Le chiacchiere del calcio
L'Inter pareggia e perde una partita, e tutti pronti a criticare l'Inter: è una squadra finita, organico troppo Ibra-dipendente, gli arbitri sono la loro forza, il Manchester gliene farà 4 all'andata e 5 al ritorno, e via discorrendo. La Juventus comincia il 2009 conservando l'imbattibilità, e allora di lei si dice che è la solita Vecchia Signora che sa soffrire, cinica, che non muore mai. Il Milan vince un paio di partite di fila e tornano titoloni trionfalistici come se il raggiungimento del primo posto fosse una questione di tempo, e anche breve.
Poi basta un mercoledi apparentemente anonimo di fine gennaio per renderci conto che l'Inter è un'armata pazzesca che può solo perdere questa corsa, tanta l'evidente superiorità sulle altre. Basta questo mercoledi per renderci conto che la Juve sia un'ottima squadra ma con la coperta troppo corta e poco "colorata", nel senso che la geometria in questa squadra manca sempre, e se non c'è una discreta condizione fisica a supportare le giocate individuali, i risultati restano mediocri. Ci sarebbe l'alibi degli innumerevoli infortuni, ma sarebbe poco corretto nei confronti del popolo bianconero limitare a questo il perchè del periodo opaco che stanno vivendo.
Mercoledi utile a capire che il Milan deve girare a mille per rendere anche il minimo, non si può concedere distrazioni. Chiedere a Milito a riguardo cosa pensa di Favalli. Nel clima circense che tanto ha fatto discutere i tifosi rossoneri in questi giorni è da segnalare l'ottima risposta in campo che sta regalando David Beckham: atleta impeccabile ma protagonista di un'operazione che continua comunque ad avere le sembianze più di una "baracconata mughiniana" che di un'operazione fatta per il bene sportivo della squadra, al di là dei tagli liftati alla palla che l'inglese sta regalando alla platea di S.Siro.
Ad oggi dunque sembra un campionato che si ritrova in atto proprio all'inizio del girone di ritorno una fuga che potrebbe risultare decisiva. Vedremo cosa succederà nei prossimi 15 giorni, dopo il derby di Milano avremo un'idea più precisa della situazione. Sino alla vigilia di Inter-Milan non dovrebbero esserci grossi scossoni, se non in meglio per la banda "special".
Difficile credere che nel frattempo qualcosa possa disturbare l'ambiente nerazzurro, neanche quella testa calda di Balotelli che continua a fare il super-viziato dal basso della sua età. Qualcuno faccia qualcosa per recuperare questo patrimonio del calcio italiano, la situazione sembra abbastanza seria e di certo la colpa non è della società Inter, ma più probabilmente dell'azienda Balotelli. Che Mario ascolti Zlatan, saggio consiglio dello svedese nel post-partita di Catania-Inter: "Si ricordi di avere 18 anni...".
Dietro alle tre grandi c'è una bagarre meravigliosa.
La Roma non sa più fare altro che vincere, in un modo o in un altro si arriva sempre al dunque: una volta ci pensa Vucinic, una volta Baptista, un'altra volta Brighi. E nel frattempo è tornato in campo Totti. Peccato per quell'avvio disastroso, a quest'ora ci saremmo ritrovati con un'altra seria pretendente al podio finale, anche se non è che sia del tutto da escludere un rientro in questo senso dei capitolini nelle zone ancora più alte: 5 punti si recuperano subito.
Sarebbe ancora più facile con Panucci, ma se anche lui si mette a fare il Balotelli, di certo Spalletti non si strapperà le ciglia (i capelli sono già andati) per la sua cessione.
Il blasone delle squadre non deve far passare inosservata una cosa fondamentale: fra la Roma e le tre strisciate c'è un'altra squadra. Il Genoa.
Una squadra che i più dicevano fosse il nulla senza Milito, ma che senza Milito ha saputo raccogliere il massimo bottino, mentre col Principe solo 2 punti in 2 partite, anche se di certo è solo casualità. Non è casualità invece che Milito abbia già timbrato il suo cartellino in entrambe le occasioni in cui è stato schierato.
A questo treno resta agganciata la Fiorentina che riesce a interrompere la striscia negativa con una vittoria sul Napoli (all'ombra del Vesuvio l'aria comincia a diventare pesante, troppa puzza di zolfo...), seppur con tanta fortuna. A Firenze da domani comincia un nuovo campionato.
