Top & flop 2008/2009

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:43


Il campionato 2008-2009 si è chiuso con alcuni verdetti che si aspettavano tutti e con altre “sentenze” decisamente inaspettate: se per quanto riguarda l’assegnazione del tricolore, infatti, in tanti avrebbero scommesso Inter, in pochi avrebbero previsto, al contrario, una Roma fuori dalla Champions League e un Torino in serie B.
A completare il quadro europeo, un secondo posto arrivato in extremis per la pur deludente Juventus, la terza piazza guadagnata dal discontinuo Milan di Ancelotti, con la Fiorentina che anche quest’anno si è guadagnata l’accesso ai preliminari della vecchia coppa Campioni e un Genoa, capace di lottare per il prestigioso obiettivo, proprio con i viola fino alle ultime giornate.
Niente Europa, infine, per Udinese e Palermo, rispettivamente al settimo e all’ottavo posto, anche se i due team possono solamente recriminare per qualche punto perso per strada.
Ad esprimere il calcio più bello, però, ci ha pensato la formazione di Gasperini, per molti il tecnico migliore di questa esaltante annata: l’allenatore di scuola Juve, infatti, si è reso artefice di un grande capolavoro, in collaborazione con il presidente Enrico Preziosi, sul piano dello spettacolo offerto in campo e a livello di risultati. Grazie al ritorno dal Real Saragozza di Diego Milito, vice-capocannoniere, con una sola rete in meno del principe dei bomber Ibrahimovic e ad una difesa di ferro formata dall’ex rosanero Biava, dall’esperto Ferrari e dai giovani Criscito e Bocchetti (convocato persino in Nazionale), e al grande carisma dell’ex Barcellona Thiago Motta, i grifoni si sono rivelati la migliore sorpresa, sfoderando uno score di tutto rispetto: 56 reti messe a segno e solo 39 reti subite, che valgono un quinto posto, impreziosito anche dalle due vittorie nei derby della Lanterna contro i cugini della Sampdoria (1-0 e 3-1) e da successi prestigiosi come il 2-0 della seconda giornata rifilato al Milan o il pirotecnico 3-2 dell’11 Aprile, contro la Juventus.
I liguri, comunque, a causa di un finale di campionato abbastanza deludente hanno perso il treno per la prossima Champions League, a favore della Fiorentina, che ancora una volta si è classificata tra le prime quattro di serie A.
In realtà i viola hanno vissuto un’annata caratterizzata da mille problemi: le voci su un possibile addio delle “prime donne” Frey e Mutu, con il rumeno che ha saltato buona parte del campionato a causa di un infortunio; i dissidi interni tra Pasqual e l’amministratore delegato Mencucci; le polemiche dei tifosi toscani contro Corvino per alcuni acquisti come l’ex etneo Vargas, che solo nello sprint finale ha giustificato un acquisto abbastanza esoso, e, infine, la rabbia del tecnico Prandelli contro un ambiente divenuto particolarmente ostile dopo l’eliminazione dalla coppa Uefa ad opera dell’Ajax.
Ma in riva all’Arno c’è stato spazio per tante sorprese positive, tra cui la rinascita del centravanti Alberto Gilardino, che, dopo essere stato scaricato dal Milan, si è riscattato andando a segno 19 volte e piazzandosi in quarta posizione nella classifica dei marcatori.
Tra le note positive anche il ritorno tra gli undici titolari del terzino sinistro Pasqual e l’ennesimo campionato convincente da parte di Frey, che con le sue decisive e spettacolari parate, ha limitato i danni, subendo solamente 38 reti e facendo in modo che la difesa fiorentina divenisse la quarta tra le meno battute dell’intero torneo.
Infine, tra le conferme positive anche Montolivo, che si è assicurato, almeno nella prima parte dell’annata, un discreto spazio anche nella Nazionale di Marcello Lippi.
Stagione positiva anche per l’Udinese di Marino arrivata anche nei quarti di finale di Coppa Uefa ed eliminata dal Werder Brema dell’uragano Diego, sconfitto poi in finale dallo Shaktar Donetzk. Tra i friulani si sono segnalati soprattutto gli attaccanti: Di Natale è stato il solito trascinatore, in gare come quella d’esordio contro il Palermo; Pepe è arrivato in azzurro e addirittura è stato schierato nella prestigiosa amichevole di Londra contro il Brasile; Quagliarella, prima di salutare per andare a Napoli, ha incantato i tifosi bianconeri con 13 reti. Ma anche altri giocatori si sono rivelati fondamentali, tra questi su tutti il palermitano Gaetano D’Agostino, che ha vissuto la stagione della consacrazione, con 11 marcature, una sola realizzazione in meno di Di Natale e lo svizzero di origine turca Gökhan Inler, che ha garantito il solito mix di eccelsa qualità e pragmatica quantità.
