrà chiusa la stagione potrebbero prendere corpo. Possibili nomi per sostituirlo sono quelli di Allegri e Giampaolo. Ma siamo veramente, in questo momento, a discorsi che non dovrebbero poi concretizzarsi. Però un Prandelli sul mercato potrebbe stravolgere tutte le carte in tavola anche per quanto riguarda il mercato allenatori delle grandi squadre. Ecco dunque che la situazione della squadra viola può essere un importante nodo per i movimenti futuri. Al Napoli l'arrivo a stagione in corso di Donadoni sembrerebbe aver chiuso i discorsi allenatore anche per il prossimo campionato. Facendo cadere nel vuoto l'avvicinamento che ci fu un paio di mesi fa con Roberto Mancini. Ma i risultati ottenuti in queste domeniche dal Napoli sono tutt'altro che esaltanti. Quindi a giugno anche la posizione dell'ex ct della nazionale potrebbe essere rivista. Del Neri ha dato l'addio all'Atalanta. Ad accoglierlo c'è l'Udinese. Nessuna certezza, ovviamente, al riguardo, siamo fuori i tempi regolamentari. Però un dettaglio da non sottovalutare è il praticamente certo arrivo ad Udine di Corradi, pupillo di Del Neri ai tempi del Chievo. All'Atalanta il favorito è Delio Rossi, dietro ci sono i nomi di Giampaolo, ancora una volta, e Beretta. Delio Rossi abbandonerà la Lazio. Al suo posto è quasi certo l'arrivo di Mazzarri dalla Sampdoria, dove arriverà Zenga o il gettonatissimo Giampaolo. A Cagliari, se Allegri se ne andrà, il futuro della squadra sarda sarà messo nelle mani di Bisoli, ex giocatore cagliaritano, che molto bene sta facendo a Cesena. E a Siena? Viste tutte le richieste che ha Giampaolo, un cambio sulla panchina appare abbastanza certo. Ma prima di pensare al nuovo tecnico ci sono da risolvere alcune questioni a livello societario ed economico. Al Chievo Di Carlo lo confermerebbero di corsa, dopo il miracolo che sta compiendo. Però non è da escludere che nelle prossime settimane possa arrivare qualche offerta allettante all'allenatore. Il futuro di Torino, Lecce, Bologna e Reggina è legato alla permanenza o meno in serie A. A Palermo Ballardini sarà confermato. Strana la vita. Nell'estate dei cambi, proprio Zamparini rimarrà con quello che già ha.

Juve-Inter: incroci di mercato

Mourinho ormai sicuro della vittoria finale detta le sue condizioni. Non faranno più parte della rosa giocatori in prepensionamento e sottoposti incapaci di sopperire all'indisponibilità dei primi della classe, se chiamati in causa. Un giocatore che corrisponde al primo identikit è Julio Cruz, a dire il vero, tanto discreto quanto concreto. Spillo Altobelli lo consiglia apertamente al Napoli:
"Io prenderei tutta la vita uno come lui, un giocatore serio, integro ed importante – ha spiegato l'ex giocatore a Napolimagazine - Cruz sa essere decisivo e si allena bene: potrebbe fare la fortuna di qualsiasi allenatore". Pare che anche sul Golfo sia da tempo maturata questa convinzione, tant'è che i partenopei avrebbero deciso di rinunciare a Floccari, destinato al Genoa, per dirottare ogni sforzo sul Jardinero.
Donadoni vorrebbe inoltre affiancargli Palladino. L'attaccante di proprietà della Juve è un pupillo del tecnico e da sempre coltiva il desiderio di giocare a Napoli. Inoltre i discorsi aperti tra Marino e Secco sono diversi, e non riguardano solo Hamisk, ma anche Lavezzi e Santacroce.

