Ecco le pagelle della serie A dopo le gare della 32ª giornata.
LAZIO 8 - Reginetta di giornata e sponsor di tutte le altalene del mondo, perché conferma la sua discontinuità infilando la seconda vittoria, dopo tre sconfitte consecutive. Sul campo del Genoa, che aveva appena dato spettacolo contro la Juventus, soltanto l'Inter era riuscita a vincere. Ma al di là della statistica, la Lazio dà spettacolo meritando il successo firmato da un gran gol di Zarate.
MILAN 7,5 - Mezzo voto meno rispetto alla Lazio soltanto perché è più facile battere il Torino in casa che il Genoa in trasferta. Ma la tara agli avversari non attenua i meriti della squadra di Ancelotti, capace di stravincere divertendo, con una tripletta dello scatenato Inzaghi, un rigore del ritrovato Kakà, e il sigillo finale di Ambrosini che merita l'allungamento del contratto. E così, in una notte da applausi, il Milan aggancia la Juventus al secondo posto, tornando la squadra che ha segnato il maggior numero di gol: 59, uno più dell'Inter
CHIEVO 7,5 - Un'altra impresa. Impresa e non miracolo, perché il Chievo che vince a Siena con la concretezza delle grandi squadre è lo stesso che aveva pareggiato contro la Juventus, spaventando poi il Milan. Complimenti a Pellissier per la sua doppietta da grande attaccante e naturalmente a Di Carlo, pilota di una salvezza da incorniciare.
REGGINA 7,5 - Voto altissimo per una vittoria che potrebbe accendere nuove speranze di salvezza, perché il Torino quart'ultimo è soltanto a 4 punti. La Reggina che vince a Bergamo, come aveva fatto l'ultima volta 18 partite fa proprio contro l'Atalanta all'andata, non si limita a segnare con Ceravolo, colpendo anche due pali con Cozza e Brienza. La conferma che la squadra è ancora viva, grazie all'incrollabile e contagiosa fiducia del bravissimo Orlandi.
UDINESE 7,5 - Ha la forza morale e tecnica per rialzarsi, contro la Fiorentina, dopo la bruciante eliminazione in coppa Uefa. Segna altri 3 gol, con il primo splendido acuto di Asamoah, ma stavolta ne incassa soltanto 1, con una prova da vecchia Udinese, trascinata da un grande D'Agostino.
CAGLIARI 7 - La pancia sarà anche piena, ma non si vede perché il Cagliari liquida le speranze del nuovo Napoli di Donadoni. Ma tra il colpo di testa di Jeda e il gran gol del 2-0 di Lazzari, bisogna fare i complimenti anche a Marchetti che nega a Lavezzi la rete del possibile 1-1. E avere un buon portiere è un merito, non fortuna, come insegna l'Inter.
CATANIA 7 - Festeggia la salvezza a quota 40 con una bella vittoria contro la Sampdoria. Mascara apre le danze con un perfetto rigore, poi ci pensa Martinez a regalare a Zenga una grande soddisfazione, perché il Catania in casa è una splendida realtà.
PALERMO 7 - Impietoso schiacciasassi sulle rovine del Bologna, costruisce una decina di palle-gol, fermandosi a 4 reti. E ripensando a tutte le partite gettate via, c'è da arrabbiarsi perché questo Palermo poteva avere molti punti in più.
INTER 6,5 - Spreca l'occasione di stravincere lo scudetto proprio sul campo della sua prima rivale. Superiore a livello fisico e tecnico alla Juventus, paga una distrazione finale ma anche un nuovo errore tattico di Mourinho, che nel finale toglie Balotelli e Muntari per inserire Vieira e Burdisso, richiamando l'inutile Figo soltanto a 3' dalla fine, quando finalmente entra Cruz. Arretrando la squadra, malgrado un gol e un uomo in più, favorisce psicologicamente il pareggio della Juve, una settimana dopo quello del Palermo.