Prosegue inarrestabile invece la marcia del Cagliari, capace di far cadere in crisi la Lazio tre giorni fa, e poi sbarazzarsi del Siena come sanno fare le grandi: soffrendo, giocando non brillantemente, e piazzando il colpo decisivo al momento giusto.
La zona calda della classifica è un rebus che sta cominciando ad emettere qualche parziale verdetto.
Il Bologna, da Mihajlovic in poi, è diventata una signora squadra che con l'ex-Inter al timone da inizio anno non si sarebbe ritrovata oggi immischiata in queste sabbie mobili da cui sta cercando giorno dopo giorno, gol di Di Vaio dopo gol di Di Vaio, di uscire.
Da un campione ad un altro, a Genova, sponda blucerchiata, ci sta pensando Cassano a risollevare le sorti della Samp. Lippi non può continuare a far finta di nulla!
Non vorrei essere citato nella rubrica delle "ultime parole famose", ma la casella della retrocessione verrà riempita a maggio da 3 di queste 4: Lecce, Torino, Chievo e Reggina, indicate in attuale ordine di classifica.
Chiusura dedicata ad un tema purtroppo già trattato in questa rubrica in passato: la classe arbitrale. Tanti, troppi errori, al di là delle isterie da dossier, è evidente che Collina non riesce a trovare la soluzione giusta per far esplodere in positivo la sua squadra. Ci auguriamo che un lampo notturno lo illumini, così non se ne può più, il calcio è un gioco, non una combinazione di dati utili per creare una creatura aleatoria.
Fonte Fabio Mauro Giambò per Fantagazzetta.it
Giorni di fuoco per il calciomercato
ATALANTA - Ceduto ufficialmente Rivalta al Torino. Molto probabilmente sarà questa l'unica operazione invernale, mentre si sta lavorando ad uno scambio per il prossimo anno tra Donadel e Cigarini con la Fiorentina e si cerca il possibile sostituto del partente Floccari: al momento l'indiziato numero uno è Davide Succi del Palermo.
BOLOGNA - In arrivo un difensore centrale, espressamente richiesto da mister Mihajlovic. Sembra definitivamente sfumato Zoboli del Brescia, mentre potrebbe arrivare Sala che all'Udinese sta trovando pochissimo spazio. Dacourt sicuramente non vestirà la casacca rossoblù: probabilmente il centrocampo resterà così, escluso Carrus in partenza per Mantova.
CAGLIARI - Ceduto Pani alla Triestina, smentita categoricamente la bufala della cessione di Jeda al Bayern Monaco, il Cagliari guarda al futuro e si è assicurato le prestazioni di Sivakov, ventenne centrocampista del BATE Borisov, soffiandolo alla concorrenza del Torino.
CATANIA - Si aspetta solo l'ufficializzazione dello scambio Potenza - Sardo con il Genoa. L'unico partente è Colucci che cerca sempre una sistemazione in serie A, mentre in arrivo c'è Pierre Giorgio Regonesi, eclettico terzino sinistro del Rimini, molto dotato tecnicamente.
CHIEVO - Il Napoli ha chiesto Mantovani: i veneti non vogliono nemmeno pensarci di privarsi del terzino ex Torino. In entrata potrebbe esserci Okaka che arriverebbe in prestito, e il difensore del Vicenza Di Cesare.
FIORENTINA - Ufficiale la cessione di Papa Waigo al Lecce, dovrebbero partire anche Storari, destinazione Londra, e Zauri che potrebbe andare alla Samp. In cambio a Firenze dovrebbe arrivare Ivanovic, terzino del Chelsea, a lungo inseguito quest'estate dalla Juventus.
GENOA - Unico obiettivo Galloppa. Secondo Gasperini è lui l'uomo che occorre per il centrocampo rossoblù e si tenterà un ultimo assalto in questi sgoccioli di mercato. Improbabile però che si riesca a chiudere, ma in prospettiva estiva l'acquisto è fattibile.
INTER - Molte grane in casa nerazzurra: Balotelli, Dacourt, Jimenez, Rivas, Crespo vivranno praticamente da separati in casa la seconda parte della stagione. Tutti vogliono essere ceduti, ma, non si sa perchè, i dirigenti non riescono a piazzare nessuno.
JUVENTUS - Mercato chiuso: l'unica operazione è il passaggio del giovane portiere Kirev in prestito al Grasshoper.