Un altro giocatore con un piede sull'uscio è Hernan Crespo. Fernando Hidalgo, procuratore dell'interista e di Milito, ha rivelato alcuni incroci interessanti del prossimo mercato: "Per quanto riguarda Hernan, la Roma è una società che lui ha sempre voluto. Diego, se dovesse lasciare il Genoa, rimarrà in Italia". E' ormai risaputo che il bomber genoano è in cima alla lista dello special one, ma a sentire lo stesso Hidalgo nulla è ancora deciso: "Abbiamo ricevuto molti contatti dalle big, non solo dall'Inter". Anche la Juventus infatti è interessata al giocatore per sostituire un suo connazionale. David Trezeguet è entrato ormai in rotta di collisione con Ranieri e con la società. Grazie anche alle dichiarazioni di Antonio Caliendo, suo agente ed amico. Quest'ultimo ha infatti palesato il malumore del proprio assistito: "Se la Juventus dovesse confermare il tecnico, come ha detto di voler fare, ci sarà qualcosa da rivedere. Sembra che Trezeguet non rientri più nei suoi piani - ha affermato - Si vede da quanto e come lo sta impiegando ultimamente". L'attaccante pretende un posto da titolare che nessuno può garantirgli, stante anche la sua "tenera" età. Verrà dunque ceduto all'estero e si parla sopratutto di Barcellona, Lione e Manchester, sponda City, quali possibili destinazioni. I francesi, per la cronaca, sono fortemente interessati anche a Gilardino, che dal canto suo giura fedeltà ai viola.

Juve e Inter si affrontano anche su un altro terreno: Quagliarella. Ma pare che negli ultimi giorni la Vecchia Signora sia passata in vantaggio, ottenendo addirittura il si di Pozzo. Un incontro a Milano ha poi sancito l'accordo tra Secco e il giocatore. Il direttore sportivo bianconero in realtà era interessato anche a Kwadwo Asamoah, ma l'Udinese ha declinato ogni possibile avance. I friulani sono convinti che il ventenne avrà un futuro radioso e allora preferisco attenderne la piena maturazione per monetizzare compiutamente la fiducia che gli è stata accordata in questa stagione. L'Inter risponde al colpo dei torinesi proiettandosi sul mercato spagnolo. Eto'o e Villa incantano. E ognuno dei due sarebbe la spalla ideale per Ibrahimovic. L'agente Fifa Vincenzo Morabito, ospite a Controcampo, ha confermato: "L'Inter sta monitorando la situazione di Eto'o da tempo e il suo contratto scade nel 2010. Penso che Eto'o possa essere un obiettivo nerazzurro, in alternativa c'è Villa, anche se il Chelsea e il Barcellona si sarebbero mosse con anticipo. Non escludo comunque un arrivo di Eto'o o Tevez". Cruz, Crespo, Adriano, Obinna e Suazo invece lasceranno sicuramente Milano. A sorpresa, e dopo un solo anno, potrebbe fare altrettanto anche Sulley Muntari, che guarda alla Premier, cui si sente calcisticamente più affine, e in particolare al Tottenham. "Sono felice a Milano e mi trovo bene con Mourinho, ma tutti sanno della mia stima per Harry Redknapp - ha dichiarato al sito inglese Skysports il ghanese - Aspettiamo la fine della stagione". Ancora più sorprendente però il prossimo ritorno in Italia di Fabio Cannavaro, ennesimo capitolo della perenne contesa fra Juve e Inter. Il derby d'Italia recupera un vero protagonista
Fonte Carlo Nesti

Juve, ecco i nomi del 2010

Ecco, nome per nome, la situazione bianconera per il prossimo mercato estivo.

CANNAVARO - E' l'affare del momento, la notiziona piombata nel cuore della domenica passata, data per certa dai media italo-spagnoli (da Marca prima, da Sky Sport poi). E a quanto pare è tutto vero, perfino in fase ben avanzata. A buon punto, visto che i contatti andavano avanti già da un paio di settimane, rigorosamente sotto traccia, senza che nessuno ne sapesse nulla. Fino allo scorso week end, quando tutto è venuto fuori, senza però far battere ciglio ai diretti interessati, che per ora si trincerano dietro il silenzio. A romperlo ci hanno pensato ovviamente i tifosi (subito divisi fra chi ripudierebbe e chi accetterebbe un ritorno del difensore centrale) e il procuratore del difensore, Gaetano Fedele: "La Juve ha fatto una proposta interessante, proprio quello che lui sta cercando" ha affermato l'agente "la trattativa c'è, siamo in fase embrionale, ma le possibilità che l'affare vada in porto sono buone. L'interesse della Juve fa solo piacere, lui sta cercando di dare continuità a una carriera gloriosa e proseguire in un club di primaria importanza è il suo desiderio. I tempi? Questa sarà con ogni probabilità la settimana decisiva, visto che già ci sono stati dei contatti via fax fra Juve e Real". Il divorzio di tre anni fa è pronto ad esser riposto nel cassetto, per Cannavaro contratto d'un anno e annessa opzione al rinnovo per un secondo (per poi, magari, entrare a far parte della dirigenza), anche se la novità sta nel fatto che l'ormai ex madrileno si ridurrà l'ingaggio pur di tornare in bianconero, trovando nuova "dimora" e restando a galla, nell'intento di acciuffare i mondiali del 2010. Una sorta di scusa promossa da colui che, nel pieno della bufera Calciopoli, prese il primo volo diretto a Madrid, da Fabio Capello. Ovviamente ha fatto discutere la mossa dei dirigenti juventini, decisi a puntellare la difesa (colabrodo nel pieno della rincorsa scudetto, poi mestamente naufragata) con un 36enne, già scartato da un Napoli che il suo progetto a lungo periodo vuole affidarlo a giovani freschi e forti. Una trattativa dai molteplici spunti di riflessioni, sia sulla programmazione di Secco, Cobolli e soci, sia sulla coscienza di un giocatore pronto a ritrovare i cari vecchi compagni Camoranesi, Del Piero, Buffon. Proprio coloro che abbandonò al loro destino nel periodo più buio della infinita storia bianconera…

