Non c'è ancora un portiere e non c'è neppure un libero, nella nazionale esordienti. In compenso ci sono sei centravanti e, più in generale, il ruolo dell'attaccante è coperto in ogni zona del campo. E' la stagione dei ragazzi che s'affacciano alla serie A, la 2008-2009, quella in cui finalmente diversi allenatori italiani - Ranieri, Mazzarri, Del Neri - sulla scia di Mourinho hanno preso coraggio e lanciato in campo i diciottenni cresciuti a casa. Vivaddio. Undici ragazzi in serie A, fin qui, e un paio hanno pure segnato.
La nazionale dei ragazzini esordienti, dicevamo, manca di un portiere, ma Vincenzo Fiorillo è a un soffio dal battesimo. Due volte in panchina con la Sampdoria, una terza volta in Coppa Uefa. Buffon lo ha benedetto come il suo erede e in questo finale di stagione senza più obiettivi di campionato, Coppa Italia a parte, l'allenatore Mazzarri potrebbe mostrarlo allo stadio Ferraris. Più difficile, sull'altro versante genovese, l'esordio di Andrea Signorini figlio del compianto Gianluca, come il padre centrale di difesa potente e sagace. Anche Signorini junior è andato due volte in panchina in prima squadra, ma la volata del Genoa per la Champions League impedirà a Gasperini esperimenti, che pure sarebbero nelle sue corde.
Di Davide Santon, adulto di 18 anni, si sa tutto. Lo schieriamo esterno basso a destra, come ogni tanto fa il suo mentore, José Mourinho, che nell'Inter lo ha usato nelle occasioni più complesse, sempre ripagato: contro il Milan, in casa e fuori con il Manchester United, contro Roma e Fiorentina. La Roma di suo ha fatto giocare a sinistra il terzino Alessandro Crescenzi, otto minuti a Marassi con la Sampdoria. E' titolare nella nazionale Under 19, ha un fisico che si nota e sa giocare con entrambi i piedi, cosa che aiuta.
Nel Milan dei talentuosi brontosauri esordì in serie A, era il 2006, il difensore Matteo Darmian. Non aveva 18 anni. Quest'anno è leader e capitano della Primavera e sta tornando ai palcoscenici di vertice. Ne ha giocate tre con la prima squadra, settanta minuti in tutto: Udinese, Lazio e con il Torino si è preso il lusso di sostituire Paolo Maldini. Claudio Ranieri, poi, ha avuto l'ambizione di far esordire nella Juventus tre ventenni. Lorenzo Ariaudo, anche lui terzino, anche lui prevalentemente mancino, è alla Juve dall'età di nove anni. Ha giocato, e bene, tutta la partita all'Olimpico con la Lazio , poi mezz'ora nel derby e maluccio come il resto della squadra il 2-2 in casa della Reggina. Ha fatto apparizioni nella fase iniziale della Champions League e in Coppa Italia, nel frattempo ha vinto il Torneo di Viareggio. E' nel giro della nazionale Under 21 e, a prescindere dal futuro di Ranieri, lui è già il futuro della Juventus.
Passando al reparto di centrocampo, da segnalare due casi. Ha giocato nella prima fase Champions della Juve, Luca Castiglia, regista che aveva saggiato la serie A l'anno scorso. E nel Milan, che domenica scorsa ha vinto facile a Catania, ha provato due minuti di serie A l'ultimo prodotto brasiliano: Felipe Mattioni, centrocampista di 20 anni, acquistato a gennaio dal Gremio e per volontà di Galliani da valorizzare.
Poi c'è la lunga lista degli attaccanti, razza italiana che non si estingue. Ancora Juventus. Il centravanti Ciro Immobile, napoletano largo un armadio: contro il Bologna ha sostituito, solo per farlo rifiatare, Alessandro Del Piero. In Europa e in Coppa Italia Ranieri ha schierato, poi, l'attaccante di fascia Simone Esposito.
Prima punta di vaglia, e lui ha lasciato il segno con due gol, è Guido Marilungo, appena maggiorenne, già cinque partite in campionato e il debutto dal primo minuto - con il Cagliari a Marassi, 3-3 - bagnato dai due gol di testa. Non è il suo colpo preferito, ma gli assist di Cassano aiutano una crescita a diventar completa. Marilungo è stato il miglior giocatore dell'ultimo Torneo di Viareggio e, dice il ds Marotta, dirigente con lo sguardo lungo, "è un ragazzo intelligente, capace tatticamente, ha tutto per fare una grande carriera".
Nel Cagliari ha esordito un attaccante potente come Daniele Ragatzu. Prima il Torino, poi la Fiorentina, partita in cui ha segnato lenendo la sconfitta (2-1). Domenica scorsa, nel naufragio di Palermo, un altro scampolo di gara. Ragatzu è del settembre 1991, è cresciuto in un quartiere complicato di Cagliari ed è caratterialmente infiammabile. Il Chelsea lo ha insidiato, ma intorno a lui il presidente Cellino vuole crescere una storia alla Zola.
La crisi economica sta aiutando i giovani: i presidenti chiedono più coraggio ai loro allenatori nel lanciarli. Nell'Atalanta, erede di una lunga tradizione giovanile, ha già giocato due gare il centravanti della Primavera, Simone Zaza. Nella Lazio, sabato sera a San Siro, ha fatto il suo esordio Libor Kozak, 20 anni. Lotito lo ha acquistato per 1,2 milioni dopo un provino andato male al Portsmouth. Attaccante della Repubblica Ceca, nella Primavera biancoceleste ha fatto sette gol. E anche il disastrato Torino di Urbano Cairo, in passato il migliore settore giovanile del calcio italiano, ogni tanto torna a mostrare pezzi preziosi. Denis D'Onofrio , classe 1989, è nato a Gruglisco ed è un centravanti cresciuto in casa. Nelle ultime quattro stagioni, dagli Allievi nazionali in poi, ha segnato 70 reti. Sei le ha fatte all'ultimo Viareggio e sei tutte insieme nel campionato Primavera contro il Grosseto. Il suo esordio domenica scorsa, a Firenze, con sconfitta. Al 27' della ripresa D'Onofrio ha sostituito Dzemaili e ha avuto la sfortuna di farsi fischiare un fuorigioco sul gol del pareggio di Franceschini. Succede, non bisogna demoralizzarsi.
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