Il Milan sfoglia la margherita: Kakà si, Kakà no!
Diciamocelo chiaramente: un’offerta così avrebbe fatto tentennare chiunque. Stiamo parlando di 230 milioni di euro ( 150 al Milan e 80 al giocatore ), non proprio briciole. E non ci affrettiamo a dire che ormai il Milan è una squadra ridimensionata solo perchè cede (?) il miglior giocatore della sua squadra:
di fronte alla potenza economica degli sceicchi di Manchester, qualsiasi squadra ne uscirebbe ridimensionata. Ricordiamoci che la scorsa estate anche il Real Madrid ha ceduto di fronte ad un’offerta di 40 milioni per Robinho, che non è proprio Kakà, ma di certo non è l’ultimo arrivato. Molti tireranno fuori la questione che la Juventus ha rifiutato un’offerta di 75 milioni per Buffon, è vero, ma stiamo parlando della metà della cifra offerta per Kakà. Al di là di questo, la cessione del calciatore brasiliano non sembra così scontata: Kakà non vede di buon grado un trasferimento a Manchester; la sua intenzione è quella di restare a Milano, ma, nel caso in cui i rossoneri decidessero di cederlo, allora la sua preferenza cadrebbe sul Real Madrid.
IL NUOVO MANCHESTER CITY - In Inghilterra danno l’affare già per concluso e il quotidiano Guardian si è divertito ad ipotizzare la possibile formazione dei Citizens con l’arrivo di Kakà: Hart; Zabaleta, Dunne, Richards, Bridge; Ireland, Kompany; Wright-Philips, Kakà, Robinho; Santa Cruz. Non proprio una squadra imbattibile! Kakà ci penserà bene prima di smettere di giocare con i vari Ronaldinho, Seedorf, Pirlo per andare a giocare con Santa Cruz, Zabaleta e Ireland.
Il Chelsea, Drogba e la crisi del quinto anno
L’apice di questa crisi si è avuta ieri, quando il tecnido dei Blues Scolari non ha convocato l’attaccante ivoriano per la partita di FA Cup contro il Southend ( poi vinta 4 a 1 ): “Tutti i giocatori hanno avuto le loro chance, ora ho bisogno di risposte concrete da parte di tutti”, queste le dichiarazioni del tecnico brasiliano. La mancata convocazione sa un pò di punizione verso l’attaccante, dopo l’opaca prestazione contro il Manchester United, sfida in cui il Chelsea è uscito sconfitto per 3 a 0. Dicevamo, quindi, di un rapporto oramai incrinato e difficilmente risolvibile, rapporto che ha avuto ulteriori problemi dopo l’arrivo di Scolari sulla panchina della squadra del patron Abramovich. L’ipotesi di una cessione non è molto remota e, ovviamente, l’Inter segue con grande interesse l’evolversi della situazione, cercando di sfruttare il momento no dell’attaccante per portarlo a Milano. Certo che una coppia d’attacco Drogba - Ibrahimovic stuzzicherebbe le voglie di molti…
Un’altra ipotesi per risolvere la situazione è quella di sollevare dall’incarico di manager, Scolari. Se questa possibilità dovesse concretizzarsi, sulla panchina del Chelsea si siederebbe Roberto Mancini, alla ricerca della riscossa personale dopo essere stato abbandonato dall’Inter. È facile intuire che, con l’arrivo di Mancini a Londra, il trasferimento di Drogba ai nerazzurri diventerebbe impossibile.
Il nuovo film bianconero: “Il dopo Nedved”
Giugno 2009: ci sarà la proiezione di un nuovo film, prodotto esclusivamente per i tifosi bianconeri. Il dopo Nedved, questo il titolo del film, vedrà come protagonista il biondo ceco della Juventus insieme ad almeno altri 3 personaggi candidati alla sua sostituzione, e come registi il duo Secco - Blanc (che non sono proprio come Stanley Kubrick e Steven Spielberg) coadiuvati da Claudio Ranieri.