BUFFON/TREZEGUET - Il rapporto fra il francese e Ranieri, da ambienti vicini ai diretti interessati, possiamo dichiararlo inevitabilmente incrinato. Abbiamo raggiunto direttamente Antonio Caliendo, procuratore della punta transalpina, che ha stigmatizzato il comportamento della allenatore juventino: "Si vede da quanto e come lo sta impiegando ultimamente… Se sarà ancora lui il tecnico, vaglieremo altre strade, decidendo il da farsi su una nuova destinazione, che soddisfi la voglia di giocare del mio assistito (in lizza Barcellona e Manchester City Ndr)". Analizzando di pari passo le situazioni di Trezegol e Buffon, pare chiaro che il portierone resterà almeno un altro anno in bianconero (nell'intento di acciuffare la Champions nel complesso d'una squadra veramente forte), l'attaccante molto probabilmente lo farà l'estate prossima. Questo perché alla Juve servono "soldoni" da reinvestire, per allestire un gruppo che sappia ambire a più obiettivi e il transalpino è uno dei papabili a lasciare l'ombra della Mole, dopo i recenti screzi con Ranieri e le posizioni perse nella gerarchia del reparto offensivo. S'è convinto anche il diretto interessato (vedi le dichiarazioni di Caliendo), che vuole giocare, e segnare, con continuità per evitare il lento declino d'una carriera ricca di goie, ma anche dolori. Non c'è invece fretta per il Gigi Nazionale, il quale ha anch'esso un relativo prezzo di mercato (elevatissimo, supponiamo), come ammesso dai dirigenti bianconeri nei giorni passati. Tutto è comunque prematuro, e al momento non si registrano sirene attorno all'estremo difensore ex Parma. Con il ricavato della cessione di Trezegol, la Juve potrebbe accaparrarsi non più uno, bensì due campionissimi di spessore, capaci di far fare il vero e definitivo salto di qualità alla compagine di Ranieri. I riferimenti sono soprattutto per Silva e Diego, mentre sono meno quotati possibili acquisti di Hamsik oppure Ribery. Desta perplessità l'affare Cassano.

HAMSIK/RIBERY - Sono i due sogni impossibili della Juventus che cerca l'assalto ai titoli più pregiati per la prossima stagione. I dirigenti juventini hanno già sondato il terreno per entrambi i calciatori, ma per ora hanno visto pochi spiragli di luce. Chissà se a stagione finita potrebbe cambiare qualcosa… Il transalpino certamente lascerà il Bayern di Toni (ormai netti i contrasti con la proprietà), mentre lo slovacco di Donadoni brancola nel buio, ancora indeciso sul da farsi. Il diesse Secco in giugno farà un altro tentativo, nella speranza che qualcosa cambi, magari inserendo nella trattativa Palladino e Criscito, come ipotizzato dal patron Cobolli Gigli: "Non è un segreto la nostra stima per il napoletano, ma se il Napoli non intende cederlo ce ne faremmo una ragione (nette le parole di Marino, che ha blindato anche Santacroce Ndr), rivolgendo le nostre attenzioni ad altri campioni". Più o meno la stessa situazione per Ribery, sul quale però s'è già scatenata una asta pericolosa per i bianconeri, con il Barcellona in primissima linea. E il prezzo, ovviamente, è lievitato, con i blaugrana già pronti a metter sul piatto circa 30 milioni di euro. Il forte esterno francese, già pronto a mollare la terra teutonica, gongola e nel frattempo ha prolungato il contratto personale di sponsorizzazione con la "sua" Nike, la quale senza coprirsi troppo spinge anch'essa per un passaggio a un club sponsorizzato in proprio invece che dal principale concorrente (Adidas appunto, sponsor dei bavaresi). L'asta è aperta (improbabile uno scambio con Buffon), ma la concorrenza per le casse juventine è quanto mai proibitiva.