Grandi cose ha fatto pure il Palermo di Davide Ballardini, che è riuscito a fare più gol di tutti (42) tra le mura amiche, dove ha conquistato ben 43 punti su 57, classificandosi un punto e una posizione dietro l’Udinese. Per molti rosanero è stato l’anno della definitiva svolta: Fabrizio Miccoli ha battuto il suo record personale di reti in Serie A con 14 segni, come l’uruguaiano Edinson Cavani, che a lunghi tratti non ha fatto rimpiangere il più quotato ex collega Amauri; 8 reti invece per il trequartista Fabio Simplicio, che è stato fondamentale soprattutto al “Barbera” e che nella nuova posizione di trequartista dietro le punte ha offerto il meglio della sua infinita classe di marca rigorosamente brasiliana.
Per il club di Zamparini, che ha toccato il punto più basso della stagione nel derby interno perso per 4-0, l’ 1 Marzo contro il Catania, tantissime altre soddisfazioni: in primis la storica vittoria di Torino, contro la Juventus per 2-1 della sesta giornata, a seguire il 3-1 rifilato in casa al Milan il 30 Novembre e lo spettacolare pari per 2-2 di “San Siro”, in cui i siciliani hanno messo paura alla corazzata Inter, con una rimonta magistrale firmata da Cavani e Succi, che per poco non si è tramutata in un incredibile ribaltone (tiro di Miccoli finito di poco a lato, negli ultimi secondi).
Tra le squadre bocciate c’è, invece, la Roma di Spalletti, avversaria dei palermitani fino a due giornate dalla fine, per la corsa alla prossima “Europa League”: per i giallorossi alla fine la qualificazione alla cosiddetta Europa minore è arrivata, ma al termine di un’annata maledetta, come la sfida ai quarti di Champions persa ai rigori contro l’Arsenal, a causa del decisivo errore di Tonetto. I capitolini hanno pagato a caro prezzo l’assenza prolungata del capitano Francesco Totti, i cui infortuni e malanni fisici stanno diventando all’ordine del giorno, e, inoltre, una situazione societaria delicata, con tante voci su fantomatici acquirenti pronti a rilevare il club dalla famiglia Sensi.
Infine, l’ umiliazione subita nel derby contro la Lazio dell’undici Aprile, finito 4-2 per i biancocelesti, chiude l’elenco delle sventure di uno delle annate più difficili degli ultimi anni per i “lupacchiotti”.
Ha vissuto gli stessi orrori il Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis, capace di incantare per quasi tutto il girone d’andata, per poi subire un’involuzione di gioco e risultati davvero allarmante, che ha causato l’esonero di Edy Reja a favore dell’ex ct azzurro Roberto Donadoni.
Tra i partenopei hanno deluso soprattutto le stelle Hamsik e Lavezzi, autori, rispettivamente, di 9 e 7 reti: uno score decisamente al di sotto delle aspettative, a cui si aggiungono delle autentiche prove anonime sfoggiate per gran parte del campionato, preludio forse di un addio alla città del Vesuvio in virtù di due illustri cessioni (la Juventus sembra in pole-position).
Non hanno brillato nemmeno le due torinesi: i granata, che hanno visto avvicendare sulla loro panchina De Biasi, Novellino e Camolese senza alcun frutto, sono retrocessi in B; i bianconeri, invece, hanno fatto uno strappo al proverbiale stile Juve e hanno cacciato Claudio Ranieri per Ciro Ferrara, a due giornate dalla fine.
Per il Torino, terzultimo con 34 punti, il 2008-2009 è stato stregato, nonostante una rosa sulla carta superiore ad altre concorrenti dirette per la permanenza in serie A, come Chievo e Bologna, è arrivata una retrocessione che ha riaperto la contestazione all’eccentrico presidente Cairo, colpevole di gestire la società come la sua casa editrice e accusato di eccessivo protagonismo per una gestione fallimentare, caratterizzata dagli errori nel mercato di riparazione (condivisi con il ds Rino Foschi) e dalla fiducia incondizionata verso giocatori come il capitano Rosina, che hanno vissuto un vero e proprio annus horribilis.
Qualcosa di simile è avvenuto anche dall’altra parte della Mole, dove la “Vecchia Signora” ha recuperato solo nelle ultime due partite, con altrettante vittorie contro Siena e Lazio, un secondo posto insidiatogli dal Milan e addirittura dalla Fiorentina.
Tra gli juventini hanno deluso alcuni componenti della vecchia guardia: il francese David Trezeguet è finito spesso in panchina, Del Piero ha dimostrato che gli anni cominciano a passare anche per un campione come lui e, infine, Camoranesi è balzato agli onori delle cronache più per le liti nello spogliatoio che per le magie in campo. Anche alcuni nuovi acquisti come l’ex palermitano Amauri o il danese Poulsen hanno scontato a caro prezzo il primo anno in una squadra di primo livello, che deve attrezzarsi al più presto per non deludere tutti i suoi supporter, come è successo durante l’arco di questo campionato sottotono.