ROMA 6 - E' l'unica ad approfittare della sconfitta del Genoa (grazie Lazio) battendo il Lecce, anche se con il rigore omaggio del 3-2. Ottimo avvio, grande Totti, ma ancora una volta difesa da brividi che sciupa il parziale 2-0. E così potrebbe non bastare avvicinarsi a 5 punti dal quarto posto, perché soltanto le ultime quattro hanno incassato più gol.
LECCE 6 - Ha la forza e le qualità per agguantare la Roma sul 2-2, quando sembrava spacciato sullo 0-2. Poi viene punito da un rigore inesistente che fa giustamente imbestialire De Canio, dopo le proteste della settimana precedente. Eppure la squadra è viva e quindi fa bene a non mollare.
JUVENTUS 5 - Ci aspettavamo la partita dell'orgoglio e invece la Juventus giochicchia senza convinzione, quasi rassegnata, pareggiando soltanto a tempo scaduto quando aveva un uomo in meno. E per una volta non ci convince nemmeno Ranieri che si affida ai senatori, malgrado i segnali deludenti della settimana precedente, tenendo troppo in panchina Giovinco l'unico in grado di regalare freschezza e fantasia a una squadra spenta.
NAPOLI 5 - Invece della prima vittoria, dopo quattro pareggi, arriva la prima sconfitta per Donadoni. Non basta ricordare l'occasione mancata da Lavezzi sullo 0-1, perché il Napoli sbaglia prima e dopo. E se la squadra non risponde ai comandi del nuovo allenatore, vuol dire che la colpa non era certamente di Reja.
SAMPDORIA 5 - Si arrende alla maggiore determinazione del Catania, senza riuscire a far brillare la coppia Cassano-Pazzini. E non è il caso di aggrapparsi all'alibi del ritorno di Coppa Italia a San Siro contro l'Inter, perché non è così che si cura il morale per arrivare in finale.
ATALANTA 4,5 - Scivola male in casa contro la Reggina, forse distratta dalle voci sul divorzio da Del Neri. La squadra è al completo e questa è un'aggravante, perché la cenerentola del campionato segna un gol e colpisce anche due pali.
GENOA 4,5 - Voto severo perché il Genoa per noi è una grande che merita il quarto posto e come tale lo trattiamo. Travolto dagli elogi, meritatissimi sia ben chiaro, ricevuti dopo il successo sulla Juventus, appare improvvisamente involuto, oltre che sfortunato. E per la prima volta, dopo 6 vittorie, perde senza Milito, dando via libera a una bella Lazio.
SIENA 4 - L'indigestione di complimenti e la tranquillità di chi si sente al sicuro giocano un brutto scherzo al bel Siena, travolto in casa dal Chievo. Sbaglia Giampaolo a concedere tre giorni di riposo alla truppa, che dopo il 4-1 a Bologna si ripresenta in campo con la testa e le gambe pesanti.
TORINO 4 - Dov'è finito il cuore Toro? Con Camolese si rivede un'accozzaglia di giocatori allo sbando che affondano in fretta, consolandosi soltanto con la sconfitta del Bologna. Ma (non) giocando così, anche se davanti c'era un Milan scatenato, non sarà facile raggiungere la salvezza.
FIORENTINA 3,5 - Pessimo voto per una pessima Fiorentina, ulteriormente abbassato perché la sconfitta del Genoa doveva fornire motivazioni supplementari a Udine. Nemmeno le assenze di Mutu, Montolivo e Melo possono bastare per spiegare una partita sbagliata dall'inizio alla fine.
BOLOGNA 3 - Tre come gli allenatori che si sono alternati sulla panchina del Bologna, a picco a Palermo con l'esordiente Papadopulo, come gli era già successo con Arrigoni prima e Mihajlovic poi. Nessun segnale di risveglio, come accade in casi del genere. E così i rossoblu perdono la quinta partita consecutiva, sempre più di là che di qua della salvezza, prigionieri di un singolare paradosso. Perché Di Vaio torna capocannoniere (20 gol) con Ibrahimovic in una squadra che ha incassato più reti di tutti: 57.
Fonte La Gazzetta dello Sport
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