DIEGO - Il brasiliano pensa solo al Werder sino al giugno ("Non so a che punto è la trattativa, ne riparleremo più avanti ha dichiarato"), ma gli ultimi dieci giorni hanno rappresentato uno snodo importante per la trattativa riguardante il calciatore classe 1985. A Torino sono arrivati Djar, padre di Diego, e Giacomo Petralito, agente Fifa e principale intermediario per un possibile trasferimento. Si sono compiuti importanti e rilevanti passi avanti, con le parti in causa che hanno ribadito l'interesse reciproco per una soluzione positiva, voluta fortemente da tutti i diretti interessati. Papà Diego ha messo in tasca quelle che sono le possibili mosse della Juventus (c'è stato anche il via libera tattico di Ranieri), in attesa di sentire anche la controparte tedesca, che incontrerà a giorni (come dichiarato da lui stesso). Juve e Werder, invece, si incontreranno solo al termine della stagione e la fine di giugno potrebbe essere finalmente il momento propizio. Le parole di Djair Ribas da Cunha tranquillizzano i tifosi juventini: "Forse ci siamo. La mia sensazione è che questa volta la Juve faccia sul serio. L'interesse per Diego c'è, ma ne sapremo molto di più a fine mese". Il padre punta a fare gli interessi del figlio, che da sempre spinge, sottobanco, per un passaggio alla Juventus, squadra che risponde alle sue richieste, ovvero di club blasonato e già certo della partecipazione alla Champions League. Se sull'asse Torino-Brema non ci saranno clamorosi ribaltoni, l'affare si farà.

NEDVED/SILVA - Per l'assalto all'asso spagnolo, la Juventus ha "sotto il cuscino" almeno 18 milioni di euro da proporre, ma il Valencia non considera ancora sufficiente l'offerta che comunque sarà trattata ancora un po' dai dirigenti juventini: "Nessun nostro campione sarà svenduto" ha affermato il vicepresidente del Valencia, Fernando Gomez "alcuni sondaggi ci sono stati, ma noi aspettiamo ancora e non avremo problemi a ricevere proposte". La base d'asta s'aggira sui 25 milioni, anche se sarà ovviamente abbassata, trovando un compromesso per un cifra leggermente minore. Nel frattempo l'approdo del valenciano sotto la Mole, sembra apparentemente essere legato alla scelta se proseguire, o meno, con i colori bianconeri di Nedved. Ma, stando a qualche discrezione, non bisogna esserne così certi. Il ceco, come ampiamente risaputo, ha dichiarato ad inizio marzo il suo addio al mondo del pallone, ma potrebbe tornare sui suoi passi, come già ci ha abituato in passato. Per ora tutto tace, ma l'ex Lazio forse rimarrà ancora un altro anno alla corte di Ranieri, anche se a mezzo servizio visto che gli anni si fanno sentire e le ginocchia non sono più quelle d'una volta. In casa bianconera si dicono ben contenti di tenere ancora per una stagione colui che vinse il Pallone d'oro nel 2003, ma il progetto Juve deve andare avanti e, per quel salto di qualità necessario, oltre a un Nedved "limited edition" (che proverà per l'ennesima volta, con un gruppo ancora più forte di quello di quest'anno, a dare l'assalto alla agognata Champions), servirà un sostituto di primissimo livello. David Silva, appunto. Lo spagnolo campione d'Europa è in cima al taccuino di Secco e soci, che già hanno battuto il terreno con il Valencia (sempre in preda a una profonda crisi societaria) e sono pronti all'assalto, fissato per luglio prossimo.

