L’Inter comincia a lavorare per il futuro. Nel mirino ci sono i due gioielli del Werder Brema: Diego e Mesut Ozil. Gironcino e andata degli ottavi di Champions hanno confermato che serve qualità per primeggiare anche in Europa. Piedi buoni che mancano soprattutto a centrocampo, dove José Mourinho ha via via lasciato per strada i vari Quaresma, Jimenez e Mancini (investimenti da complessivi 50 milioni di euro circa) puntando sui muscoli e la corsa dei vari Zanetti, Cambiasso, Muntari e Stankovic, con i jolly Chivu e Burdisso (di professione difensori) prime alternative in un reparto spesso orfano dello sfortunatissimo Patrick Vieira.
Particolarmente sorprendente la bocciatura di Luis Jimenez, per il quale Mourinho aveva speso parole di grande stima almeno fino ad autunno inoltrato. Giocatore completo, il Maghetto sembrava poter trovare maggior spazio in virtù della sua duttilità tattica: trequartista naturale, ha infatti dimostrato di sapersi muovere molto bene anche come interno sia in nel "rombo" che nel 4-3-3. Ha perso il primo treno per colpa di un grave infortunio muscolare e il secondo per le deludenti prestazioni contro il Siena (20 dicembre scorso) e il Genoa (13 gennaio, ottavi di Coppa Italia): non a caso le ultime due apparizioni ufficiali del Maghetto, al quale non mancano però gli alibi. La società crede molto nel ragazzo di Santiago del Cile (spesi 7 milioni per la metà del cartellino!), bisogna ora capire le intenzioni di Mourinho. Normale che nel frattempo gli uomini mercato di Moratti sondino altre piste per ringiovanire e completare tecnicamente un reparto di centrocampo oggi più muscoli che genio. E giovedì scorso, a San Siro, gli 007 di Palazzo Durini hanno studiato con molta attenzione la partita del Werder Brema e in particolare di Diego Ribas da Cunha e Mesut Ozil. Segni particolari: piedi raffinati, raffinatissimi. Diego non è un nome nuovo del mercato. Nel 2002, appena 17enne, assieme a Robinho ed Elano riportò ai massimi livelli internazionali un Santos caduto di fatto nell’anonimato dopo il ritiro di Pelé. Fu proposto proprio a Massimo Moratti, ma finì al Porto prima e al Werder Brema poi. A frenare all’epoca Palazzo Durini, forse, l’interpretazione troppo brasiliana del ruolo di trequartista — scarsa propensione ad aiutare il centrocampo — e la fama di giocatore poco continuo. Le ultime due stagioni hanno però spazzato molti luoghi comuni nati attorno a questo talento purissimo, 24 anni proprio oggi. Se ne è accorta anche l’Inter, che sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione di Diego, non più genio fine a se stesso, ma trequartista moderno: corsa, intensità, fisico e piedi buoni. È piaciuto nel doppio confronto con i nerazzurri, ha stregato un po’ tutti contro il Milan. Moratti si starebbe convincendo a dare il via a un’operazione da circa 20 milioni di euro, quelli che non sembra disposta a sborsare la Juventus, pure lei sulle tracce del nazionale brasiliano con passaporto italiano. Non trascurabile, infine, la pista che porta a Mesut Ozil, classe 1988, talentino di origine turca (ma nato a Gelsenkirchen), che aveva destato l’interesse dell’Inter a dicembre, nell’ultima gara del girone di qualificazione di Champions. Punto fermo dell’under 21 tedesca, è però già nel mirino della nazionale maggiore. Esterno mancino di grande qualità, vanta 42 presenze in Bundesliga, fra Schalke 04 e Werder Brema. Fonte La Gazzetta dello Sport
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