Collina e gli arbitri 4,5
E' stata la settimana più pesante per gli arbitri. Hanno protestato un po' tutti, e non a torto: Roma, Fiorentina, Sampdoria direttamente, ma c'è anche chi ha protestato per riflesso delle proteste degli altri (Napoli oppure Inter stessa). E poi potremmo aggiungere il Genoa (annullato a Milito un gol buono) che si sente penalizzato contro il Catania, e così via. Insomma un grido d'allarme generalizzato. La Roma ci ha rimesso in Coppa Italia a San Siro contro l'Inter, la Fiorentina è stata pesantemente scottata dall'arbitraggio di Saccani contro la Juve. In Bologna-Milan l'arbitro Tagliavento ha sbagliato tutto: due rigori più che generosi. Idem a San Siro dove la Samp è stata seriamente maltrattata da Celi davanti all'Inter: Adriano non espulso, rigore non dato su Pazzini, Mourinho che si fa espellere e così via. Ma in compenso si lamenta anche l'Inter: chi avrà subito di più? Errori anche in Napoli-Roma con Morganti (il gol di Zalayeta aiutatosi con la mano, il fuorigioco di Mexes etc). Inutile tornare sul diluvio di particolari ed è perverso approfittare della situazione per dire che non è cambiato nulla rispetto al passato. Qualcosa è cambiato, non siamo in presenza di un condizionamento scientifico degli arbitraggi come accadeva all'epoca di Calciopoli, ma sarebbe stupido non ammettere che la crisi arbitrale esista, eccome. Grossa parte del problema è la "sudditanza psicologica" verso le big che evidentemente non è stata ancora superata. Ma non solo quello, c'è anche il problema dell'inadeguatezza di troppi arbitri. Il clima intanto si sta avvelenando pericolosamente: stanno tornando i famigerati dossier da spedire in Federcalcio. Collina, come responsabile degli arbitri, ha il dovere di risolvere il problema, continua invece sempre ad affrontarlo snocciolando cifre, affermando che non si può fare a gara con la moviola e inarcando sempre il sopracciglio: lui è Collina, l'arbitro più famoso al mondo, è intoccabile e soprattutto non criticabile. Ma non è più un arbitro, e il suo ruolo è un altro. E soprattutto la responsabilità è sua.
Proteste 4
Detto che il caso arbitri esiste tutto, diamoci però anche una regolata con le parole. Quasi mai compensate da scuse o ringraziamenti, quando il torto viene ricambiato con un favore. E così la Roma che ha fortemente protestato per il trattamento ricevuto a Milano contro l'Inter in Coppa Italia - gol con fuorigioco di Samuel - non è che si sia strappata i capelli quando Mexes a Napoli ha fatto altrettanto. Come la mettiamo?
Juventus 7, Inter 6,5 (Adriano 7)
Il voto per le due protagoniste del momento. La Juve è ancora Del Piero dipendente, ma è più squadra. Ranieri forse ha costruito qualcosa di più: Legrottaglie, Marchisio, Marchionni e così via. L'Inter di Mourinho, rilanciato un Adriano da 7, continua a stupire con moduli e cambi di formazione, ma gioco se ne vede poco. I numeri delle due big ormai si assomigliano: 3 punti di differenza in classifica, 34 gol fatti l'Inter (33 la Juve), 15 subiti l'Inter (14 la Juve). In ogni caso le vittorie sia della Juve che dell'Inter sono arrivate con arbitraggi molto discussi. Anche se l'ineffabile Mourinho, dopo l'espulsione per proteste, è riuscito ad affermare: "L'arbitro aveva paura a fischiare per noi, c'era troppa pressione su di lui". Veramente il numero 1.
Kakà e il Milan 8, Beckham 7
Comunque non è una corsa a due ma a tre. Il Milan visto a Bologna è una squadra molto quadrata che ha "rieletto" Kakà a proprio leader (vergognosi i cori contro lui: siam venuti fino a qua per veder morir Kakà), che ha trovato in Beckham non solo un giocatore copertina ma sostanziale e che per puntare in alto non esita a limare l'eccesso di star sacrificando Ronaldinho che per ora sta scendendo in campo solo col nome. In forte ascesa.
Del Piero 7,5 e 5
Abbiamo già detto in altre occasioni che questo è l'anno di Del Piero (7,5 alla stagione). Però esce ogni volta dal campo quantomeno guardando il cielo: stavolta ha sbattuto il giaccone, per far chiaramente vedere che non gradiva. A qualsiasi big può capitare di venire sostituito. Ma con Del Piero è sempre un atto di lesa maestà. E il virus si sta diffondendo...
Roma 7, Panucci 4
Molto merito della Roma, tanto demerito di un Napoli che ha perso la freschezza dei primi mesi (8 al girone d'andata, 5 al momento), più un arbitro non in giornata. In ogni caso la Roma sta tornando protagonista, crede nel quarto posto e anche in qualcosa di più. Ha soprattutto uno Spalletti che rivendica fortemente il suo ruolo di guida: se non è convinto delle condizioni di Totti, il 10 va in panchina. E non ha paura di affrontare il solito irascibile Panucci che rifiuta la panchina. Gesto tipico da Panucci - uno che con gli allenatori, da Capello a Lippi, non solo Spalletti, ha spesso scontri - e che non è nuovo a queste alzate di testa. Un gesto comunque da 4. La rottura, anche per via del contratto, pare insanabile.
Cagliari superstar 8, Lazio 4
I misteri del pallone: forse il Cagliari di inizio campionato non era poi così disastroso (5 ko di seguito...); oppure è irreale il Cagliari di adesso che ha ormai risalito metà classifica. Comunque non è un Cagliari che nasce per caso: i giocatori di qualità sono tanti, il portiere Marchetti, un Daniele Conti maturatissimo, giocatori di punta come Jeda e Acquafresca che hanno messo insieme 14 gol in 2. Certo la Lazio di Rossi & C (Zarate è un altro che si considera insostituibile...) ha fatto un disastro e il suo tanto sbandierato tridente ha sbagliato tutto. Ma le imprese del Cagliari restano tutte: dopo aver fatto soffrire pure l'Inter di Mourinho c'è bisogno di altre prove?
Allegri, Ballardini e Gasperini 7
Abbiamo un'ondata di "nuovi" tecnici che rendono unico e difficilissimo il calcio italiano, solido, potente e professionale anche in provincia. Gasperini ha ancora un Genoa in zona Champions. Teniamo uno vicino all'altro Allegri e Ballardini, i due allenatori rivelazione che riescono a fare ottime cose anche senza avere ancora un pedigree di prestigio. Ballardini sta tenendo insieme l'ottimo Palermo di Miccoli, Cavani, Simplicio, Bresciano. Allegri, non dimentichiamolo, siede sulla stessa panchina - il Cagliari - che Ballardini occupava benissimo lo scorso anno. Insomma c'è una scuola.
Siena 6, Atalanta 6, Reggina 3, Chievo 6, Lecce 6, Torino 6, Udinese 4
In ogni caso tutto o quasi si commisura all'Inter. L'Atalanta dopo aver battuto l'Inter ha perso a Siena, che prima della sosta aveva perso contro la squadra di Mourinho solo con un gol viziato da fuorigioco etc etc. E la Reggina dopo tanto girovagare in fondo alla classifica alla fine ha detto addio a Pillon ed è tornata all'allenatore di inizio campionato, Orlandi. Udinese ormai a picco, percorso perfettamente inverso a quello del Cagliari. A tutti gli altri un 6 di incoraggiamento.
Fonte Fabrizio Bocca per La Repubblica
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