CASSANO/GIOVINCO - Il talento di Bari Vecchia continua a orbitare nei dintorni bianconeri. In casa Samp non s'espongono più di tanto, rimandando tutto a fine stagione, così come in casa bianconera, dove il fantasista pugliese però interessa tanto. Eccome se interessa. Negli ultimi giorni, purché l'affare vada in porto, è stato tirato in ballo anche Sebastian Giovinco, come probabile contropartita tecnica per facilitare l'acquisto di quello che potrebbe essere il post Del Piero. Qualcuno però storce il naso, a partire dal manager del giocatore Claudio Pasqualin, il quale ha prontamente chiarito: "Non mi risulta affatto questa ipotesi, la Juve non ce ne ha parlato. Forse non e' solo una ipotesi quella di Cassano alla Juventus, ma che ci sia di mezzo Giovinco e' assolutamente un'invenzione". Tutte frottole, quindi, ma logicamente la Formica Atomica sarebbe gradita a mister Mazzarri, così come al d.g Marotta, già dettosi pronto a intavolare possibili trattative nel prossimo mercato estivo. Nella rincorsa a Cassano è proprio la Juve la prima scelta, la prima "papabile" a poterlo accogliere. Tanto che il procuratore dell'ex Roma e Real Madrid, Bozzo, avrebbe avviato dei contatti con un'agenzia immobiliare di Chivasso per trovare casa al giocatore nella "prima cintura" di Torino. Segnali fondamentali, delicati per colui che è visto come il dopo Del Piero, come la pedina più giusta per voltare e aprire una nuova pagina della lunghissima storia bianconera. Molto probabilmente, dopo aver tappato il buco sull'esterno sinistro (visto l'addio di Nedved), la dirigenza di corso Ferraris si butterà a capofitto sull'affarone riguardante il barese, che proprio in questo scorcio di stagione ha finalmente trovato l'ariete da rifornire, quel Pazzini che concretizza al massimo le sue ripetute genialate nell'arco dei 90'. In soldoni, passando all'aspetto economico, la clausola rescissoria consente a Cassano di liberarsi per 20 milioni, ma l'unica cosa sicura è che 4,5 dovranno essere girati dalla Sampdoria al Real Madrid. Poi servirà l'indubbio sforzo economico di Secco e colleghi, che hanno la vera di occasione di poter fare finalmente breccia nel cuore dei tifosi juventini, fin qui piuttosto scettici sull'operato dirigenziale.
Fonte Carlo Nesti

Napoli, ecco i problemi

Strano ma vero, ora a Napoli va a finire che sotto accusa ci finisce Roberto Donadoni, che con questa grave crisi, con questo campionato umiliante, centra come un cavolo a merenda. L'unica colpa del bergamasco è stata il coraggio di accollarsi una nave alla deriva in corso d'opera, senza aspettare la fine della stagione per lavorare con del materiale da lui scelto. Trovo strano che alcuni miei colleghi, sempre molto teneri con Reja, cerchino invece il pelo nell'uovo nel valutare il Napoli griffato Donadoni. Si affannano a difendere il "povero" trainer goriziano, dimenticando che l'ex allenatore azzurro ha accettato senza batter ciglio l'assurda campagna acquisti estiva partenopea avallando in toto le ancor più assurde scelte di gennaio. Poteva anche dimettersi, per esempio, al momento dell'acquisto di Datolo, totalmente inutile alla causa; al contrario, pur di non rinunciare al suo lauto stipendio, ha preferito accettare senza la minima obiezione. State pur certi che il signor Donadoni questo non lo farà: il Napoli che vedremo dal prossimo ritiro sarà ad immagine e somiglianza del nuovo mister, tanto diplomatico davanti ai microfoni quanto risoluto e categorico con dirigenti e proprietari del club in cui lavora.

