Napoli: tecnico e società, due mondi diversi

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:32

Tutto troppo scontato, troppo facile da preconizzare, conoscendo bene il nostro campionato e le rose che lo compongono ma soprattutto il nozionismo tattico elementare di Edy Reja. Tutto troppo scontato, forse anche banale, valutando le contraddizioni emerse tra proprietà ed allenatore nelle due fasi di calciomercato: avevo sempre sostenuto che la qualificazione alla Champions League poteva essere al massimo un dolce sogno, ma sinceramente non mi sarei neppure aspettato che l'aggancio alla zona Uefa potesse diventare un incubo. Un punto nelle ultime 5 gare, a Palermo il Napoli ha rimediato il suo settimo ko consecutivo lontano da casa (come 73 anni fa): con quella subita al Barbera, siamo al dodicesimo stop nelle ultime 16 gare esterne, senza contare che nelle ultime 12 partite di campionato, gli Azzurri hanno colezionato la miseria di 11 punti. Il Napoli mi ricorda l'atteggiamento dei sadomasochisti, che amano farsi male da soli: Reja è nel mirino della critica per aver cambiato il modulo nella gara più delicata, lo scontro diretto contro il Palermo di Ballardini.

Il problema comunque non è che Reja non abbia cambiato modulo, come anzi io ho più volte chiesto da queste colonne, ma il fatto che la decisione non sia stata presa per una precisa scelta tattica, quanto piuttosto per le palesi scelte societarie, dettate ad esempio dall'arrivo di Datolo. L'argentino è una pedina inadatta al 3-5.2, ma per una squadra che cambia il modulo in corsa, come insegnano i grandi saggi della panchina, sarebbe stato più semplce un 4-4-2, che permette copertura su tutti i fronti e non richiede grandissima applicazione nel metabolizzarlo al contrario di tutti gli altri schemi. Nel 4-3-1-2 improvvisato ieri, sono fondamentali i movimenti degli esterni, i quali, alzandosi o abbassandosi, determinano la superiorità numerica o la parità numerica in alcune zone del campo: se Hamsik poi viene impiegato sulla trequarti, e con due punte, i tre di centrocampo dovranno essere bravi anche nella fase di contrasto e dunque non mi spiego la presenza di Bogliacino.
Se 4-3-1-2 doveva essere allora, sarebbe stato più indicato Pazienza, per cercare di dare più copertura nella fase di non possesso palla, dato che un pareggio in Sicilia sarebbe andato benone: come terzino destro, poi, è stato schierato Maggio, che da tempo ha ben altre caratteristiche e che si è visto così limitare il raggio d'azione. Santacroce, unico velocista nella difesa del Napoli, avrebbe potuto contenere meglio Miccoli in mezzo, cosa che i vari Cannavaro, Contini e Aronica non hanno mai saputo fare. Sui cambi poi meglio stendere un velo pietoso: perchè buttare dentro Pazienza per Hamsik, confermando la scelta insulsa di Bogliacino, con un calcio alla logica. Lo slovacco, come spesso accade per Kakà per il Milan, Del Piero per la Juve ed eccetera, avrebbe potuto inventare la giocata restando nonostante la prova incostante, cosa che il sopravvalutato e modesto Bogliacino non avrebbe potuto fare. E poi, perché Pià viene preferito al povero Russotto per la panchina? Da tutto ciò si evince solo una cosa: il Napoli quando fa mercato non tiene conto delle esigenze dell'allenatore. Abbiamo rivissuto lo stesso copione di 12 mesi prima, quando fu imposto l'arrivo di Mannini e Reja fu costretto in fretta e furia a schierare un 4-3-3 con l'Empoli. Poi si tornò al 3-5-2, con Mannini esterno, poi Maggio e Mannini a sinistra fuori ruolo. Con Datolo poi abbiamo completato il tris: è un giocatore prettamente offensivo, e visto l'investimento, il Napoli sarà obbligato ad adattare alle sue esigenze lo schema della squadra. Mi sovviene un pensiero, un flash di gennaio 2007, quando fu offerto al Napoli Federico Balzaretti: abbiamo appurato nell'ultima gara quanto sarebbe stato utile un giocatore simile, terzino sinistra ma bravo a riciclarsi a destra, poliedrico e ricco di forza. Ma perchè i giocatori vengono acquistati per stravolgere un impianto consolidato, anziché ad hoc per il modulo prestabilito? Certo con un allenatore diverso sarebbe anche stata possibile una squadra poliedrica e camaleontica, ma conoscendo le caratteristiche di Reja non mi sembra una grande idea.
Questo modulo ad esempio in carriera lo ha già usato a Vicenza com Zauli trequartista, ma lo spiegò dal ritiro, non da gennaio. La seconda considerazione invece è sui cambi a disposizione di Reja, per cui vanno rimarcate le davvero modeste alternative a sua disposizione: basta confrontare ad esempio il fatto che a Ballardini mancassero Carrozzieri e Liverani, eppure Ballardini ha potuto schierare ugualmente gente valida, adatta alla serie A. Riprendo allora il discorso fatto nel primo editoriale della stagione: l'ultima campagna acquisti non ha rinforzato il Napoli, perchè mancano una punta, un centrocampista ed un difensore di grande livello per non finire a rischiare un ottavo posto, al momento concreto per i Partenopei. Ebbene alcuni lettori mi scrissero critici quel giorno, ma oggi sarei davvero curioso di capire il parere di quei pochi: chi vuol bene al Napoli, ed io tra questi, non deve sempre dargli ragione, ma dargli anche essere duro per aiutarlo a crescere. Perché Denis e non Floccari, data l'impossibilità (presunta) di arrivare a Milito? Perché Gargano e non Cigarini? Ma soprattutto perché ancora Reja e non un tecnico emergente? Con tutta probabilità si ripartirà con un nuovo allenatore quet'estate, ma avranno sprecato una stagione. Il calcio italiano intanto sta mettendo in mostra nuovi tecnicidavvero iinteressanti, nomi sulla bocca di tutti, ed a riguardo consiglio ai tifosi del Napoli di godersi il secondo tempo di Sampdoria-Siena, o il primo tempo di Fiorentina-Lazio. Marco Giampaolo e Delio Rossi, ma anche Massimiliano Allegri o Antonio Conte, non sarebbero un salto nel vuoto per un club che deve ancora crescere. Sbagliare è umano, ma l'importante è non perseverare, riconoscendo con umiltà i propri errori senza censurare scomode verità. Il settimo posto è ancora alla portata: andranno sfruttate le gare interne con Bologna e Genoa, con i felsinei particolarmente alla portata. Ma ora è tempo di cambiare registro: sperando che Jesus Datolo valga davvero i sacrifici economici e tattici che la società ha fatto per lui...



Fonte Ciro Venerato per Tutto Mercato Web