Non sono davvero giorni ordinari quelli che attendono giocatori e dirigenti della Juventus. Oggi a Torino arriva il Chelsea, domani sarà la volta di José Segui, l’agente Fifa a cui il duo Blanc- Secco si appoggia per molte operazioni di mercato, soprattutto in terra di Spagna (ma non solo). Segui in questo periodo è chiamato a propiziare un terzo arrivo, quello di David Silva in bianconero. Presente e futuro dunque si intrecciano, all’insegna di una ritrovata grandeur.
COME UN SALOON - Aveva destato qualche perplessità la scelta di Roman Abramovich di affidarsi a un allenatore con la scadenza, neanche fosse uno yogurt. Invece Guus Hiddink, anche lui un tipo fuori dall’ordinario, è riuscito a ricompattare uno spogliatoio che prima del suo arrivo aveva preso le sembianze di un saloon (molte bevute e qualche scazzottata). Cinque vittorie in altrettanti match sono il segnale che molto è cambiato rispetto al giorno del sorteggio e d’altronde la Juve se n’è accorta da sola a Stamford Bridge. Però il monito di Jonathan Zebina («Passeremo il turno, a patto di non avere complessi d’inferiorità») è un ottimo manifesto d’intenzioni. E per allontanare eventuali cattivi pensieri è sufficiente riandare alle vigilie delle sfide con Zenit e Real Madrid, accompagnate da molti timori e relative certezze.
CORSA AD HANDICAP - L’approccio alla partita non sarà un problema, ne siamo certi. La stanchezza che accompagna alcuni elementi della rosa bianconera potrebbe esserlo, ma non è che al Chelsea abbiano giocato poco. Quanto agli infortuni, alla Juve faranno bene a interrogarsi su quanto è avvenuto nell’attuale stagione, ma in un altro momento. L’unico reale, tangibile handicap per Del Piero e compagni è quello schiaffo subito al 12’ del match di andata da Didier Drogba. Non è poco, ma in casa bianconera abbondano i precedenti di rimonte (gli ultimi tre confronti a eliminazione diretta con il Real ad esempio), quindi pensare positivo non è solo consigliabile, ma anche giustificato.
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