Certo, il Napoli delle ultime due gare ha fatto sostanziali passi indietro rispetto alle partite di inizio ciclo. Questa squadra, tuttavia, è totalmente priva di stimoli: molti dei giocatori sanno di non rientrare nei progetti futuri azzurri, e stanno con la testa già proiettata verso altri lidi. Molti altri, invece, non riescono a concentrarsi sul nuovo piano settimanale di lavoro imposto dal nuovo tecnico: si lavora molto sulla tattica, non tanto per l'oggi, quanto soprattutto per il domani. Assurdo chiedere a Donadoni di coinvolgere, tanto per fare un esempio, un anarchico come Lavezzi in poche settimane di lavoro assieme. L'argentino era abituato a fare quello che voleva durante la precedente gestione , un genio, un talento puro che va però rimodellato ed incanalato in modo da renderlo utile anche al collettivo, e non solo a sé stesso.
Donadoni ha poi preso le redini di una squadra atleticamente stanca, visto l'impegno dell'intertoto affrontato fin dai primi di luglio, e poi è evidente come si tenda ad un naturale rilassamento non avendo più alcun obiettivo da raggiungere.
Per non parlare delle voci che circolano in città riguardo la sregolata vita notturna di molti protagonisti partenopei, avvezzi più alla movida che all'impegno quotidiano negli allenamenti. Un frullato di guai che rende quasi impossibile al tecnico bergamasco concludere degnamente un campionato che nulla ha più da dire. Certo, ci sarebbe l'orgoglio, oltre allo stipendio percepito ogni mese da questi signori, ma purtroppo sono argomenti che non sempre fanno leva sui calciatori italiani. Ricordo, a tal proposito, l'ultima Juve dell'immediato post Lippi, una squadra che aveva vinto scudetti e coppe, e che nonostante la presenza di un tecnico di valore indiscusso come Ancelotti e di altri pluridecorati campioni, non arrivò oltre ad una misera qualificazione per l'Intertoto.
Questo Napoli è alle prese con un mesto precampionato, in attesa di rinforzi ed innesti che permetteranno alla squadra di affrontare la prossima stagione con altre credenziali. Gli ultimi spiccioli di questo torneo non fanno altro che confermare, è sufficiente un breve screening della rosa per rendersene conto, le pessime scelte effettuate in fase di mercato: tanti mediani e nessun metodista; tantissimi mancini e giocatori fisicamente uguali in difesa. Se eliminiamo Grava (ho detto tutto) il Napoli non ha brevilinei rapidi in terza linea. Per non parlare di ciò che succede tra i pali: in stagione si sono alternati ben cinque portieri, ma quasi nessuno ha convinto. Non a caso il mercato degli estremi difensori è uno di quelli più setacciati dalla società. In attacco non c'è un'alternativa tattica a Lavezzi: Pià non è all'altezza della massima serie, Russotto è un interessante ma ancora acerbo trequartista, e le due prime punte segnano con il contagocce, seppur per motivi differenti. Zalayeta è infatti cronicamente alle prese con i postumi del grave infortunio patito tempo fa, mentre Denis non ha garantito l'auspicato salto di qualità, nonostante l'ingente spesa sostenuta per il suo acquisto. Tutte cose che il signor Reja avrebbe dovuto far presente alla società e non accettare passivamente.
Ogni tipo di valutazione, anche critica, nei confronti del nuovo mister, dovrà dunque essere effettuata nel prossimo campionato: quest'ultimo è ancora figlio degli errori e della pavida accondiscendenza del suo predecessore.
Di Ciro Venerato per Tutto mercato Web

Il Real vuole Zapata

Dopo un inizio di stagione al di sotto dei suoi livelli standard, condizionato anche da un grave infortunio che ne ha pregiudicato la preparazione estiva, Cristian Zapata (21) sta tornando quel difensore affidabile, tanto apprezzato da diversi grandi club italiani. Ora, sul colombiano dell'Udinese sembra essere piombato il Real Madrid, alla ricerca di facce nuove per iniziare il nuovo corso, sotto la presidenza di Florentino Perez. Gli spagnoli hanno fatto osservare già diverse volte il centrale bianconero e si parla anche di un'offerta superiore ai 12 milioni di euro per riuscire a portarlo al Bernabeu.

La conferma: Cannavaro alla Juve


Tutto vero. Fabio Cannavaro è pronto a indossare di nuovo la maglia della Juve. La conferma arriva da Gaetano Fedele, agente del 36enne capitano della Nazionale in scadenza di contratto con il Real Madrid, già in bianconero dal 2004 al 2006. "Sui giornali si è letto di un contatto fra il Real e la Juve. La trattativa è sicuramente a buon punto, esiste e la si sta valutando, poi i dirigenti della Juve possono essere più chiari. Questa sarà con tutta probabilità la settimana decisiva". TELENOVELA NAPOLI - Prima della Juve, si era parlato di un possibile trasferimento di Cannavaro al Napoli, la squadra della sua città dove ha mosso i primi passi nel calcio che conta: "E' stata una telenovela, che si è chiusa. Anzi diciamo che non è mai stata aperta - continua Fedele -. Fabio aveva manifestato questo desiderio e la sua idea più volte, ma il presidente interpellato ha dichiarato che i giocatori di una certa età in difesa non li prendono perché esiste un progetto. Probabilmente il Napoli ha un progetto a lungo termine, sicuramente club come la Juve che hanno bisogno di qualcosa in più nell'immediato devono puntare su giocatori di sicuro affidamento". FUTURO BIANCONERO - Cannavaro sarebbe felice di tornare alla Juve: ''Certamente - continua ancora il procuratore del capitano azzurro - fa piacere l'interessamento di un grande club come la Juve, è chiaro che il possibile ritorno in Italia non lo fa rimanere indifferente. Lui sta cercando di dare continuità ad una carriera gloriosa, e proseguire in un club di primaria importanza era il suo desiderio". Si è parlato anche di un possibile posto da dirigente nella società bianconera al termine della carriera agonistica. "Se ne è parlato in termini di disponibilità, sicuramente la trattativa è ancora in una fase iniziale. Adesso non è corretto parlare di cifre. Si è parlato di una decurtazione importante da parte di Fabio. L'offerta della Juve è la più importante e affascinante, poi con calma si vedrà".
OFFERTE EUROPEE - Offerte per Cannavaro sono arrivate anche da altri grandi club europei. "Sì, dall'Inghilterra, dalla Russia e inizialmente dal Bayern Monaco. Insomma da quattro mesi a questa parte sono arrivate parecchie proposte, d'altronde un giocatore come Fabio in scadenza di contratto fa gola a tanti. Si sono fatte avanti, poi si fa la scelta finale nei tempi debiti. Come dicevo prima, questa settimana qualcosa avverrà".
Fonte La Repubblica

