Magari ci sbagliamo, ma mentre la bufera-Juventus imperversa – ogni giorno con effetti più rovinosi -, la sensazione è che il ruolo di vittima designata (o capro espiatorio, fate voi) sia già stato assegnato: e che a caricarsi la croce sulle spalle alla fine di tutto sarà lui, Claudio Ranieri, senza nemmeno due ladroni a fianco a tenergli compagnia. Un classico, nel mondo del calcio. Noi però ci permettiamo di far notare quanto tutto questo sia ingiusto. E ingeneroso. E vile.
Non è colpa di Ranieri se i dirigenti della Nuova Juventus hanno venduto Ibrahimovic all'Inter: vero e proprio peccato originale dei novelli Adamo ed Eva del paradiso terrestre juventino, al secolo Cobolli Gigli e Blanc. Scendere in B e rafforzare l'Inter col campione più giovane, forte e sano del proprio organico ha significato creare un gap praticamente incolmabile tra Juventus e Inter: rendere imbattibile il proprio competitor. L'Inter da forte è diventata fortissima e la vita per i suoi avversari si è fatta impossibile: il Milan ha gettato subito la spugna e solo la Roma, nel campionato scorso, ha provato a vincere l'impari braccio di ferro, soccombendo alla fine proprio sotto i colpi di grazia indovinate di chi? Di Ibra. Che in tutta evidenza andava ceduto all'estero, Spagna o Inghilterra non aveva importanza, anche a costo di incassare qualche milione di meno. Per non rendere così impossibile il ritorno bianconero sul palcoscenico della serie A.
Non è colpa di Ranieri (o non è solo colpa sua) se la Juventus non è riuscita a risolvere - e oggi ne è schiacciata - il problema-Del Piero: che è il secondo peccato originale del nuovo management. Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma sono anni che il macigno-Del Piero grava sulla squadra: ed è chiaro a tutti che Del Piero, oggi, rischia di seppellire quel che resta della Juventus. Se nessuno ha il coraggio di dire: proviamo a far finta che Del Piero non ci sia e ripensiamo la squadra – come aveva fatto Capello, che aveva messo in pista una Juve in cui Del Piero era riserva e Ibra e Trezeguet titolari -, la rifondazione della Juventus sarà impossibile. Lo spettacolo cui stiamo assistendo è grottesco: quello di un glorioso club che accompagna il fine-carriera del suo campione più amato accettando tutto di lui, dalla sua inamovibilità alla sua dichiarata pretesa di “giocare fino a 40 anni”, per non parlare del suo essere ingombrante e condizionante in fase di mercato.
Non è colpa di Ranieri se i soldi sono diventati pochi e se la società si è specializzata nell'arte dell'acquisto a parametro zero: che ha portato a Torino giocatori come Salihamidzic, Mellberg, Grygera, Stendardo, Knezevic. Chi più chi meno, giocatori mediocri.
Non è (solo) colpa di Ranieri se i pochi soldi da spendere, la Juventus li ha spesi male. Le somme importanti stanziate per gli acquisti di Tiago, Poulsen e Andrade pesano sulla coscienza del tecnico (Andrade a parte), che evidentemente non ha il fiuto del talent-scout (a proposito: vi raccomandiamo il talent-scout Lippi che all'Inter, lontano da Moggi, portò Domoraud e altri indimenticabili fuoriclasse); ma una dirigenza minimamente ferrata in materia calcistica non avrebbe mai avvallato operazioni di mercato così a capocchia.
Non è colpa di Ranieri se è vero – come pare - che ci fu l'occasione di vendere Buffon per 70 milioni e non se ne fece nulla. Quando Moggi cedette Zidane al Real Madrid per 140 miliardi di lire, si privò del miglior giocatore d'Europa – che infatti portò ai galacticos scudetti e una Champions -, ma ebbe i mezzi per ricostruire la squadra con gli acquisti di Buffon, Nedved e Thuram. La storia del calcio italiano è piena di squadre che hanno vinto scudetti con portieri non propriamente eccelsi: da Abbiati ad Antonioli, da Marchegiani a Pazzagli (per non parlare di Garella). E anche il fatto che il Manchester abbia appena vinto una Champions con Van der Sar (do you remember Van der Sar?), e sia in lizza per vincerne un'altra, dovrebbe insegnare qualcosa, crediamo.
Non è colpa di Ranieri, infine, se nel momento cruciale della stagione l'amministratore delegato della Juventus, Blanc, se ne va a pranzo, a Recco, col c.t. della nazionale Marcello Lippi per programmare le mosse della futura Juventus: destabilizzando il club e delegittimando l'allenatore non solo agli occhi dei giocatori, ma del mondo intero. Per leggerezze di questo genere servirebbe dare le dimissioni: Blanc non ci pensa e vedrete che alla fine a fare le valigie, in un modo o nell'altro, sarà lui, Claudio Ranieri. Come dicono a Napoli: cornuto e mazziato.
Fonte Paolo Ziliani
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