Italia-Inghilterra, atto secondo. Quello decisivo. Il conto alla rovescia per il ritorno degli ottavi di finale è già partito. Domani Juventus-Chelsea, mercoledì Manchester United-Inter e Roma-Arsenal. Le squadre inglesi hanno chiuso il "primo tempo" in vantaggio: due vittorie e un pari, ma i risultati dell'andata lasciano in bilico le tre sfide. C'è ancora margine per rimediare.
JUVENTUS-CHELSEA(and. 0-1) di Riccardo Pratesi
JUVENTUS
Cosa va - I bianconeri hanno il loro attacco a cinque stelle - Amauri, Trezeguet, Del Piero, Iaquinta e Giovinco -, finalmente a pieno regime. All'andata la Vecchia Signora ha dimostrato una tenuta alla distanza superiore ai Blues, che ha trovato riscontro anche in campionato. Il ritorno di Chiellini irrobustisce la miglior difesa del campionato.
Cosa non va - Gli infortuni. A Stamford Bridge Ranieri ha perso Camoranesi. E nel frattempo pure Marchionni, suo sostituto naturale, e Sissoko, ancora più indispensabile in contumacia Zanetti. Manca pure De Ceglie. Lo 0-1 dell'andata è un risultato balordo: serve la partita perfetta, e i recenti precedenti contro gli inglesi non inducono all'ottimismo.
L'uomo in più - Trezeguet. Porta in dote 161 gol in maglia bianconera. È recuperato, e fresco come una rosa. Dategli un pallone nell'area piccola e si candiderà a castiga-Chelsea. In coppia con Del Piero, poi, fa paura. La Juve sarà costretta dal risultato dell'andata a giocare una partita d'attacco, una manna per lui che dipende dai rifornimenti in arrivo.
CHELSEA
Cosa va - Cinque partite con Hiddink in panchina, altrettante vittorie. Entusiasmo ritrovato, scuse e dita puntate dell'era Scolari nel dimenticatoio. Il recupero di Essien è un ulteriore valore aggiunto di una squadra che ha raggiunto 4 semifinali nelle ultime 5 edizioni di Champions.
Cosa non va - Giocano sempre gli stessi. Un po' perchè Hiddink aveva bisogno di risultati e certezza immediate, un po' perchè la rosa non è da portaerei. E giocando ogni tre giorni la condizione, già non brillantissima, non migliora di certo. Poi il gioco non è esattamente sfavilllante, e, in caso di guai, il salvagente sono le prodezze individuali.
L'uomo in più - Drogba. Tre gol nelle ultime quattro partite. All'andata le tre palle gol dei Blues sono state tutte farina del suo sacco. Che giochi con Anelka, o al centro di un tridente leggero con Kalou e Malouda, resta il pericolo numero uno. Come Trezeguet, l'infortunio di inizio stagione gli ha evitato fatiche invernali: viaggia come un treno.
LA CHIAVE - I nervi saldi, come sempre nelle sfide di alto livello tra squadre con valori tecnici poco distanti. Entrambe le squadre hanno giocatori che si esaltano nelle sfide dentro-fuori. All'andata l'atteggiamento mentale fece la differenza, e la Juve pagò a caro prezzo le titubanze iniziali. Saranno decisive le scelte, anche a gara in corso, degli allenatori.
JUVENTUS
Cosa va - I bianconeri hanno il loro attacco a cinque stelle - Amauri, Trezeguet, Del Piero, Iaquinta e Giovinco -, finalmente a pieno regime. All'andata la Vecchia Signora ha dimostrato una tenuta alla distanza superiore ai Blues, che ha trovato riscontro anche in campionato. Il ritorno di Chiellini irrobustisce la miglior difesa del campionato.
Cosa non va - Gli infortuni. A Stamford Bridge Ranieri ha perso Camoranesi. E nel frattempo pure Marchionni, suo sostituto naturale, e Sissoko, ancora più indispensabile in contumacia Zanetti. Manca pure De Ceglie. Lo 0-1 dell'andata è un risultato balordo: serve la partita perfetta, e i recenti precedenti contro gli inglesi non inducono all'ottimismo.
L'uomo in più - Trezeguet. Porta in dote 161 gol in maglia bianconera. È recuperato, e fresco come una rosa. Dategli un pallone nell'area piccola e si candiderà a castiga-Chelsea. In coppia con Del Piero, poi, fa paura. La Juve sarà costretta dal risultato dell'andata a giocare una partita d'attacco, una manna per lui che dipende dai rifornimenti in arrivo.
CHELSEA
Cosa va - Cinque partite con Hiddink in panchina, altrettante vittorie. Entusiasmo ritrovato, scuse e dita puntate dell'era Scolari nel dimenticatoio. Il recupero di Essien è un ulteriore valore aggiunto di una squadra che ha raggiunto 4 semifinali nelle ultime 5 edizioni di Champions.
