“Eravamo partiti con l’obiettivo primario di riportare la gente al San Nicola. Far tornare l’entusiasmo in una città delusa da tante amare stagioni. Con il passare delle giornate, ci siamo resi conto che potevamo puntare in alto il mirino delle ambizioni. Ed ora ci godiamo la festa. Abbiamo meritato questa promozione, più di tutte le altre squadre. Con il gioco”.
campionato di testa — Antonio Conte è più che mai impettito, orgoglioso, dopo aver conquistato il suo primo alloro da tecnico. Del resto, a giusta ragione, i tifosi del Bari lo ritengono il principale artefice di questa indimenticabile annata. Dai tempi di Eugenio Fascetti e di Antonio Cassano, otto anni fa, la città di San Nicola non assaporava il nettare dei grandi del calcio. Un’impresa riuscita grazie alla marcia trionfale di Barreto e soci, capaci di strapazzare la concorrenza, restando ininterrottamente in testa alla classifica dal 28 febbraio. Risultati a gogò, 10 vittorie esterne, una striscia positiva lunga 16 turni (interrotta dal Parma al San Nicola). Il segreto? La forza di un gruppo di lavoro, che ha organizzato il tutto nei minimi particolari. Conte e i suoi fidati collaboratori, su tutti il preparatore atletico GianPiero Ventrone, non hanno lasciato alcunché al caso.
Raccogliendo frutti copiosi da un modulo tattico assai offensivo (a tutti gli effetti un 4–2–4), che ha esaltato le doti realizzative di Vitor Barreto (20 gol), ma che non ha mai trascurato la fase difensiva (miglior difesa della B, con 28 reti al passivo). “E’ stata un’impresa straordinaria – confida il 39enne tecnico -. Non so se stiamo vivendo un sogno o se siamo su “Scherzi a parte”.
MARCATO BIS — "Vero è che si è rivelato importantissimo il mercato bis. Quando ci siamo accorti di poter inseguire il traguardo più ambizioso, abbiamo ingaggiato i vari Guberti, Kutuzov e Lanzafame. E da quel momento non ci siamo più fermati”. Il momento decisivo? “Ce ne sono stati tanti – risponde Conte -. Anche se la vittoria di Modena contro il Sassuolo (3 – 1, ndr.), per il modo perentorio in cui l’abbiamo ottenuta, ci ha convinto di aver intrapreso la strada giusta”. A far girare la giostra a dovere, le ambizioni mai sopite della società guidata da Vincenzo Matarrese, al timone del Bari dal 1983, nonchè la competenza di un navigato stratega di mercato, Giorgio Perinetti. Una sola nuvola aleggia nel cielo radioso del Bari: il serio rischio che, dopo la grande impresa realizzata con i suoi uomini, Antonio Conte saluti presto la compagnia.
CONTE E I CORTEGGIATORI — Le lusinghe ed i corteggiamenti (Juventus, Atalanta o Lazio) non gli mancano. Nei prossimi giorni toccherà al presidente Matarrese il compito, non agevole, di convincerlo a debuttare in serie A sulla panchina biancorossa. Facile intuire l’alternativa: senza lo spavaldo tecnico salentino, il Bari dovrebbe ricominciare da zero. Sia pur sui verdissimi prati della serie A.
0 commenti