LAZIO - Potrebbe arrivare un portiere: si fanno i nomi di Fontana del Palermo e Avramov della Fiorentina. Questo perchè si sta esaurendo la fiducia in Carrizo, viste le continue prestazioni al di sotto dei suoi standard, e i laziali vogliono cautelarsi con un acquisto di una certa levatura, anche se la prestazione di Muslera di ieri sera lascia ben sperare.
LECCE - Arrivato Papa Waigo, adesso si punta con insistenza a Dedic del Frosinone. Il calciatore è seguito anche dal Napoli ed è per questo che la trattativa si annuncia complicata.
MILAN - Mercato chiuso anche per i rossoneri: nel prossimo mese si lavorerà per l'acquisto definitivo di Beckham.
NAPOLI - Sfumati definitivamente Savio e Salvio del Lanus, è in arrivo Datolo, centrocampista dai piedi buoni del Boca Juniors. Accordo raggiunto, manca l’ufficialità.
PALERMO - Ossessione Nilmar: Zamparini lo sogna, Ballardini lo vuole. L'offerta di 18 milioni di euro è importante, ma l'Internacional di Porto Alegre non lo molla.
REGGINA - Barreto è richiesto da molte squadre, Napoli in primis, ma rimarrà a Reggio. Tentativo per Calderoni del Toro, che potrebbe arrivare in prestito.
ROMA - Grana Panucci: il calciatore sarà ceduto, ma non in Italia. Probabile che finisca al Lione, a far compagnia a Fabio Grosso.
SAMPDORIA - Si cerca un centrocampista e i nomi sono fondamentalmente due: Donati del Celtic e Mozart ex Reggina. Se il secondo è vicinissimo al Torino, per il primo c'è qualche speranza in più di chiudere, visto che è in rotta da 4 mesi con i biancoverdi scozzesi.
SIENA – Il Genoa vuole Galloppa, ma i toscani da questo orecchio non ci sentono. Si cerca di piazzare Moti, il cui campionato è stato finora deludente, mentre sembra difficile riuscire ad arrivare a Bianco.
TORINO – Dopo l’arrivo di Rivalta, l’obiettivo si è spostato su un centrocampista: la scelta ricadrà su uno tra Mozart e Appiah. Quest’ultimo non convince troppo, mentre è in fase avanzata la trattativa per il brasiliano ex Reggina; già domani potrebbe esserci l’annuncio.
UDINESE – Il Rubin Kazan vuole Domizzi: non se ne farà niente. Il mercato è fondamentalmente chiuso per i bianconeri; si cerca solo di chiudere qualche operazione per la prossima stagione, come quella che dovrebbe portare il cileno Orellana in Italia.
Napoli, i tuoi obiettivi sfumano: Savio va al West Ham e Salvio alla Juventus
Il primo si è appena trasferito dal Brescia al West Ham per 8,5 milioni di euro; era un obiettivo dichiarato del Napoli che non ha saputo battere la forte concorrenza inglese, non riuscendo a sfruttare nemmeno il canale privilegiato instaurato ormai da anni con il Brescia. Eduardo Salvio, invece, attaccante del Lanus seguito da un anno dagli azzurri, sembrerebbe in procinto di trasferirsi alla Juventus: domani mattina il capo degli osservatori bianconeri Castagnini partirà alla volta del Venezuela, dove il giocatore è impegnato per il campionato sudamericano under 20, un palcoscenico di grande prestigio. Nelle prime 3 partite, il giovane argentino ha già messo a segno 3 reti, deliziando il pubblico locale con giocate sopraffine e accellerazioni degne del miglior Lavezzi. I bianconeri hanno deciso di accellerare le trattative per l’inserimento di diverse squadre nella trattativa (Inter?) e ha aumentato l’offerta iniziale, portandola da 8 a 10 milioni di euro.
Salvio dovrebbe trasferirsi da subito a Torino, per la concomitante partenza di Vincenzo Iaquinta, in procinto di trasferirsi allo Zenit di San Pietroburgo per 10 milioni di euro. La Juventus sembra intenzionata ad accettare l’offerta dei russi e reinvestire la cifra proprio per l’acquisto di Salvio, giocatore di soli 18 anni, dunque di prospettiva, e che accetterebbe di buon grado la panchina, chiuso com’è da Del Piero, Amauri e Trezeguet, ormai completamente ristabilito.
