A volte ritornano. Cristian Chivu e la Roma, una storia che non è finita. E che un giorno potrà arricchirsi di nuove puntate. Il romeno oggi è un punto di forza dell’Inter, si appresta a vincere il suo secondo scudetto consecutivo, dopo averne sfiorati altrettanti con la Roma. Ha un contratto importante che lo lega all’Inter: scadenza nel 2012, con un ingaggio a salire fino a 4,5 milioni. Chivu è un grande professionista, da ragazzino andò via di casa per sfondare nel calcio. Aveva perso il padre, lasciò la madre e la sorella per garantirgli un futuro. Oggi ha ventotto anni, a diciannove era già all’Ajax. Alla Roma è rimasto quattro anni. Pochi per vincere qualcosa d’importante, abbastanza per lasciarci il cuore. A Roma conserva amici e ricordi indelebili, spesso trascorre il suo giorno libero nella Capitale. In giallorosso era uno dei giocatori più importanti nello spogliatoio, uno con una personalità spiccata. La sua parola contava parecchio all’interno del gruppo. Non è mai stato un numero, un componente della rosa. Alla Roma lo hanno fatto sentire importante sin dal primo giorno, a cominciare dal presidente Franco Sensi. Fu il suo ultimo acquisto portato a termine in prima persona. E quando andò a Bucarest per un viaggio in onore di Giovanni Paolo II, Chivu riservò al presidente le stesse attenzioni che un figlio può avere per il padre.
NEMICI MAI - Nella Roma Chivu ha ancora tanti amici, che ogni tanto sente ancora. Totti, De Rossi, che sono stati invitati al suo matrimonio e anche con Spalletti ha mantenuto un buon rapporto. Lo stesso discorso vale per i dirigenti. Indirettamente Cristian Chivu ha favorito l’apertura della Roma nei confronti dei giovani romeni. Nel settore giovanile ce ne sono quattro, tutti provenienti dalla scuola calcio di Popescu. Il più bravo, Adrian Stojan, ha esordito in serie A due settimane fa contro la Juventus. I quattro giovani vivono a Trigoria e rappresentano un ottimo esempio di integrazione tra italiani e romeni.
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