Va bene: è stato un grande show, degno di un fuoriclasse, forse il più bel monologo di calcio visto dai tempi del Trap e di Strunz. Solo che questo era in italiano e ha causato uno sconquasso tale che le parole di Mourinho lasciano ferite che fanno male e scatenano una guerra verbale tra l'Inter, la squadra che sta dominando il campionato, e le altre big del calcio italiano - Juventus, Roma e Milan - coalizzate contro
l'usurpatrice, accusata di godere di favori arbitrali in abbondanza. L'ultimo, il rigore dato a Balotelli in Inter-Roma domenica sera. Accuse che Mourinho ha rovesciato decuplicate sulle avversarie. Tre contro uno e viceversa: anche questo fa parte dello show.
Detto questo, qualcuno questa corrida dovrà pure fermarla, altrimenti al prossimo Juventus-Inter possiamo pure prenderci direttamente a sganassoni avendo ormai finito le parole. E' stata una polemica, questa, andata troppo oltre. Anzi più che una polemica un duello da strada, senza regole, una zuffa da campionato di periferia.
C'è modo e modo, anche per protestare. E' andato oltre Spalletti - squalificato tra l'altro dal giudice per aver insultato il quarto uomo di Inter-Roma - con un linguaggio che è stato manna per la diretta tv: ''Prese per il C...'' e ''Figure da C...'' hanno alzato l'audience. E magari aizzato gli animi più bollenti degli ultras: ma di questo chi se ne importa, no? De Rossi a un certo punto ha tirato fuori ''la banda Collina''. Agli arbitri non abbiamo risparmiato votacci e critiche ma non ci saremmo mai immaginati di essere davanti a una ''mafia arbitrale'': questo sottintende la definizione di De Rossi.
Le radio romane, in questi giorni, parlavano già, senza alcuna remora, di Calciopoli 2. Ma un rigore, o anche più rigori dati o non dati, non significano necessariamente una Calciopoli, che è stata, invece, ben altra cosa. E' stato messo sul fuoco un pentolone dove il ribolle il peggio del calcio italiano. Non sappiamo ancora quali frasi di Mourinho siano degne dell'attenzione della Federcalcio, sappiamo però che è rimasta in silenzio su tutto ciò, lasciando cioè che i protagonisti si scannassero verbalmente in una pericolosa corrida. Passi per le frecciate di Mou a Spalletti e Ranieri ( I due C... che viaggiano sempre in coppia), certo dire che la Juventus si è fatta avanti, a sua volta, a forza di favori arbitrali è grave.
Da domenica è andata a pezzi la credibilità (non l'infallibilità, attenzione...) arbitrale, ricostruita a fatica dopo gli anni più bui. E' pazzesco soprattutto gettare altra benzina su un incendio del genere, su un calcio isterico e nervoso, su un sistema che già prevede ogni settimana di vietare o non vietare le trasferte dei tifosi a seconda dei rapporti fra i club. Giochiamo in stadi dagli istinti primordiali, dove vengono fischiati e spediti ''buu razzisti'' all'indirizzo di giocatori di colore. Cosa succederà la prossima volta?
Nelle ultime 48 ore, da domenica sera a oggi, ogni protagonista di questa vicenda ha interpretato la propria parte come meglio poteva. Alla fine vincerà chi avrà l'ultima parola o chi se ne uscirà con la battuta migliore, magari la più greve. E in ogni caso i furbi protagonisti ci hanno raccontato solo una parte della verità, quella che piaceva a loro: Spalletti ci ha raccontato solo del rigore negato e non del perché la Roma si è fatta rimontare fino al 3-3. Non solo per colpa di quel rigore forse. Ranieri ci ha detto che Mourinho è solo un ''grande comunicatore'', tradendo così un po' di livore verso chi gli tolse una panchina. E Mourinho, alla fine del suo teatrale show - con alcuni concetti soltanto condivisibili - non ha detto la cosa più naturale, e cioè che il rigore non c'era. E che i favori fanno comodo a tutti, magari anche a lui.
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