La protesta inscenata dai tifosi azzurri ha avuto l’effetto di smuovere il mercato dei partenopei. Il dg Marino vuole portare un centrocampista alla corte di Edi Reja, e i nomi sono principalmente due: Mathieu Flamini del Milan ed Edgar Barreto della Reggina. Per il primo il Napoli ha proposto un prestito secco al Milan, in modo da dargli la possibilità di incorporare minutaggio prezioso per la prossima stagione. Galliani non è però troppo convinto dell’operazione e così gli azzurri hanno spostato il proprio interesse sull’olandese della Reggina: 4 milioni di euro più l’intero cartellino di Dalla Bona è l’offerta presentata. Sebbene questa operazione sia più fattibile rispetto a quella che potrebbe portare Flamini in Campania, non è detto che la Reggina accetti, a meno che il Napoli non presenti un’offerta economicamente irrinunciabile o, in alternativa, inserisca nella trattativa la giovane promessa Russotto.
Inter, Mourinho potrebbe lasciare
Tensione alta in casa nerazzurra: nonostante la vittoria di ieri contro la Sampdoria (non del tutto meritata), sembra esserci un clima molto pesante alla Pinetina.
Tutto ciò dipende dalla scarsa intesa sul mercato tra Mourinho e la dirigenza. Il motivo è presto detto: il tecnico portoghese non condivide la scelta della società di rinnovare il contratto a quei giocatori che hanno ormai più di 30 anni e vorrebbe inoltre che la rosa venisse ridimensionata. Richieste già arrivate in estate, ma che non sono mai state esaudite e, anche in questo stralcio di mercato, sembra che l’Inter non voglia dar retta al proprio tecnico.
Il portoghese, dal canto suo, non molla e continua a tenere fuori quei giocatori che ritiene in surplus: vedi i vari Obinna, Rivas, Materazzi, Burdisso, Jimenez, Dacourt, generando non pochi malumori. Ed è proprio questo che lo Special One vorrebbe evitare: che gli “epurati” creassero un clima di tensione nello spogliatoio tale da dividere il gruppo e rompere alcuni rapporti. Il tecnico sembra abbastanza stanco di questa situazione e di non essere ascoltato (l’espulsione di ieri è lì a confermarlo) e potrebbe anche decidere di lasciare, anche perchè lo farebbe da vincitore temporaneo visto che ha vinto la Supercoppa, è primo in campionato, si è qualificato per gli ottavi in Champions League e per le semifinali in coppa Italia. Sappiamo che è capace di tutto, sappiamo che non ci sta ad abbassare la testa, ma arriverà veramente a tanto?
Le pagelle della prima di ritorno
Collina e gli arbitri 4,5
E' stata la settimana più pesante per gli arbitri. Hanno protestato un po' tutti, e non a torto: Roma, Fiorentina, Sampdoria direttamente, ma c'è anche chi ha protestato per riflesso delle proteste degli altri (Napoli oppure Inter stessa). E poi potremmo aggiungere il Genoa (annullato a Milito un gol buono) che si sente penalizzato contro il Catania, e così via. Insomma un grido d'allarme generalizzato. La Roma ci ha rimesso in Coppa Italia a San Siro contro l'Inter, la Fiorentina è stata pesantemente scottata dall'arbitraggio di Saccani contro la Juve. In Bologna-Milan l'arbitro Tagliavento ha sbagliato tutto: due rigori più che generosi. Idem a San Siro dove la Samp è stata seriamente maltrattata da Celi davanti all'Inter: Adriano non espulso, rigore non dato su Pazzini, Mourinho che si fa espellere e così via. Ma in compenso si lamenta anche l'Inter: chi avrà subito di più? Errori anche in Napoli-Roma con Morganti (il gol di Zalayeta aiutatosi con la mano, il fuorigioco di Mexes etc). Inutile tornare sul diluvio di particolari ed è perverso approfittare della situazione per dire che non è cambiato nulla rispetto al passato. Qualcosa è cambiato, non siamo in presenza di un condizionamento scientifico degli arbitraggi come accadeva all'epoca di Calciopoli, ma sarebbe stupido non ammettere che la crisi arbitrale esista, eccome. Grossa parte del problema è la "sudditanza psicologica" verso le big che evidentemente non è stata ancora superata. Ma non solo quello, c'è anche il problema dell'inadeguatezza di troppi arbitri. Il clima intanto si sta avvelenando pericolosamente: stanno tornando i famigerati dossier da spedire in Federcalcio. Collina, come responsabile degli arbitri, ha il dovere di risolvere il problema, continua invece sempre ad affrontarlo snocciolando cifre, affermando che non si può fare a gara con la moviola e inarcando sempre il sopracciglio: lui è Collina, l'arbitro più famoso al mondo, è intoccabile e soprattutto non criticabile. Ma non è più un arbitro, e il suo ruolo è un altro. E soprattutto la responsabilità è sua.
