Corre via veloce questo campionato, un turno dopo l'altro, tutte storie diverse ad ogni sipario di giornata.
L'Inter pareggia e perde una partita, e tutti pronti a criticare l'Inter: è una squadra finita, organico troppo Ibra-dipendente, gli arbitri sono la loro forza, il Manchester gliene farà 4 all'andata e 5 al ritorno, e via discorrendo. La Juventus comincia il 2009 conservando l'imbattibilità, e allora di lei si dice che è la solita Vecchia Signora che sa soffrire, cinica, che non muore mai. Il Milan vince un paio di partite di fila e tornano titoloni trionfalistici come se il raggiungimento del primo posto fosse una questione di tempo, e anche breve.
Poi basta un mercoledi apparentemente anonimo di fine gennaio per renderci conto che l'Inter è un'armata pazzesca che può solo perdere questa corsa, tanta l'evidente superiorità sulle altre. Basta questo mercoledi per renderci conto che la Juve sia un'ottima squadra ma con la coperta troppo corta e poco "colorata", nel senso che la geometria in questa squadra manca sempre, e se non c'è una discreta condizione fisica a supportare le giocate individuali, i risultati restano mediocri. Ci sarebbe l'alibi degli innumerevoli infortuni, ma sarebbe poco corretto nei confronti del popolo bianconero limitare a questo il perchè del periodo opaco che stanno vivendo.
Mercoledi utile a capire che il Milan deve girare a mille per rendere anche il minimo, non si può concedere distrazioni. Chiedere a Milito a riguardo cosa pensa di Favalli. Nel clima circense che tanto ha fatto discutere i tifosi rossoneri in questi giorni è da segnalare l'ottima risposta in campo che sta regalando David Beckham: atleta impeccabile ma protagonista di un'operazione che continua comunque ad avere le sembianze più di una "baracconata mughiniana" che di un'operazione fatta per il bene sportivo della squadra, al di là dei tagli liftati alla palla che l'inglese sta regalando alla platea di S.Siro.
Ad oggi dunque sembra un campionato che si ritrova in atto proprio all'inizio del girone di ritorno una fuga che potrebbe risultare decisiva. Vedremo cosa succederà nei prossimi 15 giorni, dopo il derby di Milano avremo un'idea più precisa della situazione. Sino alla vigilia di Inter-Milan non dovrebbero esserci grossi scossoni, se non in meglio per la banda "special".
Difficile credere che nel frattempo qualcosa possa disturbare l'ambiente nerazzurro, neanche quella testa calda di Balotelli che continua a fare il super-viziato dal basso della sua età. Qualcuno faccia qualcosa per recuperare questo patrimonio del calcio italiano, la situazione sembra abbastanza seria e di certo la colpa non è della società Inter, ma più probabilmente dell'azienda Balotelli. Che Mario ascolti Zlatan, saggio consiglio dello svedese nel post-partita di Catania-Inter: "Si ricordi di avere 18 anni...".
Dietro alle tre grandi c'è una bagarre meravigliosa.
La Roma non sa più fare altro che vincere, in un modo o in un altro si arriva sempre al dunque: una volta ci pensa Vucinic, una volta Baptista, un'altra volta Brighi. E nel frattempo è tornato in campo Totti. Peccato per quell'avvio disastroso, a quest'ora ci saremmo ritrovati con un'altra seria pretendente al podio finale, anche se non è che sia del tutto da escludere un rientro in questo senso dei capitolini nelle zone ancora più alte: 5 punti si recuperano subito.
Sarebbe ancora più facile con Panucci, ma se anche lui si mette a fare il Balotelli, di certo Spalletti non si strapperà le ciglia (i capelli sono già andati) per la sua cessione.
Il blasone delle squadre non deve far passare inosservata una cosa fondamentale: fra la Roma e le tre strisciate c'è un'altra squadra. Il Genoa.
Una squadra che i più dicevano fosse il nulla senza Milito, ma che senza Milito ha saputo raccogliere il massimo bottino, mentre col Principe solo 2 punti in 2 partite, anche se di certo è solo casualità. Non è casualità invece che Milito abbia già timbrato il suo cartellino in entrambe le occasioni in cui è stato schierato.
A questo treno resta agganciata la Fiorentina che riesce a interrompere la striscia negativa con una vittoria sul Napoli (all'ombra del Vesuvio l'aria comincia a diventare pesante, troppa puzza di zolfo...), seppur con tanta fortuna. A Firenze da domani comincia un nuovo campionato.
Prosegue inarrestabile invece la marcia del Cagliari, capace di far cadere in crisi la Lazio tre giorni fa, e poi sbarazzarsi del Siena come sanno fare le grandi: soffrendo, giocando non brillantemente, e piazzando il colpo decisivo al momento giusto.
La zona calda della classifica è un rebus che sta cominciando ad emettere qualche parziale verdetto.
Il Bologna, da Mihajlovic in poi, è diventata una signora squadra che con l'ex-Inter al timone da inizio anno non si sarebbe ritrovata oggi immischiata in queste sabbie mobili da cui sta cercando giorno dopo giorno, gol di Di Vaio dopo gol di Di Vaio, di uscire.
Da un campione ad un altro, a Genova, sponda blucerchiata, ci sta pensando Cassano a risollevare le sorti della Samp. Lippi non può continuare a far finta di nulla!
Non vorrei essere citato nella rubrica delle "ultime parole famose", ma la casella della retrocessione verrà riempita a maggio da 3 di queste 4: Lecce, Torino, Chievo e Reggina, indicate in attuale ordine di classifica.
Chiusura dedicata ad un tema purtroppo già trattato in questa rubrica in passato: la classe arbitrale. Tanti, troppi errori, al di là delle isterie da dossier, è evidente che Collina non riesce a trovare la soluzione giusta per far esplodere in positivo la sua squadra. Ci auguriamo che un lampo notturno lo illumini, così non se ne può più, il calcio è un gioco, non una combinazione di dati utili per creare una creatura aleatoria.
Fonte Fabio Mauro Giambò per Fantagazzetta.it
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