Lasciando stare i paragoni e le pellicole cinematografiche, in casa bianconera si lavora sul mercato in cerca di un sostituto di Pavel Nedved che il prossimo anno dovrebbe chiudere col calcio giocato. Al momento, i nomi più gettonati sono 3: Diego del Werder Brema, Renato Augusto del Bayer Leverkusen (seguito anche dalla Roma) e Florent Malouda del Chelsea (prossimo avversario dei bianconeri). Il più vicino e anche il più propenso a trasferirsi a Torino è il brasiliano Diego che ha già manifestato ampiamente la sua disponibilità e la sua gratitudine ad un eventuale cambio di maglia: dall’arancioverde del Werder al bianconero della Vecchia Signora. Il meno convinto dell’operazione è Claudio Ranieri che, con l’arrivo di Diego, si troverebbe costretto a dover cambiare modulo, vista l’inadattabilità del fantasista al ruolo di esterno sinistro e vista la poca propensione dello stesso alla manovra difensiva.
ALTRE OPERAZIONI DI MERCATO - I bianconeri lavorano anche per l’acquisto di un giovane terzino da far crescere e maturare alle spalle dei vari Grygera e Zebina: si tratta di Lorenzo De Silvestri della Lazio, che quest’anno gioca poco, vittima dell’esplosione dello svizzero Lichtsteiner. Anche per questa operazione ci si muove in ottica estiva, e potrebbe concludersi positivamente soprattutto se il nazionale under 21 dovesse continuare a trovare poco spazio.
Le pagelle della diciottesima giornata
GENOA 8,5 - Reginetta della prima giornata del 2009, perché per la seconda gara consecutiva non prende gol e ne segna tre contro il Torino sempre con marcatori diversi, senza Milito. Ma soprattutto è l'unica squadra tra le prime sei che riesce a coniugare gioco e risultati. E allora complimenti doppi a Gasperini, anche perché non si lamenta delle assenze come Mourinho che sfiderà domani in Coppa Italia.
CAGLIARI 7,5 - Secondo posto ancora rossoblu, con un voto altissimo per come gioca e per come riesce a mettere in difficoltà l'Inter, riaprendo indirettamente il campionato. E il fatto che non avesse la coppia centrale di difensori titolari (Bianco e Lopez) è un ulteriore merito del bravissimo Allegri, che Cellino ha coraggiosamente confermato dopo le cinque sconfitte iniziali.
LECCE 7 - La più bella sorpresa della giornata. Non aveva mai vinto in trasferta e lo fa sul campo della Fiorentina che non aveva mai perso in casa. Si può discutere sulla regolarità del gol della vittoria di Castillo, ma non sul sorpasso al Torino e al Bologna che vale il quintultimo posto.
JUVENTUS 6,5 - Non brilla a livello di gioco, come riconosce con la consueta onestà Ranieri, ma la punizione di Del Piero è un gioiello che da solo vale i tre punti per la quinta gara consecutiva. E la capacità di soffrire nel finale è il marchio che distingue le grandi squadre, come insegnava Capello. In attesa dei ritorni di Buffon, Camoranesi e Trezeguet, la Juventus si conferma così l'unica alternativa all'Inter.
SIENA 6,5 - Non meriterebbe di perdere contro la Juventus, come non meritava di perdere contro l'Inter. Ma stavolta non deve prendersela né con l'arbitro, né con gli assistenti, perché l'unico (grave) limite di questo bel Siena è l'attacco che ha realizzato 13 gol, soltanto 3 più del Chievo che ha segnato meno di tutti.
LAZIO 6,5 - Va in svantaggio a Reggio Calabria, poi ribalta la partita e anche se incassa 2 gol alla fine ne fa uno di più, ritrovando il miglior Pandev, autore di una splendida tripletta. Quarta vittoria esterna e domenica proverà a fermare la Juve a Roma.
PALERMO 6,5 - Sembra in grado di stravincere dopo essersi portato sul 2-0 contro l'Atalanta. Poi si fa raggiungere, ma ha il merito di trovare il guizzo finale con un bel gol di Cavani, difeso dalle grandi parate di Amelia. Una dimostrazione di carattere, dopo l'uscita di Miccoli infortunato.