Proteste 4
Detto che il caso arbitri esiste tutto, diamoci però anche una regolata con le parole. Quasi mai compensate da scuse o ringraziamenti, quando il torto viene ricambiato con un favore. E così la Roma che ha fortemente protestato per il trattamento ricevuto a Milano contro l'Inter in Coppa Italia - gol con fuorigioco di Samuel - non è che si sia strappata i capelli quando Mexes a Napoli ha fatto altrettanto. Come la mettiamo?
Juventus 7, Inter 6,5 (Adriano 7)
Il voto per le due protagoniste del momento. La Juve è ancora Del Piero dipendente, ma è più squadra. Ranieri forse ha costruito qualcosa di più: Legrottaglie, Marchisio, Marchionni e così via. L'Inter di Mourinho, rilanciato un Adriano da 7, continua a stupire con moduli e cambi di formazione, ma gioco se ne vede poco. I numeri delle due big ormai si assomigliano: 3 punti di differenza in classifica, 34 gol fatti l'Inter (33 la Juve), 15 subiti l'Inter (14 la Juve). In ogni caso le vittorie sia della Juve che dell'Inter sono arrivate con arbitraggi molto discussi. Anche se l'ineffabile Mourinho, dopo l'espulsione per proteste, è riuscito ad affermare: "L'arbitro aveva paura a fischiare per noi, c'era troppa pressione su di lui". Veramente il numero 1.
Kakà e il Milan 8, Beckham 7
Comunque non è una corsa a due ma a tre. Il Milan visto a Bologna è una squadra molto quadrata che ha "rieletto" Kakà a proprio leader (vergognosi i cori contro lui: siam venuti fino a qua per veder morir Kakà), che ha trovato in Beckham non solo un giocatore copertina ma sostanziale e che per puntare in alto non esita a limare l'eccesso di star sacrificando Ronaldinho che per ora sta scendendo in campo solo col nome. In forte ascesa.
Del Piero 7,5 e 5
Abbiamo già detto in altre occasioni che questo è l'anno di Del Piero (7,5 alla stagione). Però esce ogni volta dal campo quantomeno guardando il cielo: stavolta ha sbattuto il giaccone, per far chiaramente vedere che non gradiva. A qualsiasi big può capitare di venire sostituito. Ma con Del Piero è sempre un atto di lesa maestà. E il virus si sta diffondendo...
Roma 7, Panucci 4
Molto merito della Roma, tanto demerito di un Napoli che ha perso la freschezza dei primi mesi (8 al girone d'andata, 5 al momento), più un arbitro non in giornata. In ogni caso la Roma sta tornando protagonista, crede nel quarto posto e anche in qualcosa di più. Ha soprattutto uno Spalletti che rivendica fortemente il suo ruolo di guida: se non è convinto delle condizioni di Totti, il 10 va in panchina. E non ha paura di affrontare il solito irascibile Panucci che rifiuta la panchina. Gesto tipico da Panucci - uno che con gli allenatori, da Capello a Lippi, non solo Spalletti, ha spesso scontri - e che non è nuovo a queste alzate di testa. Un gesto comunque da 4. La rottura, anche per via del contratto, pare insanabile.
Cagliari superstar 8, Lazio 4
I misteri del pallone: forse il Cagliari di inizio campionato non era poi così disastroso (5 ko di seguito...); oppure è irreale il Cagliari di adesso che ha ormai risalito metà classifica. Comunque non è un Cagliari che nasce per caso: i giocatori di qualità sono tanti, il portiere Marchetti, un Daniele Conti maturatissimo, giocatori di punta come Jeda e Acquafresca che hanno messo insieme 14 gol in 2. Certo la Lazio di Rossi & C (Zarate è un altro che si considera insostituibile...) ha fatto un disastro e il suo tanto sbandierato tridente ha sbagliato tutto. Ma le imprese del Cagliari restano tutte: dopo aver fatto soffrire pure l'Inter di Mourinho c'è bisogno di altre prove?
Allegri, Ballardini e Gasperini 7
Abbiamo un'ondata di "nuovi" tecnici che rendono unico e difficilissimo il calcio italiano, solido, potente e professionale anche in provincia. Gasperini ha ancora un Genoa in zona Champions. Teniamo uno vicino all'altro Allegri e Ballardini, i due allenatori rivelazione che riescono a fare ottime cose anche senza avere ancora un pedigree di prestigio. Ballardini sta tenendo insieme l'ottimo Palermo di Miccoli, Cavani, Simplicio, Bresciano. Allegri, non dimentichiamolo, siede sulla stessa panchina - il Cagliari - che Ballardini occupava benissimo lo scorso anno. Insomma c'è una scuola.