Le pagelle della 32esima

Ecco le pagelle della serie A dopo le gare della 32ª giornata.

LAZIO 8 - Reginetta di giornata e sponsor di tutte le altalene del mondo, perché conferma la sua discontinuità infilando la seconda vittoria, dopo tre sconfitte consecutive. Sul campo del Genoa, che aveva appena dato spettacolo contro la Juventus, soltanto l'Inter era riuscita a vincere. Ma al di là della statistica, la Lazio dà spettacolo meritando il successo firmato da un gran gol di Zarate.
MILAN 7,5 - Mezzo voto meno rispetto alla Lazio soltanto perché è più facile battere il Torino in casa che il Genoa in trasferta. Ma la tara agli avversari non attenua i meriti della squadra di Ancelotti, capace di stravincere divertendo, con una tripletta dello scatenato Inzaghi, un rigore del ritrovato Kakà, e il sigillo finale di Ambrosini che merita l'allungamento del contratto. E così, in una notte da applausi, il Milan aggancia la Juventus al secondo posto, tornando la squadra che ha segnato il maggior numero di gol: 59, uno più dell'Inter
CHIEVO 7,5 - Un'altra impresa. Impresa e non miracolo, perché il Chievo che vince a Siena con la concretezza delle grandi squadre è lo stesso che aveva pareggiato contro la Juventus, spaventando poi il Milan. Complimenti a Pellissier per la sua doppietta da grande attaccante e naturalmente a Di Carlo, pilota di una salvezza da incorniciare.
REGGINA 7,5 - Voto altissimo per una vittoria che potrebbe accendere nuove speranze di salvezza, perché il Torino quart'ultimo è soltanto a 4 punti. La Reggina che vince a Bergamo, come aveva fatto l'ultima volta 18 partite fa proprio contro l'Atalanta all'andata, non si limita a segnare con Ceravolo, colpendo anche due pali con Cozza e Brienza. La conferma che la squadra è ancora viva, grazie all'incrollabile e contagiosa fiducia del bravissimo Orlandi.
UDINESE 7,5 - Ha la forza morale e tecnica per rialzarsi, contro la Fiorentina, dopo la bruciante eliminazione in coppa Uefa. Segna altri 3 gol, con il primo splendido acuto di Asamoah, ma stavolta ne incassa soltanto 1, con una prova da vecchia Udinese, trascinata da un grande D'Agostino.
CAGLIARI 7 - La pancia sarà anche piena, ma non si vede perché il Cagliari liquida le speranze del nuovo Napoli di Donadoni. Ma tra il colpo di testa di Jeda e il gran gol del 2-0 di Lazzari, bisogna fare i complimenti anche a Marchetti che nega a Lavezzi la rete del possibile 1-1. E avere un buon portiere è un merito, non fortuna, come insegna l'Inter.
CATANIA 7 - Festeggia la salvezza a quota 40 con una bella vittoria contro la Sampdoria. Mascara apre le danze con un perfetto rigore, poi ci pensa Martinez a regalare a Zenga una grande soddisfazione, perché il Catania in casa è una splendida realtà.
PALERMO 7 - Impietoso schiacciasassi sulle rovine del Bologna, costruisce una decina di palle-gol, fermandosi a 4 reti. E ripensando a tutte le partite gettate via, c'è da arrabbiarsi perché questo Palermo poteva avere molti punti in più.
INTER 6,5 - Spreca l'occasione di stravincere lo scudetto proprio sul campo della sua prima rivale. Superiore a livello fisico e tecnico alla Juventus, paga una distrazione finale ma anche un nuovo errore tattico di Mourinho, che nel finale toglie Balotelli e Muntari per inserire Vieira e Burdisso, richiamando l'inutile Figo soltanto a 3' dalla fine, quando finalmente entra Cruz. Arretrando la squadra, malgrado un gol e un uomo in più, favorisce psicologicamente il pareggio della Juve, una settimana dopo quello del Palermo.