Cosa non va - Giocano sempre gli stessi. Un po' perchè Hiddink aveva bisogno di risultati e certezza immediate, un po' perchè la rosa non è da portaerei. E giocando ogni tre giorni la condizione, già non brillantissima, non migliora di certo. Poi il gioco non è esattamente sfavilllante, e, in caso di guai, il salvagente sono le prodezze individuali.
L'uomo in più - Drogba. Tre gol nelle ultime quattro partite. All'andata le tre palle gol dei Blues sono state tutte farina del suo sacco. Che giochi con Anelka, o al centro di un tridente leggero con Kalou e Malouda, resta il pericolo numero uno. Come Trezeguet, l'infortunio di inizio stagione gli ha evitato fatiche invernali: viaggia come un treno.
LA CHIAVE - I nervi saldi, come sempre nelle sfide di alto livello tra squadre con valori tecnici poco distanti. Entrambe le squadre hanno giocatori che si esaltano nelle sfide dentro-fuori. All'andata l'atteggiamento mentale fece la differenza, e la Juve pagò a caro prezzo le titubanze iniziali. Saranno decisive le scelte, anche a gara in corso, degli allenatori.
MANCHESTER UTD-INTER (and. 0-0) di Antonino Morici
INTER
Cosa va - Motivazioni, tradizione, solidità. Rispetto al 2008, quando Kuyt e Gerrard condannarono i nerazzurri a una rincorsa impossibile, la situazione è diversa. Il ritorno si gioca nella "tana delle Tigri", il luogo meno confortevole d’Europa per chi viaggia, ma si riparte dallo 0-0 e la speranza di sovvertire il pronostico è fondata. Il successo pieno sul Genoa ha allontanato i timori di un calo di forma e di tensione. Certo, servirà quella che Stankovic ha definito come "la partita che può entrare nella storia dell’Inter". Ma Mourinho ha una squadra solida e non parte battuto contro il vecchio rivale, che ha "fregato" il portoghese solo una volta in 13 confronti diretti.
Cosa non va - I numeri dicono che, Genoa escluso, la difesa ha raccolto 7 palloni nella rete in 3 partite. L’infermeria aggiunge che i centrali a disposizione sono tre, Rivas, Cordoba, più Samuel a mezzo servizio. Per passare indenni attraverso le accelerazioni di Ronaldo e le esibizioni di pura potenza di Rooney occorrerà probabilmente un’altra partita da urlo di Cambiasso e una gara senza errori da parte di Cordoba. Considerato lo stato di grazia di Ibrahimovic, il back court resta l’unico punto di domanda nerazzurro.
L'uomo in più - Ibrahimovic, naturalmente. Perché se l’Inter accederà ai quarti quasi sicuramente parleremo di una prima, convicente, notte europea dello svedese. Tutti lo aspettano al varco. L’Old Trafford gli garantisce una vetrina mondiale dalla quale affacciarsi e mostrare il sorriso dei giorni migliori.
INTER
Cosa va - Motivazioni, tradizione, solidità. Rispetto al 2008, quando Kuyt e Gerrard condannarono i nerazzurri a una rincorsa impossibile, la situazione è diversa. Il ritorno si gioca nella "tana delle Tigri", il luogo meno confortevole d’Europa per chi viaggia, ma si riparte dallo 0-0 e la speranza di sovvertire il pronostico è fondata. Il successo pieno sul Genoa ha allontanato i timori di un calo di forma e di tensione. Certo, servirà quella che Stankovic ha definito come "la partita che può entrare nella storia dell’Inter". Ma Mourinho ha una squadra solida e non parte battuto contro il vecchio rivale, che ha "fregato" il portoghese solo una volta in 13 confronti diretti.
Cosa non va - I numeri dicono che, Genoa escluso, la difesa ha raccolto 7 palloni nella rete in 3 partite. L’infermeria aggiunge che i centrali a disposizione sono tre, Rivas, Cordoba, più Samuel a mezzo servizio. Per passare indenni attraverso le accelerazioni di Ronaldo e le esibizioni di pura potenza di Rooney occorrerà probabilmente un’altra partita da urlo di Cambiasso e una gara senza errori da parte di Cordoba. Considerato lo stato di grazia di Ibrahimovic, il back court resta l’unico punto di domanda nerazzurro.
L'uomo in più - Ibrahimovic, naturalmente. Perché se l’Inter accederà ai quarti quasi sicuramente parleremo di una prima, convicente, notte europea dello svedese. Tutti lo aspettano al varco. L’Old Trafford gli garantisce una vetrina mondiale dalla quale affacciarsi e mostrare il sorriso dei giorni migliori.
