Napoli, quanti guai all'orizzonte

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:39

Anche contro il Bologna, il Napoli ha compiuto l'ennesimo passo indietro della sua travagliata stagione, finendo per confermare le perplessità che io stesso ed altri colleghi avevamo espresso in tempi non sospetti. Sono rimasti ormai in pochi a difendere il fortino azzurro, e chi lo fa è più spinto dalla convenienza che dalla convinzione. D'altra parte i numeri parlano chiaro, chiarissimo, esprimono i problemi di un mercato fallimentare, orchestrato da una società senza capo né coda, oltre ad essere l'ennesima conferma della pochezza di un tecnico puramente aziendalista, condannato dalla sua incapacità di imporsi al cospetto della società.
Trentasei giorni dall'ultima vittoria, dieci reti subite nel ritorno rispetto alle diciotto al passivo con le quali si era concluso l'intero girone di andata. Dodici punti nelle ultime tredici partite: al giro di boa, il Napoli è in perfetta media retrocessione, ed è meglio stendere un velo pietoso sui giocatori che avrebbero dovuto fare la differenza.
Denis non segna da 549 minuti, Rinaudo non perde occasione per palesare la sua mediocre statura tecnica, soprattutto in relazione all'ingente investimento fatto (6,3 milioni) per strapparlo al Palermo. Era arrivato come sostituto di Domizzi, mentre i rosanero lo hanno rimpiazzato con l'ottimo danese Kjaer. Domanda scontata: chi ci ha rimesso? La risposta lo è altrettanto.

Si è poi visto, finalmente, anche Datolo. Premettiamo che è presto per giudicarlo, troppo pochi i 4 allenamenti alle spalle, troppo lungo da smaltire il jetlag del viaggio da Buenos Aires a Napoli. Azzardando però un primo giudizio, appare chiaro come l'ex Boca non potrà mai essere il sostituto di Mannini, o dello stesso Vitale. Jesus ha buona tecnica, ottimo piede, farà tanti assist, ma con il frangiflutti che serve agli azzurri ha ben poco da spartire.
A proposito di ciò, manderei volentieri agli amici di Tmw, la cassetta con le dichiarazioni che Reja ha rilasciato a Canale 34, emittente campana con la quale collaboro da diversi lustri. Il tecnico goriziano ha candidamente ammesso di non sapere nulla di Datolo, affermando di necessitare di almeno 5 o 6 partite per iniziare ad inquadrarlo. Al nostro mister chiedo allora perché lo ha accettato, perché non si è imposto? Chi è causa del suo mal...
Mi rivolgo poi, ai tifosi delusi ed amareggiati quanto lo sono io, domandando loro se uno come Panucci avrebbe potuto fare male alla disastrosa retroguardia capitolata contro il Bologna, o se ancora in un panorama desolante come l'attacco napoletano un bomber di razza, seppur d'annata come Crespo sarebbe davvero stato di troppo...
Passando alla società, non si può non prendere atto del fallimento del progetto estivo di Marino. Il ds azzurro, che in passano ho tante volte e con merito lodato, per puntare su Denis ha rinunciato a gente come Floccari, ha ritenuto troppo oneroso l'eventuale investimento per Diego Milito prima che si accasasse al Genoa. Per non parlare dell'offerta degli agenti di Pazzini rispedite al mittente nel corso del mercato di gennaio, particolari impossibili da smentire perché confermati dallo stesso Tiberio Cavalleri, agente dell'ex centravanti viola, nel corso di un'intervista telefonica su Radio Kiss Kiss.
Stesso discorso se si parla del centrocampo; pur di puntare sul pur inesauribile motorino Gargano, si è rinunciato ad investire su un giovane di grande classe e sicuro avvenire come Cigarini, un regista classico che in una squadra come il Napoli, che si affida più alle giocate del singolo che al gioco corale (solo Sacchi affermò di poter fare a meno del regista, dichiarando di averne in squadra ben 10) sarebbe stato accolto come la manna dal cielo.
Ulteriore nota dolente è poi quella delle riserve. Le alternative a Lavezzi sono un giovane come Russotto, inadatto a certi palcoscenici, almeno per il momento; ed un talento ormai sfiorito come quello di Pià. Tremo al pensiero del primo male di stagione del Pocho.
In questo panorama si inserisce però la speranza che non tutto sia andato perduto. Lo spiraglio di luce arriva direttamente dai risultati di domenica, che mantengono il sesto posto distante solo 5 punti, ed il settimo (utile per l'Uefa in caso di una finale di coppa Italia tra Juve ed Inter) lontano due lunghezze.
Per farcela servirà però il Napoli che tanto bene aveva fatto ad inizio stagione, quel collettivo aggressivo trascinato dalle individualità dei vari Lavezzi, Hamsik, Maggio, Blasi, Gargano.
La rincorsa parte da un cliente ostico, il Genoa di Gasperini: una delle squadre più spettacolari ed organizzate dell'intera serie A, non a caso in piena lotta per un piazzamento in Champions League.
Pur essendo riconosciuti come una delle compagini migliori del nostro panorama nazionale, i rossoblu hanno dimostrato domenica, subendo tre reti in mezz'ora da una Fiorentina allo sbando, come anche in un meccanismo che funziona sia possibile trovare e punire dei punti deboli. La squadra vista all'andata, che mai avrebbe meritato la sconfitta che maturò al Ferraris, potrebbe essere in grado di sfruttarli.
Le ultime righe le voglio dedicare a Zalayeta. Il centravanti uruguayano era stato convocato per la sfida contro il Bologna, e solo dopo aver saputo di essere escluso a beneficio di Denis dalla formazione titolare, ha evidenziato un problema fisico che, secondo la società, lo terrà fuori per almeno un paio di settimane.
Il deja - vu per quanto successo ad inizio anno è inevitabile, fossero vere le voci, che vantaggio si sarebbe ottenuto nell'aver ostinatamente dichiarato incedibile a gennaio un giocatore con questo stato d'animo? E se al contrario fosse vera la versione ufficiale, ovvero quella del guaio fisico, cosa dovremmo pensare della gestione da parte dello staff medico di un giocatore che continua ad avere ricadute sullo stesso infortunio?
Meglio non pensarci. Da oggi iniziano ritiro e silenzio stampa, forse l'ultima occasione per provare a rilanciarsi. L'importante sarà riconoscere i propri errori, e ripartire con un'altra mentalità per quella che sarà la prossima stagione.
Non solo con un altro tecnico, ma anche con l'innesto di almeno tre elementi di provato e sicuro rendimento. E' finito il tempo delle scommesse, i tifosi del Napoli, a giudicare da quanto emerge dai botteghini ogni domenica, si meritano ben altro.