Siena 6, Atalanta 6, Reggina 3, Chievo 6, Lecce 6, Torino 6, Udinese 4
In ogni caso tutto o quasi si commisura all'Inter. L'Atalanta dopo aver battuto l'Inter ha perso a Siena, che prima della sosta aveva perso contro la squadra di Mourinho solo con un gol viziato da fuorigioco etc etc. E la Reggina dopo tanto girovagare in fondo alla classifica alla fine ha detto addio a Pillon ed è tornata all'allenatore di inizio campionato, Orlandi. Udinese ormai a picco, percorso perfettamente inverso a quello del Cagliari. A tutti gli altri un 6 di incoraggiamento.
Fonte Fabrizio Bocca per La Repubblica
Una Fiorentina viola di rabbia (giustamente).
SQUADRE CORTE - Il primo tempo è divertente. Le squadre giocano corte, facendo il fuorigioco molto alto. Non sempre bene, concedendo agli attacchi occasioni prelibate. La Juve è ispirata da Del Piero, macina chilometri con Marchisio e si assicura accelerazioni repentine con Marchionni. La Fiorentina replica colpo su colpo con Gilardino, sempre in agguato là davanti, e con Jovetic, che con la sua rapidità mette alla frusta Mellberg. In più sulla sinistra Pasqual, sostituto dell’ultimo momento di Vargas, pennella cross che è una meraviglia per i viola.
AVVIO JUVE - La prima occasione è per Del Piero, che assistito da Marchionni cerca un esterno destro complicato che termina di poco alto. Poi il capitano bianconero indossa i panni di rifinitore e manda in tilt la difesa dei toscani. Pinturicchio dalla destra taglia in due la difesa toscana, inventando un pallone d’oro per la percussione centrale di Marchisio, che supera Frey con un pallonetto sottomisura. 1-0 Juve.
OCCASIONI E RECRIMINAZIONI VIOLA - La Fiorentina reagisce da belva ferita. Dopo aver protestato inutilmente per un contatto in area Mellberg-Jovetic che sembra da rigore, comincia a mettere i brividi a Buffon, in una serata già gelata di suo. Prima Santana spreca concludendo alto da buona posizione. Poi, arriva l’occasionissima. Cross teso di Pasqual, Santana anticipa tutti stringendo sul primo palo, ma colpisce di testa la traversa, Montolivo ci prova sulla ribattuta, Buffon respinge e Gilardino mette dentro. L’urlo di gioia del Gila è di breve durata. Saccani annulla l’1-1 per un fuorigioco che non c’è.
SUPER FREY - La Juve, scampato il pericolo, prova a chiudere i conti. Non c’è riuscito Nedved, in un paio d’occasioni, ci va vicinissimo Marchionni. Del Piero inventa in contropiede per l’esterno destro, che si libera di Kroldrup, ingenuo, ma si trova di fronte un Frey insuperabile che para per due volte le sue conclusioni a tu per tu. Miracoloso. Kroldrup prova a farsi perdonare dall’altra parte, ma di testa sfiora soltanto il pari. All’intervallo è 1-0 Juve.
RIPRESA - Prandelli inserisce Kuzmanovic, non al meglio, per Gobbi, autore di uno dei tre gol della scorsa stagione qui all’Olimpico. La Fiorentina ora spinge, la Juve si copre con l’umiltà della provinciale. Pasqual impegna Buffon. Prandelli allarga Santana e torna al 4-3-3. La Juve riparte sempre con Del Piero, suggeritore sublime, e Grygera chiama Frey alla parata. Il francese non si fa pregare. Poi altra combinazione Marchionni-Del Piero, che conclude alto.
SUPER BUFFON - La Juve dà il bentornato a Buffon a 20’ dalla fine. Il portiere della Nazionale è strepitoso, di piede, a respingere una deviazione di Gilardino a botta sicura su cross di Pasqual. Il pubblico dell’Olimpico va in visibilio. La Juve sfiora il raddoppio in contropiede con Giovinco, subentrato a Del Piero, ma tiene comunque a bada con il proverbiale carattere l’orgoglio viola, che produce nel recupero un ultimo sussulto con Jovetic. Operazione aggancio riuscita.