MANCHESTER UTD
Cosa va - In casa i Red Devils sono una macchina da guerra: solo in Premier quest’anno hanno segnato 30 gol subendone appena 5, con un pareggio e 12 successi in 13 gare. Rooney ha appena infilato il sesto gol in 7 partite. Berbatov e Tevez farebbero la felicità di qualsiasi squadra d’alto livello e invece sono lì, tra campo e panchina, a contendere il posto agli altri. Ah, poi c’è Cristiano Ronaldo... Quello che si conosce meno, è il grado di affidabilità di Carrick e Fletcher, già apprezzati al Meazza quando l’Inter ha sostanzialmente battuto la testa su un muro di granito. Il blocco, essendo composto da umani, può cedere. Ma sarà un lavoro durissimo da portare a compimento.
Cosa non va - Ferdinand ha problemi alla caviglia, O’Shea non è al meglio per guai muscolari. Ferguson riavrà Vidic dopo la squalifica ereditata dal Mondiale per club, ma una piccola crepa potrebbe aprirsi in ogni caso, come in occasione della leggera deviazione di Cambiasso all’andata, su palla inattiva.
L’uomo in più - Ronaldo vince di un’incollatura, se non altro per la quantità di interventi firmati da Julio Cesar all’andata proprio sul numero 7. Santon all’andata ha fatto un ottimo lavoro. Nonostante la giovane età, il terzino che ricorda a Mourinho i grandi del passato interista dovrà per forza ripetersi.
La chiave - I primi 15-20 minuti. Il Manchester Utd partirà ad andatura folle, come il Liverpool un anno fa, contando sul "miedo scenico" dell’Old Trafford. Se l’Inter scollinerà questo primo punto cruciale avrà il tempo di organizzare le risorse e piazzare un attacco importante. E’ poco probabile che Ferguson concederà a Mourinho di menare le danze. Sarà quindi "assalto a Julio Cesar" vs. "coperti e pronti al contropiede". Spesso ha funzionato. L’Inter ha le possibilità per ripetere il giochino.
Cosa va - In casa i Red Devils sono una macchina da guerra: solo in Premier quest’anno hanno segnato 30 gol subendone appena 5, con un pareggio e 12 successi in 13 gare. Rooney ha appena infilato il sesto gol in 7 partite. Berbatov e Tevez farebbero la felicità di qualsiasi squadra d’alto livello e invece sono lì, tra campo e panchina, a contendere il posto agli altri. Ah, poi c’è Cristiano Ronaldo... Quello che si conosce meno, è il grado di affidabilità di Carrick e Fletcher, già apprezzati al Meazza quando l’Inter ha sostanzialmente battuto la testa su un muro di granito. Il blocco, essendo composto da umani, può cedere. Ma sarà un lavoro durissimo da portare a compimento.
Cosa non va - Ferdinand ha problemi alla caviglia, O’Shea non è al meglio per guai muscolari. Ferguson riavrà Vidic dopo la squalifica ereditata dal Mondiale per club, ma una piccola crepa potrebbe aprirsi in ogni caso, come in occasione della leggera deviazione di Cambiasso all’andata, su palla inattiva.
L’uomo in più - Ronaldo vince di un’incollatura, se non altro per la quantità di interventi firmati da Julio Cesar all’andata proprio sul numero 7. Santon all’andata ha fatto un ottimo lavoro. Nonostante la giovane età, il terzino che ricorda a Mourinho i grandi del passato interista dovrà per forza ripetersi.
La chiave - I primi 15-20 minuti. Il Manchester Utd partirà ad andatura folle, come il Liverpool un anno fa, contando sul "miedo scenico" dell’Old Trafford. Se l’Inter scollinerà questo primo punto cruciale avrà il tempo di organizzare le risorse e piazzare un attacco importante. E’ poco probabile che Ferguson concederà a Mourinho di menare le danze. Sarà quindi "assalto a Julio Cesar" vs. "coperti e pronti al contropiede". Spesso ha funzionato. L’Inter ha le possibilità per ripetere il giochino.
ROMA-ARSENAL(and 0-1) di Stefano Cantalupi
ROMA
Cosa va - Vucinic ha dimostrato contro l'Udinese di essere recuperato, Totti e Juan stringeranno i denti per aumentare la qualità in attacco e difesa. Le note davvero liete per la Roma, di questi tempi, sono poche, anche se la squadra di oggi è ben diversa da quella opaca e smarrita di inizio stagione. Forse il lato più incoraggiante è l'aver limitato i danni all'andata: all'Olimpico può essere un'altra storia.
Cosa non va - L'1-0 per l'Arsenal maturato a Londra è un risultato "ribaltabile", ma comunque insidioso. Il problema più grosso, però, è l'infermeria: ci sono giocatori di classe che proveranno a scendere in campo in condizioni imperfette (Totti, Juan, Aquilani, Pizarro), ma anche indisponibili sicuri (Cassetti, Cicinho, Perrotta). E la squalifica di De Rossi peserà come un macigno.
