Gli errori di De Laurentis

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:25

Da fenomeno passi ad incompetente, da mago diventi burattino, da salvatore della Patria ti trasformi in causa di tutti i mali. E' bello il mondo del calcio, perché mutevole. Napoli è di mille colori, ma soprattutto di mille opinioni. Ho seguito attentamente la settimana della prima rivoluzione partenopea di De Laurentiis, sebbene ci abbia capito poco, non trovo molte spiegazioni al cambio di strategia. Quando interviene un Presidente, a scavalcare il proprio Direttore Generale, significa che presto l'acqua inonderà la barca. Dopo 5 anni, saluti e baci ad Edy Reja che aveva contribuito alla rinascita del Napoli. Un po' di delicatezza a De Laurentiis era richiesta. Sgradevole la proposta al tecnico goriziano, in conferenza stampa seduto al fianco di Donadoni, di affidargli in futuro il settore giovanile. Qualcuno spieghi al Presidente che gli allenatori non sono attori, ai quali basta dare un copione per ottenere quel che si vuole. Il calcio è diverso dal cinema e se finora il Napoli ha bruciato mille tappe, lo deve proprio ad Aurelio De Laurentiis che si limitava ad andare la domenica allo stadio. Bei tempi, Presidente, torni ad occuparsi di calcio un giorno alla settimana. Los Angeles ha bisogno di lei.
Il senso di questo articolo è una lettera aperta al Direttore Pierpaolo Marino, prima osannato e poi contestato.
Una domanda l'avrei posta volentieri a coloro che hanno esposto gli striscioni in Curva durante la gara con la Lazio e a chi ha sprecato energie a contestare anziché a sostenere una squadra in difficoltà. Caro Pierpaolo, forse il tuo tempo a Napoli è finito perché c'è chi probabilmente rimpiange i Naldi o i Ferlaino, ultima gestione. Due promozioni in 5 anni, un ritorno in Europa dopo 14 non bastano ad una piazza che ha dimenticato di aver toccato il fondo. Corvino a Firenze, Marino a Napoli, Marotta alla Sampdoria: piuttosto che tenerseli stretti stanno facendo di tutto affinché questi tre protagonisti del mercato si stufino. Attenzione, perché le big italiane presto potrebbero ricorrere proprio alla loro esperienza, se consideriamo i continui flop estivi di Milan, Inter e Juventus.
Caro Pierpaolo, correggimi se sbaglio: Donadoni non è una tua scelta. Perché non è l'allenatore che avevi in mente per il futuro del Napoli (poca esperienza e valore triplicato solo grazie alla parentesi della Nazionale voluta dall'amico Albertini). Perché non rientra nei tuoi piani "silurare" un allenatore a trequarti di stagione e rischiare di bruciare un altro, con due anni e mezzo di contratto. Ebbene sì, Donadoni può solo perderci. Motivi semplici: sale su una giostra già in azione, con una squadra che non corre più ed uno spogliatoio in frantumi. Non sarebbe stato il caso di ripartire a fine anno da zero, ringraziando Reja e costruendo una squadra su misura per il nuovo allenatore? Napoli, piazza difficile quanto spettacolare, esigente quanto passionale. Se sbagli, però, non perdona. La verità è che Reja andava "ringraziato" a giugno scorso. Oggi Marino si è visto "scavalcare" da De Laurentiis che, a sua insaputa, aveva già da tempo contatti con Donadoni. Sbaglia solo chi non lavora, si dice solitamente. E' anche il caso di Marino che dopo aver indovinato quasi tutto sul mercato (Hamsik, Lavezzi, Gargano, Maggio, Santacroce) ha "toppato" in tre circostanze (Denis, sopravvalutato, Navarro, inadeguato, e Datolo, acerbo). Oggi Napoli si guarda allo specchio per capire cosa vorrà fare da grande, ma soprattutto di chi ha bisogno per tornare grande.
Caro Pierpaolo, sei sicuro che il posto giusto per te sia ancora lì? 
Fonte Michele Criscitiello