ROMA 6 - E' l'unica ad approfittare della sconfitta del Genoa (grazie Lazio) battendo il Lecce, anche se con il rigore omaggio del 3-2. Ottimo avvio, grande Totti, ma ancora una volta difesa da brividi che sciupa il parziale 2-0. E così potrebbe non bastare avvicinarsi a 5 punti dal quarto posto, perché soltanto le ultime quattro hanno incassato più gol.
LECCE 6 - Ha la forza e le qualità per agguantare la Roma sul 2-2, quando sembrava spacciato sullo 0-2. Poi viene punito da un rigore inesistente che fa giustamente imbestialire De Canio, dopo le proteste della settimana precedente. Eppure la squadra è viva e quindi fa bene a non mollare.
JUVENTUS 5 - Ci aspettavamo la partita dell'orgoglio e invece la Juventus giochicchia senza convinzione, quasi rassegnata, pareggiando soltanto a tempo scaduto quando aveva un uomo in meno. E per una volta non ci convince nemmeno Ranieri che si affida ai senatori, malgrado i segnali deludenti della settimana precedente, tenendo troppo in panchina Giovinco l'unico in grado di regalare freschezza e fantasia a una squadra spenta.
NAPOLI 5 - Invece della prima vittoria, dopo quattro pareggi, arriva la prima sconfitta per Donadoni. Non basta ricordare l'occasione mancata da Lavezzi sullo 0-1, perché il Napoli sbaglia prima e dopo. E se la squadra non risponde ai comandi del nuovo allenatore, vuol dire che la colpa non era certamente di Reja.
SAMPDORIA 5 - Si arrende alla maggiore determinazione del Catania, senza riuscire a far brillare la coppia Cassano-Pazzini. E non è il caso di aggrapparsi all'alibi del ritorno di Coppa Italia a San Siro contro l'Inter, perché non è così che si cura il morale per arrivare in finale.
ATALANTA 4,5 - Scivola male in casa contro la Reggina, forse distratta dalle voci sul divorzio da Del Neri. La squadra è al completo e questa è un'aggravante, perché la cenerentola del campionato segna un gol e colpisce anche due pali.
GENOA 4,5 - Voto severo perché il Genoa per noi è una grande che merita il quarto posto e come tale lo trattiamo. Travolto dagli elogi, meritatissimi sia ben chiaro, ricevuti dopo il successo sulla Juventus, appare improvvisamente involuto, oltre che sfortunato. E per la prima volta, dopo 6 vittorie, perde senza Milito, dando via libera a una bella Lazio.
SIENA 4 - L'indigestione di complimenti e la tranquillità di chi si sente al sicuro giocano un brutto scherzo al bel Siena, travolto in casa dal Chievo. Sbaglia Giampaolo a concedere tre giorni di riposo alla truppa, che dopo il 4-1 a Bologna si ripresenta in campo con la testa e le gambe pesanti.
TORINO 4 - Dov'è finito il cuore Toro? Con Camolese si rivede un'accozzaglia di giocatori allo sbando che affondano in fretta, consolandosi soltanto con la sconfitta del Bologna. Ma (non) giocando così, anche se davanti c'era un Milan scatenato, non sarà facile raggiungere la salvezza.
FIORENTINA 3,5 - Pessimo voto per una pessima Fiorentina, ulteriormente abbassato perché la sconfitta del Genoa doveva fornire motivazioni supplementari a Udine. Nemmeno le assenze di Mutu, Montolivo e Melo possono bastare per spiegare una partita sbagliata dall'inizio alla fine.
BOLOGNA 3 - Tre come gli allenatori che si sono alternati sulla panchina del Bologna, a picco a Palermo con l'esordiente Papadopulo, come gli era già successo con Arrigoni prima e Mihajlovic poi. Nessun segnale di risveglio, come accade in casi del genere. E così i rossoblu perdono la quinta partita consecutiva, sempre più di là che di qua della salvezza, prigionieri di un singolare paradosso. Perché Di Vaio torna capocannoniere (20 gol) con Ibrahimovic in una squadra che ha incassato più reti di tutti: 57. 
 
Fonte La Gazzetta dello Sport