Diamo subito a Mutu quel che è di Mutu e alla Fiorentina quel che è della Fiorentina, e poi incamminiamoci per la campagna. Acquisti. Dunque, il “divino giostraio”. Se vuole rimanere a Firenze senza tante ciance, è insieme a Frey, Gilardino e Montolivo il fuoriclasse che potrebbe giocare in qualunque grande club europeo. Dunque per la Champions è indispensabile. Se volesse andar via, sarebbe necessario reinvestire tutti i soldi incassati con lui in un talento europeo nel ruolo. Va comunque ribadito che conti alla mano senza i tre gol di Mutu al Genoa non staremmo qui a fare questi discorsi. E la campagna acquisti del Genoa un anno fa è stata molto meno dispendiosa di quella della Fiorentina: non ha ribadito mille volte Corvino che il club del giglio è ben al di sotto dei quattro club principali, e che comunque da quattro anni arriva quarto (si dimentica di aggiungere che finora abbiamo disputato e male solo una prima fase di Champions: le altre due qualificazioni riguardano “Calcio-poli” e quindi ancora una parola, una parolina di verità su quella faccenda).
Ma se il Genoa non fa parte di quel consesso danaroso a colpi di incassi e soprattutto diritti tv, e non ha neppure speso 50 milioni come la Fiore l’estate scorsa, ed è arrivata a pari punti e ha giocato senz’altro meglio della Fiorentina nell’arco dell’intiero campionato, beh, delle due l’una: o al Genoa sono dei geni mercantili e allora forse invece che acquistare giocatori dovremmo acquistare da loro dirigenti, oppure l’ultima campagna della Fiore è stata all’insegna dello spreco e dell’errore. Decidete voi. Per l’immediato futuro, per carità mai più errori carissimi come Vargas o errori di ruolo come Melo. Se ci ricomprassero il primo allo stesso prezzo e il secondo magari al doppio finché abboccano, fossi se non in Corvino nei fratelli Della Valle o in Prandelli li venderei di corsa.
Alla Fiorentina, che ha svenduto anche Pazzini immediatamente rigeneratosi alla Sampdoria, servono un difensore centrale, un esterno destro davvero titolare, e davanti alla difesa un regista corridore all’inglese o un volante brasiliano o un tipo alla Simeone degli inizi, che giochi vicino a Montolivo. Queste sono tre pedine fondamentali che potrebbero costare se ben scelte ( o perché svincolati o perché ribassati nel prezzo da un’annata storta) quanto si incassa da Melo, che ripeto è un eccellente incontrista (ma se ne trovano…) che usa la testa solo per colpire il pallone. Dopo l’estate dei 50 milioni, adesso ci mettano amore e fantasia per completare degnamente la rosa.. E un po’ di logica, finalmente. I preliminari incombono.
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