Ibra gela i suoi tifosi

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 11:46

Ebbene sì, anche se ha già il titulo in tasca, l’Inter ha ancora una missione sportiva nel campionato 2008-09. Cioè nelle prossime – e ultime – due giornate. Una missione che ha molto a che vedere con la scenata di Zlatan Ibrahimovic nei confronti di Mario Balotelli in occasione del gol di quest’ultimo, il secondo dei nerazzurri al Siena ieri sera.

IL GOL DELLA DISCORDIA — E’ lo stesso Mourinho a spiegare il siparietto: “Colpa mia – dice -. Avevo detto ai ragazzi che era importante giocare per Ibra: per me l’obiettivo che lui diventi capocannoniere del campionato non è individuale ma di squadra, e dunque la squadra doveva fare qualcosa in più per lui. Ho cambiato modulo mettendogli più vicino un giocatore, in modo che lui partecipasse meno alla manovra e puntasse più alla porta. Così quando Mario ha segnato ci siamo arrabbiati tutti: lui poteva, anzi doveva fare l’assist per Ibra, anche a costo del rischio che l’azione poi sfumasse. Ma, dopo la reazione emozionale iniziale, abbiamo considerato che Mario è fatto così, è giovane e naif, davanti alla porta la sua abituale fame del gol gli ha fatto dimenticare le mie parole e gli obiettivi di Ibra, e ha segnato: non va colpevolizzato, è un bravo ragazzo”.

I DUBBI DI IBRA: in campo — Certo, prosegue Mou, ieri sera in quel momento Ibra può aver avuto dei dubbi sull’appoggio della squadra nei suoi confronti, e infatti chiedeva alla panchina di fare qualcosa: “Ma allora non mi stanno veramente aiutando - avrà pensato, secondo Mou -. E io avevo paura che decidesse per conto suo di uscire dal campo – spiega l’allenatore -. Poi però tutto è finito per il meglio, Zlatan ha segnato ed è ancora in corsa per il titolo. E’ vero, infatti, che Di Vaio gioca in una squadra che ha una grossa motivazione, quella di non retrocedere, ma su questo punto c’è anche una grossa pressione. Ibra invece è in una squadra che gioca tranquilla”. Tranquilla sì, ma da adesso anche con il dovere di giocare per Ibra più ufficiale che mai.

I DUBBI DI IBRA: fuori campo — In campo ha litigato praticamente con tutti i compagni. Ma anche dopo la partita Ibra non ha dato segnali di miglioramento nell'umore. Anzi, non ha proprio dato garanzie sul suo futuro all'Inter: "Sul mio futuro non posso dire niente. Se Mario non segnava, lo ammazzavo". "Mancano ancora due partite e faccio di tutto per vincere - ha proseguito - ma nel calcio non c'è garanzia. Nel futuro non so dove sarò, non sono certo un uomo che rimane nello stesso club tutta la vita". Ha anche detto che questo è lo scudetto più bello che abbia mai vinto: "C'era tanta pressione, un nuovo allenatore e dei dubbi su di lui - ha spiegato - ma Mourinho ha spiegato che ha la mentalità per vincere. Ora dobbiamo portare questa mentalità in Europa". Lo svedese ha poi scherzato sullo screzio con Balotelli in campo: "Mario ha fatto gol, se non lo faceva lo ammazzavo". L'insofferenza dello svedese non solo nei confronti del suo giovane compagno, ma anche verso quasi tutta la sua squadra, Mourinho compreso, non è passata inosservata e Massimo Moratti si aspettava che qualcosa andasse storto anche nel giorno della festa scudetto: "È fantastico - sorride il presidente nerazzurro -. Questa è l'Inter e mi sembrava strano che in una partita così tranquilla non ci fosse qualcosa che ce lo ricordasse. Ma non credo sia così importante. Lui rimarrà, con il suo carattere fatto così".

GIAMPAOLO
— Dal canto suo, il tecnico del Siena Giampaolo fa eco: “Gli episodi come quello tra Ibra e Balotelli succedono a cose fatte, tutti cercano di ritagliarsi il proprio momento di gloria, magari mettono il proprio io davanti alla prestazione della squadra, e poi arrivano le discussioni, ma si chiudono lì. E appunto, accadono in quelle situazioni, non certo quando la posta della partita è alta”. Già, ma in ogni caso chi parla è Giampaolo, allenatore e giovane ed emergente: la domanda su quanto si senta adeguato a una grande è inevitabile. Come la risposta: “Lo si capisce solamente quando ci si ritrova dentro quel tipo di esperienza”. Tradotto: io sono qua, venghino signori.