La vecchia abitudine di restare incollati alla poltrona, qualunque cosa succeda, funzionerà ancora là fuori, nel mondo reale, ma non nell'universo del pallone. Perché quando la poltrona è una panchina, c’è poco da stare comodi: prima o poi, spesso più prima che poi, bisognerà alzarsi e fare posto. E da questo punto di vista il campionato di A che verrà non fa eccezioni. A oggi su 19 squadre (la ventesima verrà fuori dai play off di B) solo 9-10 si presenteranno al via con lo stesso tecnico, praticamente una su due: molte conferme sono ufficiali, altre lo sono di fatto, ma in ogni caso la stima della rivoluzione alle porte è bella e servita. Perché se solo una squadra su due andrà avanti con lo stesso allenatore di oggi, vuol dire che ben una su due ha deciso di cambiare o sta pensando di farlo. Del resto se il Milan ha rimpiazzato Ancelotti è lecito attendersi di tutto.
CONFERME - Mourinho e l'Inter, Di Carlo e il Chievo (annuncio mercoledì), Prandelli e la Fiorentina, Gasperini e il Genoa, Donadoni e il Napoli, Guidolin e il Parma, Marino e l'Udinese: sette coppie ancora insieme, ancora per un anno. Come Spalletti e la Roma, perché è quello l'epilogo più logico. Come Allegri e il Cagliari, perché Cellino cambierebbe solo per permettere al suo tecnico-rivelazione di dire sì a una grande (e in quel caso chiamerebbe Bisoli, che pure ha appena rinnovato col Cesena dopo averlo portato in B). Come Papadopulo e il Bologna, perché, a prescindere dalle parole della presidentessa Menarini (« Papadopulo ci ha portato alla salvezza in sette partite, il merito è suo e della squadra. Una riconferma? Non lo so»), l'allenatore della A blindata all'ultima giornata ha un contratto firmato e depositato e per gli emiliani, che dovranno pagare fino al 30 giugno 2010 anche lo stipendio di Arrigoni, un altro esonero sarebbe un lusso incompatibile con il bilancio.
DUE NODI - Il Milan ha appena annunciato Leonardo, il Catania ripartirà da Atzori, la Samp ha già scelto da tempo Del Neri, anche se lui sull'argomento ha glissato citando Mourinho: «Ancora non vedo il 100%». La rivoluzione di giugno gravita intorno a due grandi nodi. Il primo è quello che riguarda il futuro della Juve: con Conte più vicino al Bari, il mancato annuncio della fiducia a Ferrara fa pensare che il club bianconero stia prendendo tempo per sondare anche altre piste. Il secondo è quello che riguarda la Lazio, con Zenga sempre favorito in caso di sostituzione ma con le quotazioni di una conferma di Rossi in rialzo nelle ultime ore: Lotito si è preso una settimana di tempo.
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