Inter: Aguero. Roma: Guberti

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:55

Ci vogliono vendere un' Inter più italiana per il futuro, può darsi. Intanto, occhio alle scadenze: aprile è un mese decisivo per Hernanes, delizioso metronomo del San Paolo, 24 anni a maggio e una voglia matta di sbarcare in Europa. I fatti: la scorsa estate il San Paolo non voleva venderlo, nè il ragazzo si sentiva prontissimo per il salto di qualità. Il Barcellona aveva offerto 18 milioni di euro cash, dopo relazioni eccellenti e il desiderio di prenderlo subito e portarlo in Catalogna. Ma l'Inter ha saputo lavorare benissimo nell'ambito dell'operazione Adriano, ha saputo strappare un'opzione che adesso – entro i prossimi venti giorni – deve decidere se rispettare o meno. Nel frattempo il San Paolo ha deciso di cederlo, il ragazzo freme per assaggiare l'Europa che conta, gli hanno parlato dell'Inter e ha detto sì. Hernanes non è una meteora, piuttosto una certezza: visione di gioco, qualità e quantità, una legnata dalla distanza che spesso va a morire sotto l'incrocio, spiccata personalità e un futuro da predestinato. Il Barcellona è tornato alla carica nei giorni scorsi, ha riproposto 18 milioni che a questo punto è la cifra giusta per ingaggiarlo. L'Inter alle stesse condizioni se lo porta a casa, avendo il famoso diritto di precedenza, e si parla di un imminente blitz in Italia del suo manager. Può darsi che sia un'Inter più italiana per il futuro, può darsi che Acquafresca torni alla base e che vengano scoperte altri soluzioni interne in grado di alzare il tasso qualitativo della rosa. Ma intanto Hernanes è una priorità, subito dopo toccherà ad Aguero e siccome ve ne parlo dal gennaio del 2008, è il caso di dire che i tempi stanno maturando. La valutazione perla stella dell'Atletico Madrid è di 40 milioni di euro, a dispetto della clausola di rescissione di una quindicina di milioni superiore. Dicono, scrivono, che sarà importante capire se l'Atletico Madrid riuscirà a prendere il treno per la prossima Champions League. Io credo che Aguero, dopo una stagione difficile anche nei rapporti interni, abbia voglia di tagliare la corda indipendentemente dalla partecipazione alla coppa dalle grandi orecchie. E non è una sorpresa che l'Inter abbia, fin da quando ha coinvolto amichevolmente il suocero di Aguero (tale Diego Armando Maradona), una corsia privilegiata, un canale preferenziale. Aguero non è certo un'alternativa alle paturnie di Ibrahimovic, non potrebbe essere considerate le caratteristiche e le virtù. Aguero è il formidabile partner di Ibra, nella speranza che il mal di pancia a Zlatan passi presto (o no?) perché in caso contrario bisognerebbe individuare in giro per l'Europa un grandissimo in grado di sostituire lo svedese senza i rimpianti che tuttavia farebbero inevitabilmente capolino. Nel frattempo, occhio alle scadenze sul calendario di Massimo Moratti e dei collaboratori di riferimento: Hernanes prima di Aguero, questo non è un pesce d'aprile; piuttosto aprile sarà il mese dei primi raccolti, quindi dei primi colpi di mercato in casa Inter.
Adesso che hanno scoperto le qualità di Stefano Guberti, stellina del Bari, mi chiedo cosa facessero e in cosa fossero impegnati gli operatori di mercato che fino a otto-dieci mesi fa avrebbero potuto prenderlo a cifre molto ragionevoli dall'Ascoli, un anno prima della scadenza del contratto. Dormivano, gli operatori, e se non dormivano erano distratti da altre operazioni. Nell'agosto del 2008 scrissi che Guberti era un predestinato alla Roma, a gennaio oppure entro l'estate 2009. Ci siamo. Le percentuali: 90 per cento che Guberti vada alla Roma, 5 per cento che resti a Bari, 5 per cento che si inserisca un altro club. Eppure in queste ore i movimenti sul ragazzo ci sono stati perché l'hanno