Mai contraddire Berlusconi

Pubblicato da Massimiliano Mogavero On 09:32

Che Berlusconi sia un uomo di calcio e anche con intuizioni notevoli (Sacchi, Capello, Ancelotti stesso etc) e un patrimonio che può permettersi parecchi capricci - nel 2008 il Milan ha sfiorato i 67 milioni di passivo... -, è un dato di fatto. Che sia infallibile, no. In particolare ha una notevole predisposizione per attribuirsi il merito delle vittorie e attribuire agli altri le sconfitte. Che anche al Milan possono capitare. Posto che sia una sconfitta arrivare secondi in campionato...

Segue anche una strada, Silvio Berlusconi, talmente personale da mettere seriamente in difficoltà il suo stesso staff, ormai chiaramente orientato verso il tentativo di trattenere a tutti i costi Ancelotti. Almeno avvertisse prima... Ha il vizietto infatti, come uno Zamparini qualsiasi, di dire ogni volta l'ultima - magari davanti a un gruppo di turisti come ha rivelato Repubblica - e soprattutto l'irresistibile pallino di lontanissimo allenatore dell'Edilnord, per cui esiste sempre uno schema o una tattica migliore che avrebbe evitato l'ultimo scivolone. Su tutti: l'Italia perde la finale degli Europei 2000? Sarebbe bastato far marcare a uomo Zidane. Il Milan ha vinto a Manchester la Champions League? Fu lui a scrivere schemi, marcature e perfino sostituzioni su foglietti miracolosi poi finiti nelle mani - e in un libro - di Vespa.

Ci si illude così di un Milan sempre perfetto e invincibile: anzi tra i soprannomi quasi ufficiali della squadra che tanto ha vinto c'è anche quello di "Invincibili". Le squadre di calcio di Berlusconi, in assoluto, sono costruite per vincere sempre e non perdere mai. E invece qualche volta può capitare che siano costruite a capocchia, forse anche per il ghiribizzo del suo leadear, e che un Ronaldinho - sponsorizzatissimo dal presidente, ma non dal resto del Milan - scopra che il miglior posto sia in panchina. Ancelotti, l'allenatore più buono e bravo della terra, ci ha messo parecchio tempo e la pazienza di Giobbe per farlo. E a tornare così a una squadra fatta di "testa sua". Veramente imperdonabile.

Di Fabrizio Bocca per la Repubblica