"Blanc si è rimangiato la parola data. E con lui la Juventus. Un comportamento del genere non è da uomini. E, soprattutto, non è da Juventus". La rabbia di Ranieri è una nube gonfia e nera che sembra poter travolgere tutta Torino. E che invece finisce incanalata nella strettoia giudiziaria di una causa civile. Il giorno dopo l'esonero è anche quello della decisione più pesante, di quelle che un uomo di sport come lui non vorrebbe mai prendere: "Li porto tutti in tribunale", dice al suo avvocato, Mattia Grassani. Come tutte le storie di non amore, anche il rapporto tra la Signora e l'uomo che l'ha illusa per due anni, finisce così davanti a un giudice. Tutti lì, in piedi, a elencare torti e angherie, incomprensioni ed equivoci. Vergogne private di un legame che non ha mai soddisfatto fino in fondo nessuna delle due parti. Motivo del contendere, i soldi. Che però, come spesso succede, non sono che un pretesto che nasconde tutta la rabbia accumulata dal tecnico per un trattamento ritenuto ingiusto. L'appiglio scelto da Ranieri e dal suo legale è una clausola minuscola. Voluta in calce al contratto dallo stesso Ranieri. Una clausola che prevede il pagamento di una indennità di buonuscita (caparra penitenziale), in alternativa alla modalità classica dell'esonero (mantenimento del vincolo di tesseramento e dell'impegno economico sino a scadenza del contratto, 30-06-2010). In pratica: Ranieri, in virtù di quella clausola, poteva essere licenziato solamente dopo il pagamento di una penale da un milione e mezzo di euro (come accade all'estero). La Juve, invece, lo ha silurato tenendolo comunque in organico (come si fa di solito in Italia) e ora continuerà a pagargli lo stipendio fino al 2010, o almeno fino a quando Ranieri non troverà un'altra squadra. Il tecnico e il suo vice, dunque, sono ostaggio della società alla quale devono continuare a rispondere, e alla quale devono chiedere il permesso in caso di contatti con altri club. "Quando abbiamo stipulato quel contratto - ha ricordato Ranieri al momento di decidere l'azione legale - con Blanc avevamo fatto un discorso chiaro, faccia a faccia, e mi aveva dato la sua parola di gentiluomo che qualora la Juventus non fosse stata soddisfatta si sarebbe avvalsa della clausola di recesso. Così non ha fatto. Ed è venuto meno alla parola data. Davvero non me l'aspettavo, pensavo che alla Juve certe cose non succedessero". A Ranieri non è andata giù l'intera operazione della Juventus, quella che lui considera "il voltafaccia" di una società che gli ha imposto di condividere tutte le scelte, anche quelle più discutibili, e che poi lo ha "scaricato all'ultimo e in maniera dannosa anche per l'immagine". Una riflessione, quest'ultima, che apre la strada a un secondo mandato all'avvocato: quello di valutare l'ipotesi per una richiesta di risarcimento danni. "Ma io spero che il fair play e gli impegni morali assunti dal club alla fine possano prevalere", si augura Grassani.
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