L'uomo in più - Vucinic. Il montenegrino si è lasciato alle spalle i guai fisici e ha i mezzi tecnici per mettere in difficoltà la difesa dei Gunners. In un tridente, in appoggio a Totti o anche da prima punta, il suo contributo può essere determinante.
ARSENAL
Cosa va - Il gioco dei Gunners è spettacolare: veloce, tecnico, preciso nei movimenti. Lo si è visto anche nella gara d'andata, in cui la Roma è stata soverchiata. La qualità dei giovani di Wenger è altissima e i recuperi di Walcott ed Eduardo aggiungono soluzioni a un attacco che non sempre concretizza le mille occasioni create. In più, l'Arsenal è una squadra già matura a livello internazionale: difficilmente si scioglierà col calore dei tifosi giallorossi.
Cosa non va - L'unico, vero problema, finora, è stata la cronica difficoltà a "buttarla dentro". L'Arsenal ha talento da vendere e gioca meravigliosamente, ma in molte gare ha sprecato tantissimo. L'assenza di un uomo-gol come Adebayor non è trascurabile. I londinesi avrebbero potuto e dovuto chiudere i conti nella partita d'andata, dominata in lungo e in largo. Non l'hanno fatto e rischiano di pagarla cara.
L'uomo in più - Nasri. La posizione del francese, due settimane fa, si è rivelata un rebus irrisolvibile per i giallorossi. Insieme a Van Persie, con cui ha grande intesa, è il giocatore che apre la difesa avversaria e che sa creare la superiorità numerica saltando l'uomo.
LA CHIAVE - L'Arsenal giocherà una partita leggermente più prudente rispetto all'andata: non rinuncerà ad attaccare perché non è nello stile di questa squadra, ma aggredirà un po' meno. La questione principale è capire come farà il centrocampo romanista, privo di De Rossi, a non farsi travolgere da quello dei Gunners, già superiore all'Emirates Stadium.
ROMA
Cosa va - Vucinic ha dimostrato contro l'Udinese di essere recuperato, Totti e Juan stringeranno i denti per aumentare la qualità in attacco e difesa. Le note davvero liete per la Roma, di questi tempi, sono poche, anche se la squadra di oggi è ben diversa da quella opaca e smarrita di inizio stagione. Forse il lato più incoraggiante è l'aver limitato i danni all'andata: all'Olimpico può essere un'altra storia.
Cosa non va - L'1-0 per l'Arsenal maturato a Londra è un risultato "ribaltabile", ma comunque insidioso. Il problema più grosso, però, è l'infermeria: ci sono giocatori di classe che proveranno a scendere in campo in condizioni imperfette (Totti, Juan, Aquilani, Pizarro), ma anche indisponibili sicuri (Cassetti, Cicinho, Perrotta). E la squalifica di De Rossi peserà come un macigno.
L'uomo in più - Vucinic. Il montenegrino si è lasciato alle spalle i guai fisici e ha i mezzi tecnici per mettere in difficoltà la difesa dei Gunners. In un tridente, in appoggio a Totti o anche da prima punta, il suo contributo può essere determinante.
ARSENAL
Cosa va - Il gioco dei Gunners è spettacolare: veloce, tecnico, preciso nei movimenti. Lo si è visto anche nella gara d'andata, in cui la Roma è stata soverchiata. La qualità dei giovani di Wenger è altissima e i recuperi di Walcott ed Eduardo aggiungono soluzioni a un attacco che non sempre concretizza le mille occasioni create. In più, l'Arsenal è una squadra già matura a livello internazionale: difficilmente si scioglierà col calore dei tifosi giallorossi.
Cosa non va - L'unico, vero problema, finora, è stata la cronica difficoltà a "buttarla dentro". L'Arsenal ha talento da vendere e gioca meravigliosamente, ma in molte gare ha sprecato tantissimo. L'assenza di un uomo-gol come Adebayor non è trascurabile. I londinesi avrebbero potuto e dovuto chiudere i conti nella partita d'andata, dominata in lungo e in largo. Non l'hanno fatto e rischiano di pagarla cara.
L'uomo in più - Nasri. La posizione del francese, due settimane fa, si è rivelata un rebus irrisolvibile per i giallorossi. Insieme a Van Persie, con cui ha grande intesa, è il giocatore che apre la difesa avversaria e che sa creare la superiorità numerica saltando l'uomo.
LA CHIAVE - L'Arsenal giocherà una partita leggermente più prudente rispetto all'andata: non rinuncerà ad attaccare perché non è nello stile di questa squadra, ma aggredirà un po' meno. La questione principale è capire come farà il centrocampo romanista, privo di De Rossi, a non farsi travolgere da quello dei Gunners, già superiore all'Emirates Stadium.
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