Prendi uno, chiedi tre: perché lì, in quella gioielleria, c’è talento vero, costoso, ma autentico. Napoli- Udine è la rotta del giorno, il sentiero della felicità battuto da Aurelio De Laurentiis e da Pierpaolo Marino per imprimere una svolta decisa al progetto, per arricchire d’ulteriore materia grigia un’ossatura incrinatasi in quattro terribili, inconcepibili mesi, però puntellata qua e là di esuberanza, vitalità e piedi buoni. Napoli- Udine è l’asse intorno al quale muove il mercato ed è un caveau nel quale andare a pescare a piene mani, sapendo di cogliere comunque gioiellini a diciotto carati. Napoli chiama Udine e lo rifà dopo aver ottenuto Fabio Quagliarella, sedici milioni di euro e l’altrà metà di Domizzi, prima di sedersi di nuovo intorno al tavolo e lanciarla lì, senza bluffare, ma aspettando, come al tavolo di poker, eventuali rilanci: ma Di Natale ( 32) si vende? E Zapata ( 23) è accessibile? E’ cominciata mica per gioco ed è rimasta lì, sul panno verde, aspettando mosse e contromosse, ma a carte scoperte, con un bel pacco di euro da quantificare e scambi da verificare.
TRATTIAMO - Di Natale e Zapata rappresentano il nuovo che avanza nelle strategie d’un mercato che il Napoli ha deciso di griffare, verniciandolo d’azzurro, e procedendo con mosse sontuose per l’allestimento della squadra. Di Natale è il partner ideale di Fabio Quagliarella, il genio imprevedibile da abbinare al bomber ma da affiaccare anche a Lavezzi, riemerso dalle brume d’un intrigo internazionale e ricondotto dagli eventi verso il san Paolo; e poi c’è Zapata, colombiano, il difensore di spessore reclamato da Donadoni e individuato a fari spenti da Marino. Discussione avviata in presenza di un book di calciatori da offrire come parziale contropartita e che comprende Santacroce e Mannini, in aggiunta ai danari.
TOTO’ E ZAPATA - Di Natale è l’oggetto del desiderio di Pierpaolo Marino, Di Natale è una delle prime scommesse in Nazionale di Roberto Donadoni, Di Natale è l’estro allo stato puro per accelerare e facilitare il decollo, Di Natale è considerato il calcio da offrire al san Paolo a intregazione di quanto già posseduto; e Zapata è fisicità, è il futuro, è un irrobustimento del settore difensivo, l’unico innesto d’un reparto apprezzato dal tecnico e che può avere in Santacroce un elemento destinato all’addio, avendo l’italo- brasiliano anche altrove estimatori. Napoli e Udinese sono semplicemente ai preliminari di una vicenda che ha bisogno di tempo, molto tempo, ma che i connotati dell’autentico ( doppio) colpo d’un mercato sfavillante.
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