visto in azione e si sono innamorati. E' stato il nome che Roberto Donadoni ha fatto pochi giorni dopo il suo insediamento a Napoli, al punto che recentemente si è mosso Aurelio De Laurentiis in persona per capire i margini di manovra esistenti. Margini vicini allo zero perché c'è un patto morale con la Roma che – a meno di clamorosi sviluppi -non sarà disatteso, persino se qualcuno (magari il Napoli) dovesse offrire il 40 per cento rispetto all'ingaggio che gli garantirà la famiglia Sensi. E' entrato in scena anche Fabrizio Preziosi, il figliolo di Enrico che agisce per le migliori fortune del Genoa. Porta sbarrata, Roma in pole e così sia.
A proposito di Bari: sono giorni fantastici per la città. Stasera Lippi contro il Trap, uno stadio pieno pieno e un entusiasmo coinvolgente. Orecchiette alle cime di rapa per tutti, dunque. Peccato che Lippi abbia voluto rovinare la vigilia con alcune dichiarazioni poco eleganti nei suoi predecessori (credo che siano fischiate le orecchie a Donadoni) che hanno utilizzato Cassano senza che la squadra abbia avuto un rendimento eccellente. Come se fosse stata colpa esclusiva di Cassano. Lippi sa gestire male le situazioni più semplici: non spiega i motivi di un'esclusione quando dovrebbe spiegare, è il suo compito. E ho la sensazione che se avesse allenato l'Argentina del miglior numero dieci al mondo, al secolo Maradona, con il criterio che utilizza avrebbe lasciato fuori il fuoriclasse degli anni Ottanta e Novanta. Per motivi caratteriali, sic. E avrebbe detto, ai giornalisti argentini,"non parlo di Maradona, preferisco non dare spiegazioni". Di sicuro Cassano non è Maradona, ma pur essendo sproporzionato il parallelo resta un concetto semplicissimo: la meritocrazia espressa dal campionato non può essere presa a calci nel fondo schiena senza dare una minima interpretazione (per la gente, non per i giornalisti) alle decisioni prese. Voto a Lippi: "tre più".
Cinquantottomila spettatori stasera a Bari, trentamila sabato quando ci sarà la sfida con il Parma. Sfida stellari tra quelli che potrebbero essere gli extraterrestri di questa serie B. Il Bari lo è già, ha nove punti di vantaggio sulla terza, potrebbe giocare per due risultati ma credo che non lo farà: si accontenterebbe del pareggio soltanto dopo aver provato a vincere. Il Bari manca alla serie A come la serie A manca al Bari: siamo vicini all'addio per sempre pronosticato qualche mese fa. Gli acquisti di gennaio hanno fatto quella differenza che era lecito immaginare: i difensori avversari hanno esaurito le scorte di novalgina, hanno svuotato qualsiasi boccetta tra una discesa di Guberti, una percussione di Barreto e una progressione di Rivas. E il mal di testa aumenta. Il Parma è una squadra che paradossalmente si esprime meglio in trasferta, anche se sabato ha giocato benissimo anche in casa contro il Piacenza e avrebbe meritato di vincere. Per questo motivo vedo il Parma favorito per la piazza numero due, in grado di giocare una buona partita anche a Bari, indipendentemente dallo scontro diretto a Livorno: non è detto che sia uno svantaggio giocarlo lontano dal Tardini. Se Corioni avesse fatto come Matarrese, il Brescia non sarebbe in questa situazione. Si è parlato molto in queste ore di un possibile aggancio a Papadopulo, ma non credo che Papadopulo abbia molta voglia di tornare in B per giocarsi i playoff senza una certezza sul futuro. A questo punto l'anno sabbatico potrebbe essere completo dopo aver sfiorato il Torino. Mi scrivono molti tifosi di Lecce che hanno paura della serie B: li capisco, ma il mercato di gennaio (e non solo) è stato disastroso, si pensava di prendere Edinho e di risolvere i problemi, dopo che lo stesso mercato di luglio non ha dato i frutti sperati. Errori colossali.

Fonte Alfredo Pedullà per Tutto mercato Web