L'Inter è sempre padrona

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 08:56

Ogni settimana cerchiamo di disegnare in questo spazio quello che il calcio italiano ci racconta giornata dopo giornata, forse però ci sfugge che in fin dei conti è sempre la solita storia: si cerca una trama complicata, si arredano un po' i discorsi, ma alla fine cosa ci ritroviamo davanti? L'Inter che domina, le altre che si illudono a turno, che arrancano a turno, che si affibiano il platonico titolo di "anti-Inter", ma sempre senza mai preoccupare più di tanto il popolo nerazzurro che osserva, ride e gongola.

Questa giornata perde praticamente d'interesse (o quasi) già il sabato pomeriggio quando la ormai nota "Special-band" fa un sol boccone di un troppo arrendevole Lecce. Però vedere le giocate di Ibrahimovic, Figo e Stankovic è un piacere per l'occhio dell'amante del calcio. Peccato che ci pensi Mourinho a far diventare meno anonima del dovuto questa partita: l'inutile lamentela verso l'arbitro a fine partita poteva essere tranquillamente evitata, soprattutto considerando che lui, da quando è arrivato in Italia, non ha fatto altro che lamentarsi dell'eccessiva attenzione che qui diamo alla moviola. In un ambiente già avvelenato, non è questo atteggiamento che aiuta a stemperare gli animi.

Se Mourinho si sente autorizzato a dire certe cose, Ancelotti dopo la fine della sua partita avrebbe potuto tranquillamente assalire l'arbitro per quanto visto a S.Siro.
Il Milan infastidito dall'eccessivo agonismo della Reggina non è riuscito a portare a casa l'intera posta in palio, si è visto annullare un gol identico a quello convalidato ieri al Siena, e la prossima settimana dovrà fare a meno di Kakà nel derby per un problema ad una caviglia probabilmente dovuto all'agonismo mostrato dai giocatori calabresi durante i 90 minuti. Naturalmente tutto ciò non può essere un alibi, una squadra che ambisce a vincere lo scudetto, partite del genere le deve portare in porto. Invece il Milan non è la prima partita contro squadre di bassa classifica in cui perde punti importanti, quegli 8 punti che domenica lo porteranno alla sfida con l'Inter considerandola l'ultima spiaggia: se il Milan non vince, l'Inter si cuce addosso già mezzo scudetto.

Torna alla vittoria invece la Juve, e decide di farlo nel modo più particolare possibile: in 10 per tutta la partita, soffrendo, con qualche decisione arbitrale discutibile, ma soprattutto grazie ad uno dai piedi di legno criticato da ancora prima che vestisse la maglia della Juventus. Dimenticavamo il nome, Poulsen, l'uomo dello sputo di Totti, letale come un Amauri, roba da non credere.
Zenga si chiederà di quale male si è macchiato per meritarsi una scena da teatro dell'assurdo come questa di Poulsen goleador decisivo, magari quando si ritroverà Terlizzi in allenamento verrà investito da un fascio di luce che gli schiarirà le idee. Ranieri ringrazia, la Juve si fa la seconda puntura di fiducia della settimana dopo la vittoria ai rigori sul Napoli in Coppa Italia, e domenica proverà a sbrigare il proprio compito per arrivare a sedersi comodamente in poltrona e gustarsi il posticipo per capire se veramente è finita l'ora di sognare, o se c'è ancora qualche ora di sonno a disposizione.

Nel frattempo dietro continuano a correre come le matte Roma e Fiorentina.
Totti e compagni, nell'inedita sfida Champions col Genoa, hanno fatto vedere di che pasta sono fatti: come già detto nelle passate settimane, più passa il tempo, più cresce il rammarico per quella che sarebbe dovuta essere la vera realtà di questa squadra senza quelle sciagure di inizio stagione. E' però importante arrivare in questo periodo in forma, l'Arsenal senza Fabregas e probabilmente orfana di Adebayor fa meno paura di quel pomeriggio in cui l'urna decise l'accoppiamento di Champions.
La Fiorentina invece resiste bene alla Lazio perchè ha un portiere che probabilmente è secondo solo a Buffon, e soprattutto un attacco da far invidia a parecchie compagini: Mutu è un misto di fantasia e potere che fa paura, Gilardino è una macchina da reti che non conosce pause.
La lunga volata per l'Europa che conta è appena iniziata, e comunque il Genoa non è da escludere a priori esclusivamente perchè ha meno blasone delle avversarie, o perchè oggi ha perso con la Roma.

Da questa corsa a cui pareva poter partecipare, è uscito invece probabilmente in maniera definitiva il Napoli. Malato di "trasfertite", aveva illuso i suoi tifosi con la prestazione di Torino in Coppa Italia, per poi ricadere a Palermo sotto i colpi di un pazzesco Fabrizio Miccoli.
Poi magari in settimana Reja spiegherà a Blasi che Cavani e Succi non sono giocatori del Napoli, o più semplicemente che lo stesso Blasi non è un giocatore del Palermo.
O succede qualcosa all'ombra del Vesuvio, o a fine anno Lavezzi e Hamsik scappano via.

Dietro è la solita storia, forse avevamo escluso troppo presto Sampdoria e Siena dalla lotta, ma le quattro maggiori indiziate restano le solite. Si accettano sempre scommesse.

Ed ora aspettiamo domenica per capire se è arrivata l'ora di andare tutti sotto la doccia o meno...



Fonte Fabio Mauro Giambò per Fantagazzetta.it