Dopo una prova inguardabile, l'Inter cade rovinosamente a Napoli e il suo vantaggio sullo scatenato Milan by Inzaghi & Kakà scende da dieci a sette punti. A cinque giornate dalla fine, sono sempre i campioni d'Italia a protendere le mani verso lo scudetto, ma questa sconfitta fa suonare le campane a martello. Lasciati alle spalle quattro pareggi e un insuccesso, Donadoni comincia a raccogliere i frutti del suo lavoro e Dio solo sa quanto lo meriti l'ex ct, trattato a pesci in faccia dalla Federazione.
Rispetto all'Inter ammirata contro la Juve nella trentaduesima di campionato e applaudita davanti alla Samp in Coppa Italia, nonostante l'eliminazione, la squadra fulminata da Zalayeta è apparsa una lontana e sconclusionata parente. Così molle, fiacca e floscia l'avevamo vista solo a Bergamo. Figo e Vieira camminano, tant'è vero che, nella ripresa, Mourinho è stato costretto a rimpiazzare il primo con Mancini e il secondo con Cruz: che bisogno c'era di schierare il portoghese e il francese, in questo momento due pesantissime palle al piede? E ancora: che fine ha fatto Santon?
Ma il vero caso si chiama Ibrahimovic: è clamorosamente scomparso. Abulico, inconcludente, irritante: lo svedese ha mandato un campo il sosia che non sa giocare al calcio. Forse, per Zlatan (e per il procuratore che gli tiene bordone), sarebbe il caso di concentrarsi sull'Inter, sullo scudetto, su Balotelli che corre il triplo di Ibra e si becca insulti e ammonizioni, anzichè pensare a che cosa fare e a dove andare nella prossima stagione. Moratti garantisce all'ex Juve 12 milioni di euro netti all'anno, cioè 1 milione di euro al mese, 32.258 euro al giorno, 1.344 euro all'ora, 22 euro al minuto, anche quando Ibra dorme in campo, com'è accaduto al San Paolo.
Se i nerazzurri sono quelli naufragati a Napoli, il Milan ha il diritto di aggiornare la tabella dei sogni. Occhio alla sindrome del 5 maggio.
Fonte ilquotidiano.net
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