ATALANTA 6 - Regala un tempo al Palermo con un Vieri impresentabile, che toglie spazio al bravissimo Floccari. Poi dopo l'intervallo esce il fantasma dell'ex centravanti e con Cigarini si vede un'altra Atalanta, brava a portarsi sul 2-2 ma colpevolmente distratta sul gol di Cavani che la beffa nel finale.
CATANIA 6 - Ancora sconfitto in trasferta, ma a testa altissima. Frenato allo scadere del primo tempo quando la mancanza di buon senso dell'arbitro nega a Morimoto il gol dell'1-0, cede soltanto nel finale sconfitto da un tocco di Maggio.
CHIEVO 6 - Piccoli segnali di ripresa. A Bologna va in vantaggio con Pellissier, poi si fa subito raggiungere su rigore, ma se non altro riesce a difendere un pareggio da non disprezzare.
MILAN 6 - Il voto è la media tra ciò che promette con la splendida doppietta di Pato e ciò che non mantiene con la solita difesa ballerina, la peggiore (20 gol subiti) delle prime sei squadre. Anche se la colpa non è soltanto dei difensori, ma della mancanza di equilibrio tattico della squadra. La conferma che non bastano i grandi nomi, da Ronaldinho all'ultimo arrivato Beckham, per fare una grande squadra.
NAPOLI 6 - Sufficiente soltanto per la rabbia con cui insegue e ottiene una vittoria importantissima contro il Catania, che gli consente di scavalcare la Fiorentina, tornando al quarto posto. E stavolta l'uomo gol non è Lavezzi, ma il preziosissimo Maggio.
ROMA 6 - Come per il Milan, il voto è una media tra ciò che crea e ciò che spreca. Perché la Roma ha il merito di andare in vantaggio con Vucinic, ma poi spalanca la porta a un grande Pato riacciuffando soltanto nel finale il pareggio che la lascia a meno 9 dal quarto posto.
BOLOGNA 5,5 - Ottava gara senza sconfitte per Mihajlovic, ma continuando a pareggiare non ci si salva. E così l'1-1 casalingo contro la cenerentola Chievo è un risultato negativo. Unica consolazione il trono di capocannoniere di Di Vaio che trasforma il rigore e sale da solo a quota 13.
FIORENTINA 5 - Sconfitta per la prima volta in casa, contro il piccolo Lecce, viene scavalcata dal Napoli e raggiunta dal Genoa, ma soprattutto perde Mutu. E' vero che il gol dell'1-2 è in sospetto fuorigioco, ma è anche vero che poi Semioli sbaglia la conclusione del 2-2.
INTER 5 - Non perde, ma esce moralmente sconfitta dall'1-1 casalingo contro il Cagliari. Le assenze di Maicon e Stankovic non bastano per giustificare la mancanza di gioco di una squadra squilibrata nel finale, graziata dai clamorosi errori di Biondini, Acquafresca e Cossu. E siccome aveva deluso anche a Siena, è il caso di preoccuparsi, perché la Juventus si è avvicinata a meno 4.
SAMPDORIA 5 - Altra gara anonima di un campionato anonimo. Delvecchio segna il gol del vantaggio, ma poi si fa raggiungere dall'Udinese. L'ennesima conferma che Cassano da solo non basta.
UDINESE 5 - Un punticino casalingo contro la Sampdoria con tanti fischi di un pubblico giustamente deluso. E con questa sono 9 le gare senza vittorie, con appena 3 pareggi. Una retromarcia che porta alla lotta per salvarsi, non a quella per un posto in Europa.
REGGINA 4,5 - Ha il merito di andare in vantaggio, con il rigore trasformato da Corradi, poi però incassa tre reti che riportano la media a 2 gol esatti incassati a partita: 36 in 18 gare. E con una difesa simile si va dritti in B, a prescindere dal nome dell'allenatore.
TORINO 4 - Maglia nerissima, non granata, e la colpa non può essere di Novellino, tornato a guidare una squadra sopravvalutata che sul campo del Genoa incassa tre gol di testa, due su calcio d'angolo. Settima sconfitta in trasferta, dove ha ottenuto soltanto due pareggi. Cifre da retrocessione. O quasi.
Fonte: Alberto Cerruti per la Gazzetta dello Sport