Ecco l'intervista a Maurizio Zamparini, presidente del Palermo calcio, presente sull'edizione odierna de "Il Corriere dello Sport".
Presidente, alla fine in Lega passerà l´idea di un manager al comando?
“Dai discorsi che sono stati fatti l´altro giorno mi sembra che sia emersa la consapevolezza di costruire una Lega proiettata nel futuro. Cercherò di organizzare prima della prossima assemblea un paio di riunioni. Mi piacerebbe che fosse bandita finalmente l´idea di una Lega intesa come centro di potere che poi produce i danni che sono venuti a galla con calciopoli”.
Date sempre l´impressione di essere molto divisi
“In realtà ci sono grandi club che temono quel modo d´essere della Lega che denunciavo prima”.
C´è la Juve in questo gruppo?
“Il problema con la Juve e con i grandi club è sempre stato di tipo economico. Ci ritroviamo a misurarci con un provvedimento come quello della Melandri che è un vero pateracchio: una legge incostituzionale visto che, ad esempio, indica con quali maggioranze dobbiamo prendere le nostre decisioni. Io dico che dobbiamo riportare al centro della Lega due virtù essenziali: buon senso e misura”.
Lei alla fine ha convinto i suoi colleghi a prendere tempo. Oggi quali sono i suoi alleati?
“Io dialogo con tutti, solo con Cellino il confronto è impossibile. Io ho la mia idea: la Lega deve funzionare nell´interesse di tutti. Quando sono entrato nel calcio, il nostro organismo associativo dava cinque miliardi di lire a ogni club di A e quattro a quelli di B. La realtà è che i nostri padri fondatori avevano principi etici più robusti, venivano dalla guerra e avevano una idea più forte del bene collettivo e si erano preoccupati di porre dei paletti per fare in modo che la competizione fosse equilibrata”.
Spesso i suoi rapporti con Galliani sono stati incandescenti.
“Ho grande stima di Galliani anche se lui per il Milan sarebbe pronto a vendere la madre. E´ un uomo intelligente ma non bisogna metterlo nelle condizioni di sentirsi onnipotente. Quando fu eletto presidente di Lega, fui uno dei suoi grandi elettori. Gli diedi un solo consiglio: non confondere gli interessi della Lega con quelli del Milan. Purtroppo non sempre lo ha seguito”.
Può esistere una ipotesi di alleanza fra i club medi?
Tra le società di questa fascia i rapporti sono buoni e la rivalità sportiva sana. Dovremmo incontrarci più spesso ma molti di noi alle riunione di Lega spesso mandano i propri manager. Dovremmo essere più coinvolti”.
Anche l´ultima assemblea di Lega è stata letta come una battaglia per la conquista di una poltrona in Consiglio. Interpretazione giusta?
“In effetti il copione era stato organizzato in quel modo. Il fatto è che si dà troppa importanza al Consiglio. Anzi, al Consiglio sono stati trasferiti ultimamente molti poteri a discapito dell´assemblea. Una scelta delle Grandi che erano minoranza in Assemblea ma diventavano poi maggioranza in Consiglio. Penso che è una visione politica che non regge più. La mia proposta è semplice: per i prossimi quattro anni condividiamo le decisioni in assemblea e diamo a tre manager di grande livello il compito di attuare le strategie decise”.
Domenica alla Favorita arriva il Napoli. Che idea si è fatto di De Laurentiis?
“E´ simpaticissimo e ha fatto cose straordinarie per il Napoli. E poi gli invidio il direttore sportivo, Pierpaolo Marino, il migliore”.
E perché non gli ha offerto una scrivania a Palermo?
“Certo che gliel´ho offerta”.
E cosa è accaduto?
“Marino è molto legato alla sua terra: preferì il Napoli in C1 al Palermo in A”.
La sue idee sul calcio coincidono con quelle di De Laurentiis?
“Su molte cose la pensiamo alla stessa maniera. Lui ha una visione più americana, più spettacolare, io, invece, preferisco un calcio che esalti i valori sportivi, un calcio io cui non vinca sempre il poi ricco, in cui trionfi la lealtà e il rispetto per l’avversario”.
Avete avuto anche rapporti commerciali
“Quando il Napoli era in C1: lo sponsorizzai con uno dei miei marchi, quello della grande distribuzione. Mandi. Avevo aperto un grande centro commerciale ad Afragola e pensai che quello era lo strumento più utile per pubblicizzarlo”.
A proposito di progetti, a che punto e lo stadio?
“Credo che nel giro di tre anni il Palermo avrà un nuovo stadio. Ieri sono stato in Sicilia anche per occuparmi di questo tema. Nel nostro paese il problema non sono i capitali ma il sostegno della burocrazia. Penso che ci sia e nel giro di un anno i lavori potrebbero cominciare. Io voglio regalare questo stadio alla città e tutti i soldi che produrrà finiranno io una società no-profit che si preoccuperà di reinvestirli sulla squadra".
L’attuale squadra la soddisfa?
“Sì, ora abbiamo perso Liverani che per noi è tanta roba. Questo è un anno di transizione”.
E il Napoli le piace?
“E´ al nostro livello, con qualcosa in meno dal punto di vista della squadra e qualcosa in più da quello delle individualità”.
E tra quelle individualità chi preferisce?
“Lavezzi. E´ al livello di Messi, cioè une dei cinque che in Europa possono fare la differenza”.
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